Posts tagged Danilo Gallinari

12° Puntata de L’Angolo di ALE & PASQUI

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In questa 12^ puntata speciale MERCATO e NAZIONALE!

Parleremo dei primi colpi di Mercato della Serie A e sui Rumors analizzandone i più importanti.

Poi, dal minuto 18′ prima riflessione sulla Nazionale, i giocatori convocati per le visite mediche e i possibili scenari su probabili tagli futuri e scelte di Pianigiani.

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Oklahoma avanti, Gallo in vacanza. Miracolo Spurs al supplementare

I Nuggets arrivano anche a +9 a 4′ dalla fine, ma uno straordinario Durant (41) trascina i Thunder alla semifinale di Conference (4-1 nella serie). San Antonio rischia tantissimo, ma tiene aperta la sfida (Memphis conduce 3-2). Miami, ora c’è Boston

Uno straordinario Kevin Durant mette fine alla stagione di Danilo Gallinari. San Antonio si salva in extremis contro Memphis mentre Miami elimina Philadelphia.

Danilo Gallinari contro Kevin Durant. Reuters
Danilo Gallinari contro Kevin Durant

Oklahoma City-Denver 100-97 (Oklahoma City vince la serie 4-1)

Arriva al capolinea a Oklahoma City la stagione di Danilo Gallinari. I suoi Nuggets, infatti, lottano, arrivano anche al +9 a quattro minuti dalla sirena, ma nelle battute finali non riescono a rallentare uno straordinario Kevin Durant e così si fanno superare. I Thunder approdano al secondo turno dove affronteranno la vincente dell’interessante sfida San Antonio-Memphis. George Karl chiede a Danilo Gallinari di attaccare il canestro e l’azzurro lo accontenta subito trovando due liberi nel primo possesso offensivo del match. Denver prova a prendere in mano le redini della gara e nei primi minuti gioca una buona pallacanestro. Il Gallo con una tripla delle sue porta gli ospiti al +7, poi però si vede fischiare il suo secondo fallo e torna in panchina. I Nuggets comunque tengono alto il ritmo della gara, limitano un abulico Westbrook, e chiudono la prima frazione avanti 28-25. Lawson e Harringotn tengono davanti Denver nella prima parte del secondo quarto. Gallinari rientra a metà frazione e con una perentoria schiacciata prova a dare il la allo sprint dei Nuggets. Oklahoma City non ci sta e riprende gli ospiti, andando negli spogliatoi con il risultato in perfetta parità, 50-50. La ripresa si apre con il canestro del Gallo dal perimetro, ai Thunder manca fluidità in attacco ma la squadra di casa riesce a rimanere aggrappata ai Nuggets grazie ai tanti liberi che si guadagna. Westbrook continua a litigare con il canestro, Afflalo e Smith, invece, trovano la retina dal perimetro e Denver resta davanti. Gallinari, con quattro falli a carico, rimane diversi minuti in panchina a cavallo tra la fine del terzo e l’inizio dell’ultimo quarto e appena torna sul parquet si vede fischiare in attacco il suo quinto (discutibile) fallo. George Karl lo sostituisce a 9’32’’ dalla fine e l’azzurro non vedrà più il parquet. Denver comunque con le penetrazioni di Lawson mette in difficoltà i padroni di casa e a quattro minuti dalla sirena arriva addirittura al +9, zittendo la rumorosissima Oklahoma City Arena. Durant però ha altre idee. Il fenomeno di OKC, con la collaborazione di Ibaka che giganteggia in difesa, spinge la squadra di casa al parziale di 9-0 che la rimette in carreggiata. Martin riporta davanti Denver ma KD nel finale di gara è assolutamente inarrestabile. Durant si prende gioco del suo avversario diretto, Chandler, e segna da tutte le posizioni, firmando gli ultimi nove punti dei Thunder. I Nuggets, sotto di tre punti, a 12’’ dalla sirena hanno un’ultima possibilità ma, con Danilo Gallinari stranamente seduto in panchina, gestiscono male il loro possesso offensivo e alla fine si devono accontentare di un complicatissimo tentativo dalla lunga distanza di Afflalo allo scadere che non trova la retina. Cala così il sipario sulla stagione, pur soddisfacente, dei Nuggets.

Oklahoma City: Durant 41 (12/17, 2/10). Rimbalzi: Perkins 9. Assist: Westbrook 4.
Denver: GALLINARI 11 (2/4 da due, 1/2 da tre, 4/4 ai liberi), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero in 26’. Afflalo 15 (5/10, 1/5). Rimbalzi: Martin 10. Assist: Lawson, Felton 4.

Manu Ginobili contro Tony Allen (sin.) e Marc Gasol. Reuters
Manu Ginobili contro Tony Allen (sin.) e Marc Gasol

San Antonio-Memphis 110-103 d.t.s. (2-3)

La partita dei rimpianti di Memphis potrebbe essere quella della svolta per gli Spurs. San Antonio, infatti, acciuffa per i capelli un successo al supplementare che la tiene in vita nella serie, dopo aver rischiato tantissimo nei tempi regolamentari. I Grizzlies buttano alle ortiche un’occasione incredibile commettendo un paio di errori difensivi davvero gravi. Gran parte del merito però va anche al carattere degli Spurs che rifiutano le vacanze anticipate trovando due straordinari canestri negli ultimi due secondi del match. Sotto di tre lunghezze, dopo i liberi di Randolph, a nove secondi dalla fine, San Antonio rischia di commettere il turnover che scriverebbe la parola fine sul tentativo di rimonta. Ma il pallone, invece, in qualche modo arriva nelle mani di Ginobili il quale dall’angolo trova, in equilibrio precario, una tripla assurda a due secondi dalla fine. Pareggio? No, perché dopo un lungo replay gli arbitri vedono l’alluce dell’argentino sfiorare la linea dei tre punti. Niente canestro pensate e Spurs ancora sotto di una lunghezza. Randolph, mandato in lunetta, fa 2/2, così con meno di due secondi (1.7’’ per la precisione) sul cronometro i padroni di casa hanno una sola opzione: tentare una tripla della disperazione. Memphis difende malissimo la rimessa degli Spurs, così, incredibilmente, Gary Neal può tentare una conclusione tutto sommato comoda dalla lunga distanza che trova la retina. Si va al supplementare e San Antonio, con i canestri di Parker, porta a casa la vittoria e allunga la serie.

San Antonio: Ginobili 33 (6/9, 4/9), Parker 24. Rimbalzi: Duncan 12. Assist: Parker 9.
Memphis: Randolph 26 (10/17), Conley 20, Young 18. Rimbalzi: Gasol 17, Randolph 11. Assist: Randolph 6.

L'esultanza di Dwyane Wade. Reuters
L’esultanza di Dwyane Wade

Miami-Philadelphia 97-91 (Miami vince la serie 4-1)

Gli Heat faticano più del previsto ma alla fine superano Philadelphia e si regalano l’attesissima sfida con i Boston Celtics. David Stern si strofina quindi le mani per un serie che potrebbe frantumare i record di audience per una semi finale di Conference. Si parte domenica dal sud della Florida. LeBron James e compagni devono rimboccarsi le maniche per spazzare via la resistenza dei coraggiosi 76ers. Miami dopo un discreto primo tempo, con i canestri di Wade e Bosh prova a scappare via nel terzo quarto, Philadelphia però riesce a rimanere in scia. Coach Spoelstra trova dalla panchina i punti di uno scatenato Mario Chalmers e la tripla di Wade a 8’34’’ dalla sirena porta i padroni di casa al vantaggio in doppia cifra. Il traguardo sembra vicino, invece Brand e Iguodala non si arrendono riportando gli ospiti al -1 a 36’’ dalla sirena. Dalla lunetta però gli Heat mettono in cassaforte il risultato. “Adesso sotto con i Celtics – commenta il tecnico di Miami Erik Spoelstra – lo sapevamo da tempo che le nostre strade si sarebbero incrociate. Per raggiungere l’obbiettivo che ci siamo prefissi dall’inizio della stagione, dobbiamo riuscire a superare l’ostacolo Boston”.

Miami: Wade 26 (9/20, 1/5), Bosh 22, Chalmers 20, James 16. Rimbalzi: Wade, Bosh 11, James 10. Assist: James 8.
Philadelphia: Iguodala, Brand 22. Rimbalzi: Iguodala, Turner 10. Assist: Holiday 8.

tratto da gazzetta.it

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Danilo Gallinari conferma la sua presenza con l’Italia

Danilo Gallinari, nel corso di una intervista rilasciata sul Denver Post, ha confermato che in estate vestirà la maglia della nazionale italiana che disputerà Eurobasket 2011 in Lituania. Una ottima notizia per Simone Pianigiani che dovrebbe avere la disponibilità anche di Andrea Bargnani e Marco Belinelli.

Aumentano così le chance per gli Azzurri di raggiungere un risultato positivo che da troppi anni manca. Queste le parole di Danilo Gallinari, passato negli ultimi giorni di trade NBA da New York a Denver. “In estate giocherò sicuramente con la maglia della nazionale” ha detto il Gallo alla domanda di un tifoso, continuando che si concentrerà anche sul gioco in post-up, aspetto da migliorare.

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Beli e Gallinari, notte amara. Ginobili rilancia gli Spurs

Lakers sull’1-1 nella serie con New Orleans, Bryant si sacrifica su Paul. Danilo, ancora una volta in marcatura su Durant, già sotto 2-0 con i Tunder. San Antonio soffre ancora Memphis ma riesce a pareggiare il conto

Serata amara per Danilo Gallinari e Marco Belinelli. I Nuggets si fanno dominare dai Thunder, gli Hornets, invece, non riescono a ripetere la bella performance fornita in gara-1 e si fanno superare dai Lakers. San Antonio fatica ma trova comunque il successo contro Memphis.

Danilo Gallinari, 22 anni, difende su Kevin Durant. Reuters
Danilo Gallinari, 22 anni, difende su Kevin Durant

Oklahoma City-Denver 106-89
(2-0 nella serie)
Al termine di gara-1 si era parlato più degli arbitri che della prestazione dei Thunder, così Oklahoma City nel secondo match della serie fa in modo che non ci siano più rimpianti per i Nuggets. I Thunder, infatti, dominano dal primo all’ultimo minuto, portandosi così sul 2-0 nella serie. Danilo Gallinari ancora una volta inizia il match marcando il pericolo pubblico numero uno, Kevin Durant. Un matchup sicuramente non facile per l’azzurro. I Nuggets però a differenza di gara-1 partono malissimo in attacco, fallendo le loro prime sei conclusioni. Oklahoma City non scappa e Denver torna sotto con il canestro dal perimetro del Gallo a metà frazione. Piano piano però i Thunder prendono il controllo delle operazioni. Denver non riesce a rallentare l’attacco dei padroni di casa che cambia marcia e piazza il parziale di 16-1 che stordisce la truppa di George Karl. Gallinari dalla lunga distanza mette fine al break di Durant e compagni ma al termine della prima frazione i Nuggets sono sotto 31-15. Se non bastasse anche a panchina di Oklahoma City si mette a produrre. I Thunder segnano i primi sette punti del secondo quarto e scappano via, arrivando al +26. Un buon Al Harrington e Raymond Felton provano a rimettere in corsa Denver e con i loro canestri riescono quantomeno a limitare i danni. Gli ospiti, infatti, arrivano al riposo sotto di 15 lunghezze con la consapevolezza che il passivo sarebbe potuto essere decisamente peggiore. A inizio ripresa dà finalmente segni di vita anche Nene, sottotono nel primo tempo, Durant e Westbrook però non mollano la presa. I Thunder restano saldamente davanti, arrivando anche con i canestri di Harden al +19 a due minuti dalla fine del terzo quarto. L’orgoglio non manca ai Nuggets che provano a spaventare Oklahoma City tornando in partita. Harrington e Lawson si prendono le loro responsabilità in attacco e Denver arriva al -10 a 8’30’’ dalla fine. Tutto inutile. Il timeout di Scott Brooks, infatti, tranquillizza i Thunder che si affidano alla coppia delle meraviglie Durant-Westbrook e in un paio di minuti mettono al sicuro il risultato, facendo diventare una bolgia la Oklahoma City Arena. Adesso si torna in Colorado e, sotto 0-2, i Nuggets sanno di non poter più sbagliare.

Oklahoma City: Durant 23 (4/8, 3/7), Westbrook 21, Harden 18. Rimbalzi: Ibaka 12, Perkins 11. Assist: Westbrook 7.
Denver: GALLINARI 7 (2/5 da due, 1/3 da tre, 0/2 ai liberi), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 recuperi in 37’. Lawson 20 (6/11, 1/2), Felton, Nene 16, Harrington 15. Rimbalzi; Nene 9. Assist: Lawson 3.

Marco Belinelli, 25 anni, attacca Bynum. Ansa
Marco Belinelli, 25 anni, attacca Bynum

Los Angeles Lakers-New Orleans 87-78
(1-1 nella serie)
Un’ottima prestazione difensiva non basta agli Hornets di Marco Belinelli. New Orleans, infatti, riesce a limitare Kobe Bryant a soli 11 punti e difende alla grande su un Pau Gasol ancora una volta deludente (2/10 al tiro), ma in attacco va a corrente alternata e alla fine si deve arrendere. Si parte con una novità, Kobe Bryant si prende cura di Chris Paul. Gli Hornets non si scompongono e attaccano con disciplina mettendo in difficoltà in campioni in carica nei primi minuti. Va a segno anche Marco Belinelli, concludendo a canestro una bella penetrazione, e gli ospiti arrivano al +9. Bynum però si fa sentire sotto canestro e quando entra in campo Odom, i Lakers tornano sotto. Bryant sceglie di restare ai margini del gioco e nel primo quarto tenta una sola conclusione dal campo, fallendola. Fatica parecchio anche Pau Gasol ma Odom e Bynum accendono la luce e i Lakers a metà del secondo quarto decidono di cambiare marcia, piazzando un parziale di 10-0 e arrivando al +12. Risponde Beli dalla media distanza e due triple negli ultimi secondi di Ariza e Paul, permettono alla truppa di Monty Williams di tornare negli spogliatoi in ritardo di sei lunghezze, un passivo tutto sommato accettabile per gli Hornets. Nel terzo quarto l’attacco di New Orleans balbetta e soltanto un’eccellente difesa permette agli ospiti di restare in partita. Paul e compagni dopo aver trattato benissimo il pallone in gara-1 (solamente tre turnover), nel secondo match della serie incappano in una serie di costose palle perse (ben 16 nei primi tre quarti), dando una mano a campioni in carica. I Lakers ne approfittano solo in parte, ma dopo aver chiuso il terzo periodo avanti 63-56, all’inizio dell’ultimo quarto arrivano al vantaggio in doppia cifra. La tripla di Brown porta LA al +13 a 8’30’’ dalla fine, Okafor e Paul provano a mantenere viva la speranza per gli Hornets e fanno comunque sudare Bryant e compagni. I titoli di coda così partono soltanto a 40’’ dalla sirena, quando Artest dalla lunga distanza riporta la squadra di casa a +10 e mette in cassaforte il risultato.

Los Angeles Lakers: Bynum 17 (8/11), Odom 16, Artest 15. Rimbalzi: Bynum 11. Assist: Blake 5.
New Orleans: BELINELLI 4 (2/6 da due, 0/3 da tre), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 recupero in 22’. Ariza 22 (6/12, 2/3), Paul 20, Rimbalzi: Gray 8. Assist: Paul 9.

Manu Ginobili, 33 anni, decisivo al rientro. Ap
Manu Ginobili, 33 anni, decisivo al rientro

San Antonio-Memphis 93-87
(1-1 nella serie)
Gli Spurs ritrovano Manu Ginobili, out in gara-1 a causa di un problema al gomito destro, ma devono comunque sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sui coraggiosi Grizzlies. Memphis non riceve l’eccellente produzione di gara-1 da parte della sua coppia di lunghi Gasol-Randolph ma riesce lo stesso a rimanere aggrappata agli Spurs fino alle battute finali del match. Dopo un primo tempo non trascendentale per i padroni di casa, chiuso con un ritardo di tre lunghezze, Duncan e compagni giocano decisamente meglio nella ripresa. Memphis però non regala nulla. Gli Spurs sembrano finalmente in grado di mettere il risultato in cassaforte nella seconda parte dell’ultimo quarto e arrivano al +8 a 1’29’’ dalla sirena. I Grizzlies lottano e con la tripla di Sam Young tornano al -2 a 14’’ dalla fine, Hill dalla lunetta mette le cose a posto e fa tirare un sospiro di sollievo al pubblico dell’AT&T Center.

San Antonio: Ginobili 17 (5/10, 0/3), Hill, Jefferson, Duncan 16. Rimbalzi: Duncan 10. Assist: Parker 7.
Memphis: Young 17 (6/11, 1/2), Allen 15. Rimbalzi: Gasol 17. Assist: Conley, Mayo 4.

tratto da gazzetta.it

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Belinelli 13, Hornets ‘suonati’. Gallinari e Bargnani ai box

La notte degli italiani Nba: altra sconfitta con brutte percentuali per New Orleans contro gli Utah Jazz. Danilo fermo per una distorsione si perde il successo di Denver con Golden State, Andrea il k.o. di Toronto a Milwaukee

Marco Belinelli, unico italiano in campo nella notte Nba, firma 13 punti nella sconfitta interna di New Orleans contro Utah. Danilo Gallinari, ai box per una distorsione alla caviglia destra, si perde il successo di Denver in casa con Golden State, Andrea Bargnani il k.o. esterno di Toronto a Milwaukee.

Marco Belinelli, autore di 13 punti. Reuters
Marco Belinelli, autore di 13 punti

New Orleans Hornets-Utah Jazz 78-90

La gara contro i Jazz (38-43) sembra la perfetta fotocopia del match disputato lunedì sera a Memphis. Gli Hornets (46-35) anche contro Utah tirano con brutte percentuali, si fanno dominare sotto canestro e nella ripresa non danno mai l’impressione di poter portare a casa il successo. “E’ stata una prestazione difficile da descrivere – commenta sconsolato al termine del match il coach Monty Williams – faccio i complimenti ai Jazz ma noi abbiamo giocato senza energia”. Gli Hornets in effetti dalle battute iniziali sembrano scarichi. Utah, priva di Kirilenko e Bell, parte forte e segna i primi otto punto del match. Marco Belinelli, reduce dallo straordinario primo quarto di Memphis, prova ad accendere la scintilla e, dopo un bel recupero, trova il suo primo canestro del match. L’azzurro pero’ paga dazio a due rapidi fischi ed e’ costretto a tornare in panchina dopo cinque minuti di gara. Gli ospiti, trascinati dalla coppia Miles-Harris, arriva al vantaggio in doppia cifra e chiude il primo quarto avanti 29-21. New Orleans fatica troppo a trovare buone soluzioni in attacco. Chris Paul gioca decisamente meglio rispetto alla sfida con i Grizzlies ma non riesce a scuotere gli Hornets che nel secondo quarto mettono a referto solamente 16 punti. Monty Williams preferisce tenere Belinelli in panchina fino all’intervallo, i Jazz pero’, pur senza fare cose straordinarie, prendono possesso del match e vanno negli spogliatoi in vantaggio di 10 lunghezze. Nel terzo quarto la musica non cambia. Belinelli va subito in lunetta e firma due liberi, Utah pero’ tiene in mano il pallino del gioco, difendendo con ordine e dominando la zona pitturata. I Jazz accelerano e a meta’ frazione arrivano al +15. Il match scivola via senza scossoni. Nell’ultimo periodo Utah rimane saldamente davanti. Belinelli realizza dal perimetro, trova il canestro con due belle penetrazioni e nel finale firma una tripla ma i Jazz con i canestri di Harris e Millsap mettono al sicuro il risultato, conquistando un meritato successo.

New Orleans: BELINELLI 13 (4/6 da due, 1/2 da tre, 2/2 ai liberi), 1 assist, 1 recupero in 23’. Paul 15 (6/12, 0/1). Rimbalzi: Gray 9. Assist: Jack 6
Utah: Miles, Harris 18, Millsap 16. Rimbalzi: Jefferson, Millsap 6. Assist: Harris, Jefferson 5.

Keith Smart, coach di Golden State. Reuters
Keith Smart, coach di Golden State

Denver Nuggets-G.State Warriors 134-111

Denver (50-31) conquista contro Golden State (35-46) la sua 50ª vittoria della stagione al termine di un match stile All Star Game nel quale nessuno sembra avere veramente la voglia di difendere. Come ampiamente previsto Danilo Gallinari resta precauzionalmente a riposo. La caviglia destra non sembra dargli più grossi problemi, pero’ a meno di una settimana dall’inizio dei playoff e con la quinta posizione nella Western Conference oramai conquistata, non ha senso rischiare. L’azzurro potrebbe disputare qualche minuto nel match di mercoledì contro Utah, comunque sia sarà a pieno regime nella postseason. I Nuggets recuperano Chris Andersen e Arron Afflalo ma contro i Warriors devono rinunciare, oltre al Gallo, anche a Wilson Chandler, Al Harrington e Timofey Mozgov. Dopo un primo tempo equilibrato, la squadra di casa cambia marcia nella ripresa. Nene, a causa di un problema muscolare, rimane negli spogliatoi (non dovrebbe trattarsi comunque di una cosa grave), Kosta Kuofos, utilizzato da coach Karl con il contagocce fino a questo momento, pero’ lo sostituisce egregiamente, realizzando 18 punti. A meta’ frazione i Nuggets piazzano lo sprint grazie ai canestri di Smith, Andersen e di un ottimo Felton. La produzione di Stephen Curry non basta perché la difesa di Golden State fa acqua da tutte le parti. La truppa di coach Karl realizza la bellezza di 44 punti nel terzo quarto e mette al sicuro il risultato nei primi minuti dell’ultima frazione. Koufos trova il canestro con continuità, Forbes e Felton fanno il resto e i Nuggets così vanno a vincere in scioltezza.

Denver: Smith 22 (2/8, 4/9), Koufos 18, Forbes, Felton 15. Rimbalzi: Andersen 12. Assist: Felton 10
Golden State: Curry, Wright 27, Williams 17. Rimbalzi: Amundson 6. Assist: Lee, Curry 5.

Milwaukee Bucks-Toronto Raptors 93-86

Harakiri finale. Nella seconda gara di un back-to-back e con la rotazione ridotta a 8 uomini dagli infortuni, Toronto (22-59) naufraga negli ultimi 8’30” a Milwaukee (34-47) incassando l’8ª sconfitta esterna consecutiva. I Raptors hanno dovuto fare a meno di Andrea Bargnani (ma anche di Calderon, Barbosa, Evans, Kleiza, Amir Johnson, Weems e Kleiza) per la 15ª gara stagionale: il Mago, che non ha seguito la squadra in trasferta, ha un problema alla caviglia destra rimediato martedì scorso contro i Knicks, e la sua presenza nell’ultima sfida stagionale, mercoledì in casa con Miami, è incerta. Coach Jay Triano deve puntare sui giovani, e qualche buon segnale per il futuro lo vede: il rookie Ed Davis sforna la 13ª doppia doppia stagionale; il 27enne veterano Joey Dorsey centra il massimo in carriera a rimbalzo, DeRozan e Bayless si intendono alla grande. La sconfitta arriva dopo un ottimo primo quarto, chiuso avanti 33-25 grazie ai 9 punti di Davis. Toronto, che domina a rimbalzo, fatica a trovare il canestro (5/18 nel secondo quarto) e all’intervallo i punti di vantaggio sono 5. Il trend prosegue anche nel terzo parziale: Milwaukee acciuffa la parità sul 62, poi viene ricacciata indietro e inizia gli ultimi 12’ sotto 71-69. Toronto allunga fino al 77-71 a 8’49” dalla fine, poi crolla: Milwaukee gira il match con un 15-0 alimentato da Jennings, resiste al poco convinto ritorno di Toronto (86-84 a 1’33” dalla fine) e chiude i conti con Gooden, chiudendo la stagione al Bradley Center con una vittoria.

Milwaukee: Salmons 24 (8/13, 1/1, 5/7 tl), Jennings 21, Gooden 19. Rimbalzi: Gooden 11. Assist: Gooden 5
Toronto: Bayless 20 (5/13, 2/7, 4/6 tl), DeRozan 17, Davis 15. Rimbalzi: Dorsey 20. Assist: Bayless 5.

tratto da gazzetta.it

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Belinelli conquista i playoff. Gallinari passa a Dallas

Gli Hornets battono Houston e approdano alla postseason, traguardo mai tagliato dall’azzurro. Dieci punti per Danilo e i Nuggets infliggono a Dallas il quarto k.o. di fila. Fuori Bargnani (infortunio alla caviglia destra), Cleveland si impone 104-96 in casa dei Raptors

Marco Belinelli esulta dopo un canestro da tre. Reuters
Marco Belinelli esulta dopo un canestro da tre

Gli Hornets di Marco Belinelli si conquistano un posto ai playoff battendo in casa Houston: per l’italiano, fermo a 5 punti in 18’ contro i Rockets, sarà la prima volta della carriera nella postseason. Vittoria anche per Denver, che si impone a Dallas con 10 punti di Danilo Gallinari. Un guaio alla caviglia destra ferma Andrea Bargnani: Toronto naufraga in casa contro Cleveland.

New Orleans Hornets-Houston Rockets 101-93

Missione compiuta. New Orleans (45-33) si guadagna un posto ai playoff battendo in casa Houston (41-38), prima delle escluse a Ovest. La terza vittoria nelle ultime 4 partite degli Hornets arriva grazie a Chris Paul, fermo a un rimbalzo dalla sua prima tripla doppia stagionale al termine di una gara dai due volti, cominciata con i padroni di casa travolti dall’attacco dei Rockets, il terzo più efficace della lega, e chiusa con la New Orleans Arena esultante per la terza postseason degli ultimi 4 anni. “E’ bellissimo – commenta a fine gara Chris Paul -. Questa squadra ha lavorato duro tutta la stagione per questo traguardo, ma ora non vogliamo fermarci. E’ stata una lunga corsa in cui siamo riusciti a superare tante difficoltà, come la perdita di David West. La gara con Houston? Il primo quarto sembrava uno scherzo, ma abbiamo combattuto”. Per Marco Belinelli, che per la prima volta in carriera giocherà i playoff, è stata una serata da ricordare a livello di squadra ma non personale: Mister B ha infilato solo due canestri (compresa la tripla che ha dato agli Hornets il primo vantaggio della gara con 5’02” da giocare nel terzo) e giocato appena 18’, con coach Williams che gli ha preferito il caldissimo Jack (19 punti dalla panchina) anche quando New Orleans aveva disperatamente bisogno di una tripla. I padroni di casa sono infatti partiti malissimo, con Houston avanti 20-4 dopo 6’ e Okafor in panchina con due falli. Belinelli paga per tutti e va a sedersi, Paul si accende e rilancia New Orleans con un 13-2 ma Martin la rispedisce indietro, portando i Rockets alla sirena avanti 38-21. I texani fanno malissimo da tre (8/16 al riposo): nel secondo quarto si scatena lo sloveno Dragic, che a 4’45” dal riposo infila dalla distanza il 53-37. Ma le prime triple a bersaglio risvegliano gli Hornets: colpiscono prima Ariza e poi Paul, a fil di sirena si aggiunge anche Jack, che spedisce New Orleans a riposo sotto 55-51. I canestri di Scola e Lowry aprono la ripresa, ma gli Hornets partono per un break in cui Belinelli infila tutti i suoi punti. Prima un layup in penetrazione che porta New Orleans sotto 63-61; poi, dopo il pari di Paul, la tripla del primo sorpasso sul 66-63. Gli Hornets aggiungono altri 4 punti, ma Houston si riprende e chiude il parziale sotto 74-71. Martin (12 punti nel primo tempo, solo 2 nel terzo quarto) si risveglia e infila il 75 pari che con 10’09” da giocare apre il sipario su una gara tiratissima, con gli Hornets tenuti a galla da Paul (ben spalleggiato da Ariza e Jack) e i Rockets da Martin e Scola. I padroni di casa sono avanti 95-93 quando comincia l’ultimo minuto: Houston sbaglia i suoi 3 tentativi, Jack prima e Paul poi sono infallibili dalla lunetta e accendono la festa di New Orleans.

New Orleans: BELINELLI 5 punti (1/2 da due, 1/3 da tre), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 recupero e una persa in 18’06”. Paul 28 (9/18, 1/2, 7/8 tl), Ariza 19, Jack 19. Rimbalzi: Landry 9, Paul 9. Assist: Paul 10.
Houston: Martin 21 (4/10, 3/7, 4/5 tl), Scola 16, Dragic 16. Rimbalzi: Scola 10, Hayes 10. Assist: Lowry 6, Lee 6.

Kenyon Martin (a dx.) contro  Dirk Nowitzk. Reuters
Kenyon Martin (a dx.) contro Dirk Nowitzk

Dallas Mavericks-Denver Nuggets 96-104

I Nuggets rispondono nel modo migliore alla sconfitta casalinga subita martedi contro Oklahoma City e affondano Dallas. Denver vince con personalità 104-96 e inguaia i Mavs che adesso si devono guardare le spalle proprio dai Thunder se vogliono mantenere la terza posizione nella Western Conference. Se la squadra texana, che ha una sola gara di vantaggio su Oklahoma City, dovesse scivolare al quarto posto, al primo turno della postseason quasi sicuramente andrebbe a sfidare proprio la truppa di George Karl. I padroni di casa, reduci da tre sconfitte consecutive, partono con il freno a mano tirato. I Mavs sembrano già con la testa ai playoff e, privi di Jason Kidd e Tyson Chandler, fanno il minimo indispensabile ma contro questi Nuggets non basta. Kenyon Martin e Nene si fanno sentire nella zona pitturata, Danilo Gallinari attacca il canestro guadagnandosi subito quattro liberi, Dallas, invece, sonnecchia in attacco. I rimbalzi offensivi tengono in scia i confusionari Mavericks nel primo quarto, ma all’inizio della seconda frazione gli ospiti provano a piazzare lo sprint. Due giochi da tre griffati dal Gallo e la produzione dalla panchina della coppia Smith-Harrington spinge la squadra del Colorado al vantaggio in doppia cifra. Nowitzki e Marion provano a limitare i danni ma Dallas sembra avere una marcia in meno rispetto a Denver e al riposo e’ sotto di 10 lunghezze. Gli ospiti ripartono con la stessa intensità e a inizio ripresa si rimettono a correre. Gallinari trova la retina dal perimetro, Chandler firma un paio di bei canestri in transizione e di colpo i Nuggets si ritrovano al +16. Dallas traballa ma non va al tappeto. L’American Airlines Center torna a essere rumoroso quando Barea con le sue serpentine spinge i Mavs alla rimonta. Terry e Nowitzki bucano la difesa di Denver, Dallas così torna in partita piazzando un parziale di 13-2 e a fine terzo quarto insegue 72-69. I Nuggets restano davanti anche all’inizio dell’ultimo periodo e provano a scappare a metà frazione arrivando al +9 grazie alla tripla di Raymond Felton. Ancora una volta Dallas risponde e a 2’50’’ dalla sirena il match è in perfetta parità. L’inerzia sembra essere passata nelle mani dei padroni di casa che sentono vicino il sorpasso, invece Denver mostra tutto il suo carattere riprendendo in mano il match. Due canestri consecutivi d Smith ridanno fiducia all’attacco dei Nuggets che segna 10 punti consecutivi e mette al sicuro il risultato, infliggendo così ai Mavericks la loro quarta sconfitta consecutiva.

Dallas: Marion 21 (10/13, 0/1), Nowitzki 20, Terry 15. Rimbalzi: Haywood 19, Marion 10. Assist: Barea 10.
Denver: GALLINARI 10 (3/6 da due, 0/1 da tre, 4/6 ai liberi), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero in 31’. Smith 23 (6/9, 3/5), Martin 18, Chandler 16. Rimbalzi: Nene 15. Assist: Lawson 8.

tratto da gazzetta.it

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Gallinari sbanca Los Angeles. Vola pure Belinelli sui Pacers

Denver conquista il 6° successo di fila vincendo addirittura in casa dei Lakers per 95-90, trascinati dai 22 punti dell’ala italiana. Bryant e compagni perdono dopo 9 vittorie consecutive, e la rincorsa al primo posto ad Ovest – in testa ci sono gli Spurs – si complica. Buona prova di Belinelli (9 punti) nella sfida conquistata dagli Hornets contro Indiana. Ok Toronto anche senza Bargnani

Eccellente prestazione dei Nuggets che, guidati da un ottimo Danilo Gallinari, sbancano lo Staples Center (95-90 il punteggio) e contro i campioni in carica – reduci da nove vittorie di fila ora indietro 2 gare e mezzo ad Ovest sui San Antonio Spurs – conquistano il loro sesto successo consecutivo. I Nuggets devono fare a meno di Arron Afflalo, out a causa di un problema muscolare, così coach Karl inserisce Wilson Chandler in quintetto.

Gallinari assalito da Gasol e Fisher. Reuters
Gallinari assalito da Gasol e Fisher

gallinari trascina i suoi — Si parte a ritmi blandi. Andrew Bynum, in uno straordinario momento di forma, si presenta subito con due schiacciate, Danilo Gallinari risponde in transizione, ma il match stenta a decollare in uno Staples Center piuttosto silenzioso. Entrambe le squadre faticano a carburare in attacco, Denver nei primi otto minuti del match tira con un brutto 3/13 dal campo, ma ci pensa il Gallo dalla lunga distanza a riportarla davanti. L’azzurro replica nelle battute finali di un quarto sicuramente poco spettacolare e i Nuggets chiudono la frazione avanti 21-20. George Karl, che deve rinunciare anche all’infortunato Chris Andersen, regala minuti al russo Mozgov, che fa il suo dovere usando il fisico contro un avversario difficile come Bynum. All’inizio del secondo quarto si mette a produrre anche Al Harrington. I Lakers faticano parecchio, soprattutto quando Kobe Bryant va a prendere fiato in panchina e Gallinari li punisce ancora una volta chiudendo un bel contropiede con una perentoria schiacciata. L’azzurro è caldissimo, attacca il canestro e va in lunetta con frequenza, Denver così rimane davanti. Il grande protagonista degli ospiti nel primo tempo è sempre il Gallo che trova un altro canestro pesante a cinque minuti dal riposo. Bryant però decide di cambiare marcia e si mette a punire la pur volonterosa difesa di Denver producendo alcune giocate da cinema. Il leader dei Lakers trascina la squadra di casa che negli ultimi minuti del match prende possesso della gara e va negli spogliatoi avanti 47-40. Un ottimo Danilo Gallinari chiude la prima frazione con 18 punti (nonostante quattro errori dalla lunetta) ben 12 in più del secondo miglior marcatore di Denver Al Harrington.

Lamar Odom va a canestro. Reuters
Lamar Odom va a canestro

decide il tap in di martin — Gli ospiti partono con il piede giusto nella ripresa. Il solito Gallinari riporta sotto Denver che con i canestri dalla zona pitturata di Martin e Nene torna a una sola lunghezza dalla squadra di LA. Il Gallo trova la retina con la mano sinistra dopo un bel movimento da sotto, Odom pero’ prova ad accendere la scintilla per i Lakers. Denver continua a difendere con grande disciplina e riesce a rimanere aggrappata alla truppa di Phil Jackson chiudendo il terzo quarto sul 69 pari. Felton con sei punti in un paio di minuti fa capire al pubblico dello Staples Center che i Nuggets sono venuti a LA per vincere. Gli ospiti grazie al gioco da tre di Mozgov e al canestro di Smith vanno al+4. Phil Jackson così riporta Kobe Bryant sul parquet, ma i campioni in carica in attacco non decollano. Felton, invece, continua a produrre, Martin lo imita e i Nuggets a due minuti dalla sirena si ritrovano avanti 91-83. I Lakers non si arrendono. Bryant, Gasol e la tripla di Odom riportano LA al -2 a 15’’ dalla fine. Nene viene mandato in lunetta e dopo aver realizzato il primo libero fallisce il secondo ma Martin sgomita, conquista il rimbalzo offensivo e firma il canestro che manda k.o. Bryant e compagni.

Los Angeles Lakers: Bryant 28 (10/23, 0/4), Odom 17, Gasol 16. Rimbalzi: Bynum 16, Gasol 12. Assist: Odom 5.
Denver: GALLINARI 22 (4/7 da due, 3/6 da tre, 5/11 ai liberi), 7 rimbalzi, 3 assist, 3 recuperi in 41’. Martin 18, Felton 16. Rimbalzi: Martin 8. Assist: Lawson 8.

Chris Paul, protagonista del successo degli Hornets. Reuters
Chris Paul, protagonista del successo degli Hornets

New Orleans Hornets-Indiana Pacers 108-96

Tutto facile per gli Hornets che dominano i Pacers vincendo anche più nettamente di quello che direbbe il 108-96 finale. Monty Williams vuole dimenticare in fretta la sconfitta subita venerdì tra le mura amiche con Memphis e chiede ai sui giocatori una partenza decisa. Okafor e Ariza con la loro produzione accontentano il tecnico di New Orleans, Marco Belinelli trova il canestro con una bella penetrazione e i padroni di casa prendono subito in mano le redini del gioco. Okafor domina la zona pitturata, la leadership del solito Chris Paul illumina New Orleans e Indiana va in grande difficoltà. Gli Hornets arrivano al vantaggio in doppia cifra, poi chiudono la prima frazione avanti 29-21. L’ex di turno Darren Collison prova a scuotere i Pacers ma la squadra di casa tiene alta l’intensità e continua a giocare una buona pallacanestro. Belinelli con una tripla porta gli Hornets al + 13 a quattro minuti dal riposo, Ariza e Landry si mettono a produrre e New Orleans inserisce il pilota automatico, arrivando al riposo avanti 57-44. Okafor mette a referto una doppia doppia (con ben 13 rimbalzi) già all’intervallo, coach Williams non può che ritenersi più che soddisfatto della prestazione della sua truppa. I Pacers poco brillanti del primo tempo fanno addirittura peggio nel terzo quarto. Gli ospiti, infatti, subiscono subito un parziale di 11-0, al quale contribuisce anche Belinelli con un canestro in penetrazione, e perdono definitivamente contatto con gli Hornets, arrivando al -24. Tutto diventa facile per Paul e compagni. L’azzurro trova la retina dal perimetro, Landry fa quello che vuole nella zona pitturata e New Orleans dilaga. Monty Williams così può permettersi di regalare ossigeno in panchina ai suoi titolari nell’ultimo quarto. Le seconde linee della Big Easy pero’ mostrato una certa sufficienza nella seconda parte dell’ultimo quarto. Le triple di Mike Dunleavy e Dahntay Jones mettono paura al tecnico di New Orleans che a tre minuti dalla sirena decide di non correre rischi e, sul 103-92, rimette sul parquet i suoi titolari. Gli Hornets mettono al sicuro il risultato senza nessun problema e si preparano nel modo migliore all’importantissima sfida di mercoledì contro Houston.

New Orleans: BELINELLI 9 (3/4 da due, 1/5 da tre), 2 assist in 23’. Ariza 19 (6/10, 2/3), Landry, Paul 18. Rimbalzi: Okafor 17. Assist: Paul 8.
Indiana: Granger, Dunleavy 15. Rimbalzi: Hibbert 6. Assist: Price 6.

Il passaggio di Sonny Weems nella sfida vinta su Orlando. Reuters
Il passaggio di Sonny Weems nella sfida vinta su Orlando

Toronto Raptors-Orlando Magic 102-98

Privi di Andrea Bargnani e Jose Calderon i Toronto Raptors (21-55) si tolgono una grossa soddisfazione battendo in casa con il punteggio di 102-98 gli Orlando Magic (48-29) di Dwight Howard. Anche Orlando scende in campo con varie assenze (JJ Redick, Duhon e Arenas) e ottiene in tutto soltanto 9 punti dalla panchina, ma la differenza principale è il desiderio di vincere questo match inutile per la classifica, ed è maggiore nei giovani e affamati Raptors. Già a Chicago, nella prima gara del back to back, Toronto aveva giocato bene impegnando Derrick Rose e compagni più del previsto. Contro i Magic il successo è ampiamente meritato come sottolinea Stan Van Gundy, coach di Orlando: “Hanno preso 18 rimbalzi più di noi, in contropiede è finita 14-3 per loro e abbiamo concesso 21 punti sui secondi possessi. Hanno meritato di vincere”. Orlando appare stanca nel finale in cui arriva sempre in ritardo sulle palle vaganti e sui rimbalzi lunghi che sono preda delle rapide guardie di Toronto. I Raptors hanno un uomo in più nel finale, Jerryd Bayless che dimostra spirito competitivo non comune andando a procurarsi falli, catturando rimbalzi e strappando la palla dalle mani di Howard. In tandem con Barbosa, il playmaker sostituto di Calderon si fa beffa degli avversari approfittando della superiore velocità e con anche un brillante DeRozan le guardie di Toronto dominano il confronto con il reparto dei Magic alquanto sprovvisto. Dwight Howard è il migliore in campo per i Magic e infatti quando esce a rifiatare un attimo scende il buio. Howard va in panchina nell’ultimo quarto sul +8 per Orlando e in un attimo Toronto piazza un 8-0 di parziale. “È ridicolo che io non possa nemmeno dargli una pausa per bere. Appena esce la nostra difesa svanisce e oggi abbiamo anche avuto poco attacco”, prosegue un arrabbiato Van Gundy. Oltretutto Reggie Evans, monumentale come sempre a rimbalzo (17), fa sudare ogni punto al centro dei Magic Howard che chiude con 31 punti, ma deve faticare per ogni canestro. In attacco invece Toronto vive sui funambolismi di Barbosa e DeRozan (14 punti in tandem nell’ultimo quarto) e la grinta di Bayless, ma anche un buon contributo del collettivo. Importante anche il 14/15 ai liberi di DeRozan e Bayless. “Ognuno sta giocando bene adesso – dice Bayless -. Con una buona circolazione di palla tutti sono coinvolti. È un modo divertente di giocare e un metodo efficace se vogliamo aver successo. Abbiamo avuto un percorso travagliato quest’anno, ma magari finiamo la stagione in modo positivo”. Con 29-19 nell’ultimo quarto i Raptors hanno interrotto una striscia perdente di 6 gare e archiviato con 2-1 la serie contro i Magic. Per Orlando si tratta invece della terza sconfitta nelle ultime quattro gare.

Toronto: DeRozan 24 (8/16), Bayless 23 (7/14), Barbosa 14, J. Johnson e Weems 11. Rimbalzi: Evans 17. Assist: Bayless 8.
Orlando: Howard 31 (11/20, 9/15 tl), Nelson 21, Bass e Richardson 13. Rimbalzi: Howard 9. Assist: Nelson 7.

tratto da gazzetta.it

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Denver-Gallo, colpo sui Kings. Hornets, Belinelli non basta

I Nuggets passano a Sacramento grazie a una buona prova del collettivo (in doppia cifra Felton, Martin e Nene), Gallinari contribuisce con 9 punti. New Orleans invece perde in casa con Memphis che domina a rimbalzo (40-26): il bolognese lotta e mette a segno 14 punti

Danilo Gallinari contribuisce con 9 punti al successo di Denver contro Sacramento. New Orleans viene sconfitta da Memphis in casa nonostante i 14 punti di Marco Belinelli e complica la propria corsa playoff.

Sacramento Kings-Denver Nuggets 90-99

Gallinari in schiacciata coi Kings. Ap
Gallinari in schiacciata coi Kings

I Nuggets (46-29) vincono sul campo di Sacramento una gara molto aspra e fisica, superando i Kings (21-54) per 90-99. Il primo quarto è tutto di marca Kings. Con Dalembert molto attivo sotto i tabelloni, una difesa che sporca molti palloni al quintetto di George Karl e una veloce transizione in attacco, Sacramento domina il gioco e va in testa 28-21. Denver fatica a trovare ritmo in attacco e tra errori al tiro e palle perse non inizia col piede giusto. Per Gallinari il primo quarto è in salita: 0/5 al tiro con un paio di ottime occasioni da tre sprecate e un paio di turnover durante penetrazioni in cui subisce contatti giudicati puliti dalla terna arbitrale. Il suo diretto avversario Francisco Garcia è al contrario caldissimo e guida i Kings con 8 punti e 3/3 nel primo quarto.

gallo schiaccia — Le riserve di Denver rimediano subito nel secondo quarto e grazie a JR Smith, Chandler e Andersen riportano la sfida in parità. Il ritmo della gara si abbassa notevolmente e Birdman, uno di quelli con maggior energia, si distingue con 10 punti (5/5) nella seconda frazione. Denver paga qualche distrazione di troppo in difesa e i Kings ringraziano. Il Gallo ritorna in campo sul +3 per i Nuggets con 4’ da giocare nel primo tempo. Sacramento torna al comando 51-48 a metà gara grazie a due invenzioni di Tyreke Evans. Gallinari resta a secco anche nel secondo quarto in cui gioca solo 3’ e nel suo anonimo primo tempo registra anche 3 palle perse compreso un fallo “da ultimo uomo” che regala due liberi e palla ai Kings. Il Gallo è più determinato alla ripresa del gioco: penetra e sbaglia, ma Martin corregge al volo, poi l’azzurro si sblocca dalla media con un jumper fortemente voluto. Anche Martin e Nene si fanno piu’ aggressivi in attacco e Denver decolla aumentando pure l’intensità difensiva. Gallinari dà spettacolo con un cross over concluso in poderosa schiacciata. Un’altra facile schiacciata del Gallo porta la sua squadra a +11.

tutti scontenti — Tutto funziona nel terzo quarto e si assiste al vero “Denver basketball”. Gallo ormai è entrato in ritmo e infila la tripla del +15 per i Nuggets. I Kings rispondono con falli di frustrazione e il terzo quarto termina 67-79 per gli ospiti e 9 punti per Gallinari. Nel quarto periodo si assiste a un tecnico contro la panchina di Sacramento (che si lamenta per un fallo non fischiato su Cousins) e subito dopo una distorsione alla caviglia per Birdman. La gara si inasprisce parecchio e gli arbitri faticano a gestirla scontentando un po’ tutti. Nel finale arriva anche un doppio fallo tecnico a Gallinari e Dalembert a gara comunque già decisa. L’attacco dei Kings è sterile nel secondo tempo e produce solo 39 punti, mentre un buon finale di Felton garantisce il successo a Denver che allunga la striscia vincente a 5 partite.

Sacramento: Garcia 17, Evans 13. Rimbalzi: Dalembert 12. Assist: Cousins e Thornton 5.
Denver: GALLINARI 9 (3/10 da due, 1/3 da tre), 4 rimbalzi, 3 assist, 4 palle perse, 3 falli in 30’. Felton 17, Martin 14, Nene 12. Rimbalzi: Nene 12. Assist: Nene 6.

New Orleans Hornets-Memphis Grizzlies 81-93

Marco Belinelli, 14 punti con Memphis. Ap
Marco Belinelli, 14 punti con Memphis

Questione di centimetri. Quelli che ha Memphis, che domina 40-26 la sfida a rimbalzo, e quelli che mancano a New Orleans, sconfitta in casa per la terza volta nelle ultime 5 esibizioni e raggiunta dai Grizzlies a 43 vinte e 33 perse in stagione, nel calderone che comprende anche Portland per le posizioni dalla 6ª all’8ª nella Western Conference, con Houston alla finestra 3 gare più indietro. Gli Hornets di Marco Belinelli, protagonista assoluto nel terzo quarto, affronteranno nuovamente i Grizzlies domenica 10, ma rispetto ai rivali hanno un calendario più insidioso. La sfida della New Orleans Arena si decide sotto canestro: Zach Randolph (52ª doppia doppia stagionale) e Marc Gasol fanno il bello e il cattivo tempo, ridicolizzando i lunghi degli Hornets nonostante l’impegno di Okafor. Landry, il sostituto dell’infortunato West, regge da solo l’attacco di casa nel primo tempo (16 punti sui 38 totali dei suoi), ma nella ripresa viene limitato dai falli.

spettatore — Tocca alle guardie dare una mano e, vista la brutta serata di Chris Paul (5 punti con 2/8 al tiro), Belinelli risponde presente: dopo un primo tempo abulico con 3 soli punti in 3 tiri tentati, Mister B ne infila 11 nel terzo quarto, tenendo a galla i suoi. Eppure nell’ultimo parziale fa quasi sempre da spettatore. Le cose per gli Hornets si mettono subito male, con un primo quarto chiuso sotto 23-12 tirando col 29% dal campo e catturando appena 7 rimbalzi contro i 15 dei Grizzlies. Belinelli infila i primi suoi primi 3 punti (canestro più fallo) a 10’34” dal riposo, Memphis prova a scappare toccando più volte il +15 ma gli Hornets restano lì grazie a Landry (10 punti nel parziale, 7/10 al riposo col resto della squadra fermo a 7/26), e tornano negli spogliatoi sotto 51-38.

break finale — Belinelli apre il suo gran terzo quarto con la tripla che innesca il primo tentativo di rimonta di New Orleans, che riduce il distacco a 6 punti (59-53) a 5’50” dalla terza sirena quando Mister B si ripete dall’arco. Gli ospiti partono però per un 11-1 a cui mette fine proprio Belinelli, che poi a 22” dalla sirena con un gioco da 3 punti sigilla il terzo periodo sul 71-61 Memphis. Beli va a rifiatare in panchina a 10’38” dalla fine, con Monty Williams che cerca dalle riserve i punti per tornare definitivamente a contatto. Ma il break decisivo non arriva e Memphis nel finale scappa con Randolph e Mayo (93-77 a 1’50” dalla sirena), costringendo New Orleans alla resa.

New Orleans: BELINELLI 14 punti (3/4 da due, 2/5 da tre, 2/2 liberi), 1 rimbalzo, 1 recupero, 2 perse e 2 falli in 28’06”. Landry 19 (8/13, 3/4 tl), Ariza 12, Jack 8. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Paul 13.
Memphis: Randolph 28 (10/18, 1/1, 5/6 tl), Allen 17, Gasol 13, Mayo 13. Rimbalzi: Randolph 10, Gasol 10. Assist: Conley 7, Randolph 7.

tratto da gazzetta.it

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Sorridono Belinelli e il Gallo. Toronto, non basta Bargnani

Ottima gara dell’azzurro che contribuisce al fondamentale successo degli Hornets su Portland. Vince anche Denver contro Sacramento, grazie anche ai 17 punti di Gallinari. I Raptors crollano in casa con i Bucks nonostante i 22 punti del Mago

New Orleans, grazie anche all’ottima performance di Marco Belinelli, conquista un importante successo contro Portland. Bene anche Denver che supera Sacramento, mentre a Toronto non bastano i 22 punti di Bagnani per superare Milwaukee.

Marco Belinelli, 25 anni, 16 punti contro i Blazers. Reuters
Marco Belinelli, 25 anni, 16 punti contro i Blazers

New Orleans Hornets-Portland Blazers 95-91

Successo fondamentale in ottica playoff per gli Hornets che mostrano grande carattere contro Portland andando a vincere 95-91 dopo essere stati sotto anche di 11 lunghezze. New Orleans così in classifica supera i Blazers (attualmente a pari merito ma gli Hornets sono in vantaggio negli scontri diretti) e si porta in sesta posizione, ma soprattutto distanzia Houston di ben quattro partite, garantendosi in pratica, salvo una clamorosa frenata nelle ultime sette gare della regular season, l’accesso ai playoff. I Blazers partono con grande personalità. LaMarcus Aldridge fa subito capire di voler creare parecchi grattacapi alla difesa di New Orleans, i padroni di casa rispondono con Okafor e con un canestro dal perimetro di Marco Belinelli. Il cestista italiano si muove moltissimo sul perimetro e dalla lunghissima distanza tenta una conclusione che trova la retina e porta gli Hornets al +3. L’azzurro sprizza fiducia da tutti i pori, Chris Paul lo capisce e lo imbecca. Beli dall’angolo trova la sua seconda tripla consecutiva, replicando, praticamente dalla stessa posizione, 40’’ più tardi. Nove punti in meno di 1’30’’ per il bolognese che però si vede fischiare il suo secondo fallo ed è costretto a tornare in panchina. Portland approfitta dell’assenza del giocatore più caldo di New Orleans per piazzare un parziale di 12-0 e arrivare al +8. Patrick Mills regala ai Blazers una produzione importante dalla panchina, il resto lo fa Aldridge così gli ospiti a metà secondo quarto arrivano al +11. Carl Landry, al quale tocca il difficile compito di sostituire l’infortunato David West, si mette a lavorare nella zona pitturata e trova i canestri che riportano sotto la truppa di Monty Williams. New Orleans al riposo è in svantaggio di due lunghezze, un passivo accettato di buon grado, per come si erano messe le cose, dallo staff tecnico degli Hornets. Gerald Wallace e Aldridge provano a spingere lontano Portland all’inizio della ripresa, Landry non ci sta e un ottimo Belinelli con la sua quarta tripla del match riporta davanti (61-60) i padroni di casa. Portland torna al +2 a fine terzo quarto ma nell’ultimo periodo la panchina di New Orleans cambia l’inerzia del match. Willie Green e Jarrett Jack prendono per mano gli Hornets che, con un parziale di 16-5, a 4’13’’ dalla fine arrivano al +9. I Blazers non si arrendono e nel finale tornano sotto, ma i liberi di Landry mettono al sicuro gli Hornets che così conquistano un successo davvero importante.

New Orleans: BELINELLI 16 (1/2 da due, 4/5 da tre, 2/2 ai liberi), 2 rimbalzi in 26’. Landry 21 (7/15), Okafor 15. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Paul 12.
Portland: Aldridge 24 (11/18, 0/1), Miller 19. Rimbalzi: Aldridge 15, Wallace 10. Assist: Miller 5.

Denver Nuggets-Sacramento Kings 104-90

Un ottimo secondo tempo è sufficiente ai Nuggets per raffreddare i caldissimi Kings, reduci da quattro vittorie consecutive. Grazie alla contemporanea sconfitta di Portland, Denver così allunga in classifica e solidifica il quinto posto nella Western Conference. La squadra del Colorado però soffre per tre quarti di gara, poi prende il controllo delle operazioni nell’ultimo periodo e, sfruttando anche il calo dei Kings, va addirittura a vincere in scioltezza. Gli ospiti escono dai blocchi a tutta velocità, trascinati dalla verve dell’ex Hornets Marcus Thornton. Danilo Gallinari dalla media distanza prova a rallentare la marcia di Sacramento che però a metà frazione arriva al vantaggio in doppia cifra. Tyreke Evans entra in campo e ha subito un impatto sul match. I Kings tentato la fuga ma a inizio secondo quarto i canestri di Harrington e Smith riportano sotto Denver. Si scalda anche Ty Lawson ma negli ultimi minuti del primo tempo gli ospiti si rimettono a correre e vanno al riposo avanti di 10 lunghezze. Troppo altalenanti i Nuggets nel primo tempo, coach Karl prova a dare la scossa nell’intervallo ma a inizio ripresa Sacramento con DeMarcus Cousins crea non pochi problemi alla difesa di Denver. Ci pensa Gallinari con un gioco da tre a suonare la carica. Chandler, Lawson e Harrington rispondono presenti e il Pepsi Center diventa rumoroso. I padroni di casa tornano davanti e chiudono la terza frazione in vantaggio 74-71. Sacramento deve pagare dazio a un faticoso “back to back” e nell’ultimo quarto gioca senza l’energia mostrata nel primo tempo. Harrington e Smith continuano a segnare e la schiacciata in contropiede (più fallo, ma l’azzurro fallirà il libero) del Gallo porta i Nuggets al +5. I Kings oramai boccheggiano e proprio il giocatore milanese li manda al tappeto trovando una tripla. Felton replica, sempre dalla lunga distanza, 30’’ più tardi e Denver mette praticamente il risultato in cassaforte arrivando al +11 a tre minuti dalla sirena. Gli ospiti alzano bandiera bianca ma c’è ancora tempo per vedere la perentoria schiacciata di Gallinari che fissa il punteggio sul definitivo 104-90.

Denver: GALLINARI 17 (4/7 da due, 1/5 da tre, 6/8 ai liberi), 9 rimbalzi, 2 assist, 3 recuperi in 36’. Lawson 20 (6/6, 1/3), Smith 17, Harrington 15. Rimbalzi: Nene 15. Assist: Felton 7.
Sacramento: Thornton 27 (4/8, 5/11), Evans 22. Rimbalzi: Dalembert, Thompson 6. Assist: Udrih 10.

Toronto Raptors-Milwaukee Bucks 98-104

Con il punteggio di 98-104 i Milwaukee Bucks (30-44) infliggono a Toronto (20-54) la quinta sconfitta consecutiva. Non bastano i 22 punti di Andrea Bargnani, autore di una solida gara malgrado i problemi alla caviglia destra che gli avevano fatto saltare la gara precedente. I Raptors mantengono la sfida aperta fino agli ultimi minuti, ma dopo la tripla del sorpasso di Carlos Delfino (88-90) a 4’13” dalla sirena non riescono più a raggiungere gli avversari. I padroni di casa giocano bene nel primo quarto andando a +12, ma si fanno riprendere nel secondo quarto che inizia con un parziale di 11-3 per Milwaukee e vede i Raptors poco attenti a proteggere il pallone (8 turnover nella frazione). Trascinati da 12 punti di Bargnani i ragazzi di Triano chiudono il terzo quarto in parità (76-76), ma nel quarto decisivo i Bucks hanno qualcosa in più e tagliano primi il traguardo. Toronto fa 0/5 nelle triple nell’ultimo quarto, mentre Drew Gooden punisce la difesa dei Raptors con 12 punti e 8 rimbalzi. Se Andrew Bogut è il perno su cui ruota l’intero attacco dei Bucks, l’uomo in più è Gooden non solo per i punti, ma per la tenacia che mette in campo. “È stato Gooden che ci ha creato tanti problemi con i suoi canestri dalla media contro il nostro secondo quintetto”, spiega Triano. Ma i problemi difensivi di Toronto nascono soprattutto dalla marcatura di Bogut, un giocatore che secondo il Mago è davvero difficile contenere. “Non puoi raddoppiare Bogut – dice Triano -. Bisogna cercare di contenerlo uno contro uno. Appena mandi un secondo difensore è bravissimo a trovare i tiratori. È uno dei migliori passatori della lega tra i big men”. I Bucks sono una squadra migliore di quello che lascia intendere la loro classifica (decimi in lotta per l’ottavo posto), ma nel corso della stagione hanno avuto molte avversità che hanno frenato la loro corsa ai playoff peraltro ancora raggiungibili anche se Indiana ha un calendario favorevole. Troppi giocatori chiave hanno saltato molte partite e ora che sono tutti recuperati, da Delfino a Bogut, a Gooden e Redd forse è troppo tardi. I Raptors intanto continuano a giocare (anche se in palio c’è poco o nulla tranne per chi è in cerca di contratto) e a far fare esperienza ai giovani, ma ormai l’aria che si respira intorno alla squadra è di rassegnazione. In sei delle ultime sette gare che ha disputato il Mago ha comunque superato quota 20. Contro i Bucks la squadra canadese ha tirato con il 51% dal campo con DeRozan subito dietro al Mago nelle marcature con 20 punti, seguito da Barbosa con 18. James Johnson ha chiuso con 10 rimbalzi, record in carriera, mentre Calderon ha abbandonato la gara all’inizio dell’ultimo quarto per un problema muscolare. Sia Gooden che Bogut hanno ottenuto una doppia doppia, mentre il miglior marcatore dei Bucks è risultato Brandon Jennings con 25 punti. Delfino ha chiuso con 14 punti e 4/10 nelle triple.

Toronto: BARGNANI 22 (6/9 da due, 2/5 da tre, 4/4 tl), 2 rimbalzi, 3 assist, 2 palle perse, 3 falli in 32’. DeRozan 20, Barbosa 18, Calderon 13. Rimbalzi: J. Johnson 10. Assist: Calderon 8.
Milwaukee: Jennings 25 (8/18), Gooden 22 (8/17), Bogut 17, Delfino 14. Rimbalzi: Gooden 11. Assist: Salmons e Jennings 7.

tratto da gazzetta.it

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San Antonio si inchina a Denver. Bargnani c’è ma vince Phoenix

I Nuggets continuano la loro marcia superando gli Spurs orfani di Tim Duncan al termine di un match combattuto e divertente: è la vittoria n.11 dell’era “post Melo”. Il Mago realizza 27 punti ma i Suns hanno la meglio e restano in corsa per i playoff ad Ovest

Danilo Gallinari cotro Tony Parker. Ap
Danilo Gallinari cotro Tony Parker

Se a New York non sanno più dove sbattere la testa, a Denver i si godono una squadra che lotta, diverte e soprattutto che vince. I Nuggets (43-29) continuano la loro marcia spedita e battono gli Spurs (57-14) 115-112 al termine di un match combattuto e divertente. San Antonio si presenta in Colorado priva dell’infortunato Tim Duncan, sotto canestro così Nene e Tiago Splitter danno vita a un duello tutto brasiliano. Coach Karl chiede aggressività a Danilo Gallinari e l’azzurro risponde attaccando il canestro e guadagnandosi sei liberi nei primi cinque minuti del match. Gli Spurs però con le triple del solito Manu Ginobili piazzano un parziale di 11-0 e arrivano subito al vantaggio in doppia cifra. Denver risponde con la schiacciata in contropiede di un Gallo applaudito a scena aperta dal pubblico del Pepsi Center, l’ingresso di Gary Neal però cambia gli equilibri. Il giocatore di San Antonio trova subito ritmo dalla lunga distanza, gli Spurs arrivano al +14 all’inizio del secondo quarto ma un redivivo Harrington e un ottimo Smith riportano sotto i padroni di casa. Il match è intenso e divertente e gli attacchi hanno la meglio sulle difese. Gallinari torna sul parquet a metà frazione e si presenta subito con una tripla delle sue. L’azzurro replica, sempre dalla lunga distanza, e Denver, grazie alla produzione di Harrington, torna al -2. San Antonio nel finale di tempo si affida a Ginobili che con uno dei suoi marchi di fabbrica, la tripla con il passo all’indietro, manda gli ospiti negli spogliatoi avanti di cinque lunghezze.

seconde linee decisive — Grazie alla panchina Denver in attacco nel secondo quarto è quasi infallibile e chiude la frazione con qualcosa come 40 punti a referto. San Antonio, comunque, riesce a rimanere davanti. Nel terzo quarto le due squadre iniziano a sporcare le proprie percentuali al tiro ma la qualità della pallacanestro non ne risente. Gli ospiti tornano al vantaggio in doppia cifra ma ogni volta che San Antonio prova a scappare, Denver la riprende. Sale in cattedra Raymond Felton e i Nuggets chiudono la terza frazione sotto 93-90. Harrington, grazie alla sua produzione in attacco, si guadagna i minuti del Gallo e i Nuggets nell’ultimo quarto si mettono anche a difendere con aggressività. La forza di Denver “post trade” è proprio quella di poter contare su due potenziali titolari per ogni ruolo e contro San Antonio sono proprio i panchinari a fare la differenza. Felton, Smith e Harrington spingono i Nuggets, trascinati da un pubblico caldissimo, al parziale di 11-0 che li riporta al +4 (102-98) a sei minuti dalla sirena. Il solito Gary Neal (25 punti, suo massimo in carriera) e Tony Parker rispondono ma a 29’’ dalla fine Chandler, con un bel movimento, trova il canestro del 114-112. 20’’ più tardi Felton potrebbe chiudere i conti ma realizza un libero su due, regalando così agli Spurs un’ultima possibilità. La palla va nelle mani di Ginobili che però è costretto a forzare una tripla dall’altissimo quoziente di difficoltà che non trova la retina. Denver vince e festeggia così la sua 11ª vittoria (con sole quattro sconfitte) dell’era “post Melo”.

Denver: GALLINARI 13 (1/3 da due, 2/4 da tre, 5/8 ai liberi), 7 rimbalzi, 1 assist in 26’. Harrington 27 (3/6, 5/6), Felton, Smith 18. Rimbalzi: Nene 10. Assist: Felton 8.
San Antonio: Neal 25 (3/7, 6/8), Ginobili 20, Parker 19. Rimbalzi: McDyess 12. Assist: Parker 5.

Bargnani, al centro, a gioco fermo Reuters
Bargnani, al centro, a gioco fermo

Phoenix-Toronto 114-106

Toronto (20-51) prova a fare lo sgambetto ai Suns, esausti dopo i tre supplementari giocati contro i Lakers la sera prima, ma cede nell’ultimo quarto. Phoenix (36-34) trova la zampata vincente spinta dal migliore in campo Aaron Brooks e con il risultato finale di 114-106 ottiene un successo importante che la mantiene in corsa per i playoff in decima posizione ad Ovest. I Raptors prevalgono nei primi tre quarti trascinati dai punti di Bargnani e DeRozan, ma i Suns arrivano primi allo sprint finale e Brooks firma la tripla decisiva del 110-105 a 54” dalla sirena. I ragazzi di Triano iniziano bene e soprattutto Bargnani (autore di 8 punti con 4/7 nel primo quarto) indica la strada con i primi due canestri di Toronto su altrettanti tentativi. I Suns invece hanno le gambe molli e sono tenuti in piedi all’inizio da Vince Carter con 3/3 nelle triple e da Brooks che ha troppa libertà d’azione in attacco. Carter parte bene ma si spegne col passare del tempo, mentre i Raptors mostrano buona energia e buon ritmo in attacco anche con l’ex Barbosa protagonista dalla panchina. Trascinata da 16 punti del Mago (6/11 e 4/4 liberi) Toronto va all’intervallo in vantaggio di 6 punti. Il massimo distacco è di 13 punti nel terzo quarto dopo un canestro da tre dell’ispirato Bargnani, ma Phoenix non molla. Sono Gortat e Brooks a suonare la carica alla fine della terza frazione che vede i Suns trovare il pareggio con un layup di Brooks (86-86). Coach Gentry è bravo a gestire i minuti di Steve Nash e se lo ritrova con sufficienti energie per guidare la sua truppa nell’ultimo quarto. Il primo sorpasso dei Suns avviene con una tripla di Frye a otto minuti dalla fine, poi Toronto ripassa in testa, ma dal 97-103 i Suns completano una rimonta con 15-2 di parziale (di Bargnani l’unico canestro dei Raptors) grazie anche alla difesa a zona contro la quale i Raptors si inceppano non avendo grandi tiratori in campo. Toronto si disunisce negli ultimi minuti e nemmeno il Mago riesce a salvare la squadra dal k.o., tirando con 1/4 negli ultimi 4’ oltre a una stoppata subìta da Gortat. Il finale premia i padroni di casa che hanno lottato con orgoglio contro la fatica e le avversità. Dopo aver perso in fretta Grant Hill (debilitato dall’influenza) si è infortunato Pietrus con una distorsione al ginocchio. Indispensabile per la vittoria dei Suns l’apporto della panchina che contribuisce con 63 punti realizzati (25 di Brooks, 15 di Gortat e 13 di Dudley).

Toronto: BARGNANI 27 (9/19 da due, 1/3 da tre, 6/6 tl), 4 rimbalzi, 3 assist, 2 palle perse, 2 falli in 39’. DeRozan 19, Barbosa 14. Rimbalzi: Davis 9. Assist: Calderon 13.
Phoenix: Brooks 25, Nash 16, Gortat 15. Rimbalzi: Gortat 8. Assist: Nash 8.

tratto da gazzetta.it

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