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Oklahoma avanti, Gallo in vacanza. Miracolo Spurs al supplementare
I Nuggets arrivano anche a +9 a 4′ dalla fine, ma uno straordinario Durant (41) trascina i Thunder alla semifinale di Conference (4-1 nella serie). San Antonio rischia tantissimo, ma tiene aperta la sfida (Memphis conduce 3-2). Miami, ora c’è Boston
Uno straordinario Kevin Durant mette fine alla stagione di Danilo Gallinari. San Antonio si salva in extremis contro Memphis mentre Miami elimina Philadelphia.
- Danilo Gallinari contro Kevin Durant
Oklahoma City-Denver 100-97 (Oklahoma City vince la serie 4-1)
Arriva al capolinea a Oklahoma City la stagione di Danilo Gallinari. I suoi Nuggets, infatti, lottano, arrivano anche al +9 a quattro minuti dalla sirena, ma nelle battute finali non riescono a rallentare uno straordinario Kevin Durant e così si fanno superare. I Thunder approdano al secondo turno dove affronteranno la vincente dell’interessante sfida San Antonio-Memphis. George Karl chiede a Danilo Gallinari di attaccare il canestro e l’azzurro lo accontenta subito trovando due liberi nel primo possesso offensivo del match. Denver prova a prendere in mano le redini della gara e nei primi minuti gioca una buona pallacanestro. Il Gallo con una tripla delle sue porta gli ospiti al +7, poi però si vede fischiare il suo secondo fallo e torna in panchina. I Nuggets comunque tengono alto il ritmo della gara, limitano un abulico Westbrook, e chiudono la prima frazione avanti 28-25. Lawson e Harringotn tengono davanti Denver nella prima parte del secondo quarto. Gallinari rientra a metà frazione e con una perentoria schiacciata prova a dare il la allo sprint dei Nuggets. Oklahoma City non ci sta e riprende gli ospiti, andando negli spogliatoi con il risultato in perfetta parità, 50-50. La ripresa si apre con il canestro del Gallo dal perimetro, ai Thunder manca fluidità in attacco ma la squadra di casa riesce a rimanere aggrappata ai Nuggets grazie ai tanti liberi che si guadagna. Westbrook continua a litigare con il canestro, Afflalo e Smith, invece, trovano la retina dal perimetro e Denver resta davanti. Gallinari, con quattro falli a carico, rimane diversi minuti in panchina a cavallo tra la fine del terzo e l’inizio dell’ultimo quarto e appena torna sul parquet si vede fischiare in attacco il suo quinto (discutibile) fallo. George Karl lo sostituisce a 9’32’’ dalla fine e l’azzurro non vedrà più il parquet. Denver comunque con le penetrazioni di Lawson mette in difficoltà i padroni di casa e a quattro minuti dalla sirena arriva addirittura al +9, zittendo la rumorosissima Oklahoma City Arena. Durant però ha altre idee. Il fenomeno di OKC, con la collaborazione di Ibaka che giganteggia in difesa, spinge la squadra di casa al parziale di 9-0 che la rimette in carreggiata. Martin riporta davanti Denver ma KD nel finale di gara è assolutamente inarrestabile. Durant si prende gioco del suo avversario diretto, Chandler, e segna da tutte le posizioni, firmando gli ultimi nove punti dei Thunder. I Nuggets, sotto di tre punti, a 12’’ dalla sirena hanno un’ultima possibilità ma, con Danilo Gallinari stranamente seduto in panchina, gestiscono male il loro possesso offensivo e alla fine si devono accontentare di un complicatissimo tentativo dalla lunga distanza di Afflalo allo scadere che non trova la retina. Cala così il sipario sulla stagione, pur soddisfacente, dei Nuggets.
Oklahoma City: Durant 41 (12/17, 2/10). Rimbalzi: Perkins 9. Assist: Westbrook 4.
Denver: GALLINARI 11 (2/4 da due, 1/2 da tre, 4/4 ai liberi), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero in 26’. Afflalo 15 (5/10, 1/5). Rimbalzi: Martin 10. Assist: Lawson, Felton 4.
- Manu Ginobili contro Tony Allen (sin.) e Marc Gasol
San Antonio-Memphis 110-103 d.t.s. (2-3)
La partita dei rimpianti di Memphis potrebbe essere quella della svolta per gli Spurs. San Antonio, infatti, acciuffa per i capelli un successo al supplementare che la tiene in vita nella serie, dopo aver rischiato tantissimo nei tempi regolamentari. I Grizzlies buttano alle ortiche un’occasione incredibile commettendo un paio di errori difensivi davvero gravi. Gran parte del merito però va anche al carattere degli Spurs che rifiutano le vacanze anticipate trovando due straordinari canestri negli ultimi due secondi del match. Sotto di tre lunghezze, dopo i liberi di Randolph, a nove secondi dalla fine, San Antonio rischia di commettere il turnover che scriverebbe la parola fine sul tentativo di rimonta. Ma il pallone, invece, in qualche modo arriva nelle mani di Ginobili il quale dall’angolo trova, in equilibrio precario, una tripla assurda a due secondi dalla fine. Pareggio? No, perché dopo un lungo replay gli arbitri vedono l’alluce dell’argentino sfiorare la linea dei tre punti. Niente canestro pensate e Spurs ancora sotto di una lunghezza. Randolph, mandato in lunetta, fa 2/2, così con meno di due secondi (1.7’’ per la precisione) sul cronometro i padroni di casa hanno una sola opzione: tentare una tripla della disperazione. Memphis difende malissimo la rimessa degli Spurs, così, incredibilmente, Gary Neal può tentare una conclusione tutto sommato comoda dalla lunga distanza che trova la retina. Si va al supplementare e San Antonio, con i canestri di Parker, porta a casa la vittoria e allunga la serie.
San Antonio: Ginobili 33 (6/9, 4/9), Parker 24. Rimbalzi: Duncan 12. Assist: Parker 9.
Memphis: Randolph 26 (10/17), Conley 20, Young 18. Rimbalzi: Gasol 17, Randolph 11. Assist: Randolph 6.
- L’esultanza di Dwyane Wade
Miami-Philadelphia 97-91 (Miami vince la serie 4-1)
Gli Heat faticano più del previsto ma alla fine superano Philadelphia e si regalano l’attesissima sfida con i Boston Celtics. David Stern si strofina quindi le mani per un serie che potrebbe frantumare i record di audience per una semi finale di Conference. Si parte domenica dal sud della Florida. LeBron James e compagni devono rimboccarsi le maniche per spazzare via la resistenza dei coraggiosi 76ers. Miami dopo un discreto primo tempo, con i canestri di Wade e Bosh prova a scappare via nel terzo quarto, Philadelphia però riesce a rimanere in scia. Coach Spoelstra trova dalla panchina i punti di uno scatenato Mario Chalmers e la tripla di Wade a 8’34’’ dalla sirena porta i padroni di casa al vantaggio in doppia cifra. Il traguardo sembra vicino, invece Brand e Iguodala non si arrendono riportando gli ospiti al -1 a 36’’ dalla sirena. Dalla lunetta però gli Heat mettono in cassaforte il risultato. “Adesso sotto con i Celtics – commenta il tecnico di Miami Erik Spoelstra – lo sapevamo da tempo che le nostre strade si sarebbero incrociate. Per raggiungere l’obbiettivo che ci siamo prefissi dall’inizio della stagione, dobbiamo riuscire a superare l’ostacolo Boston”.
Miami: Wade 26 (9/20, 1/5), Bosh 22, Chalmers 20, James 16. Rimbalzi: Wade, Bosh 11, James 10. Assist: James 8.
Philadelphia: Iguodala, Brand 22. Rimbalzi: Iguodala, Turner 10. Assist: Holiday 8.
Danilo Gallinari conferma la sua presenza con l’Italia
Danilo Gallinari, nel corso di una intervista rilasciata sul Denver Post, ha confermato che in estate vestirà la maglia della nazionale italiana che disputerà Eurobasket 2011 in Lituania. Una ottima notizia per Simone Pianigiani che dovrebbe avere la disponibilità anche di Andrea Bargnani e Marco Belinelli.
Aumentano così le chance per gli Azzurri di raggiungere un risultato positivo che da troppi anni manca. Queste le parole di Danilo Gallinari, passato negli ultimi giorni di trade NBA da New York a Denver. “In estate giocherò sicuramente con la maglia della nazionale” ha detto il Gallo alla domanda di un tifoso, continuando che si concentrerà anche sul gioco in post-up, aspetto da migliorare.
Beli e Gallinari, notte amara. Ginobili rilancia gli Spurs
Lakers sull’1-1 nella serie con New Orleans, Bryant si sacrifica su Paul. Danilo, ancora una volta in marcatura su Durant, già sotto 2-0 con i Tunder. San Antonio soffre ancora Memphis ma riesce a pareggiare il conto
Serata amara per Danilo Gallinari e Marco Belinelli. I Nuggets si fanno dominare dai Thunder, gli Hornets, invece, non riescono a ripetere la bella performance fornita in gara-1 e si fanno superare dai Lakers. San Antonio fatica ma trova comunque il successo contro Memphis.
- Danilo Gallinari, 22 anni, difende su Kevin Durant
Oklahoma City-Denver 106-89
(2-0 nella serie)
Al termine di gara-1 si era parlato più degli arbitri che della prestazione dei Thunder, così Oklahoma City nel secondo match della serie fa in modo che non ci siano più rimpianti per i Nuggets. I Thunder, infatti, dominano dal primo all’ultimo minuto, portandosi così sul 2-0 nella serie. Danilo Gallinari ancora una volta inizia il match marcando il pericolo pubblico numero uno, Kevin Durant. Un matchup sicuramente non facile per l’azzurro. I Nuggets però a differenza di gara-1 partono malissimo in attacco, fallendo le loro prime sei conclusioni. Oklahoma City non scappa e Denver torna sotto con il canestro dal perimetro del Gallo a metà frazione. Piano piano però i Thunder prendono il controllo delle operazioni. Denver non riesce a rallentare l’attacco dei padroni di casa che cambia marcia e piazza il parziale di 16-1 che stordisce la truppa di George Karl. Gallinari dalla lunga distanza mette fine al break di Durant e compagni ma al termine della prima frazione i Nuggets sono sotto 31-15. Se non bastasse anche a panchina di Oklahoma City si mette a produrre. I Thunder segnano i primi sette punti del secondo quarto e scappano via, arrivando al +26. Un buon Al Harrington e Raymond Felton provano a rimettere in corsa Denver e con i loro canestri riescono quantomeno a limitare i danni. Gli ospiti, infatti, arrivano al riposo sotto di 15 lunghezze con la consapevolezza che il passivo sarebbe potuto essere decisamente peggiore. A inizio ripresa dà finalmente segni di vita anche Nene, sottotono nel primo tempo, Durant e Westbrook però non mollano la presa. I Thunder restano saldamente davanti, arrivando anche con i canestri di Harden al +19 a due minuti dalla fine del terzo quarto. L’orgoglio non manca ai Nuggets che provano a spaventare Oklahoma City tornando in partita. Harrington e Lawson si prendono le loro responsabilità in attacco e Denver arriva al -10 a 8’30’’ dalla fine. Tutto inutile. Il timeout di Scott Brooks, infatti, tranquillizza i Thunder che si affidano alla coppia delle meraviglie Durant-Westbrook e in un paio di minuti mettono al sicuro il risultato, facendo diventare una bolgia la Oklahoma City Arena. Adesso si torna in Colorado e, sotto 0-2, i Nuggets sanno di non poter più sbagliare.
Oklahoma City: Durant 23 (4/8, 3/7), Westbrook 21, Harden 18. Rimbalzi: Ibaka 12, Perkins 11. Assist: Westbrook 7.
Denver: GALLINARI 7 (2/5 da due, 1/3 da tre, 0/2 ai liberi), 3 rimbalzi, 1 assist, 2 recuperi in 37’. Lawson 20 (6/11, 1/2), Felton, Nene 16, Harrington 15. Rimbalzi; Nene 9. Assist: Lawson 3.
- Marco Belinelli, 25 anni, attacca Bynum
Los Angeles Lakers-New Orleans 87-78
(1-1 nella serie)
Un’ottima prestazione difensiva non basta agli Hornets di Marco Belinelli. New Orleans, infatti, riesce a limitare Kobe Bryant a soli 11 punti e difende alla grande su un Pau Gasol ancora una volta deludente (2/10 al tiro), ma in attacco va a corrente alternata e alla fine si deve arrendere. Si parte con una novità, Kobe Bryant si prende cura di Chris Paul. Gli Hornets non si scompongono e attaccano con disciplina mettendo in difficoltà in campioni in carica nei primi minuti. Va a segno anche Marco Belinelli, concludendo a canestro una bella penetrazione, e gli ospiti arrivano al +9. Bynum però si fa sentire sotto canestro e quando entra in campo Odom, i Lakers tornano sotto. Bryant sceglie di restare ai margini del gioco e nel primo quarto tenta una sola conclusione dal campo, fallendola. Fatica parecchio anche Pau Gasol ma Odom e Bynum accendono la luce e i Lakers a metà del secondo quarto decidono di cambiare marcia, piazzando un parziale di 10-0 e arrivando al +12. Risponde Beli dalla media distanza e due triple negli ultimi secondi di Ariza e Paul, permettono alla truppa di Monty Williams di tornare negli spogliatoi in ritardo di sei lunghezze, un passivo tutto sommato accettabile per gli Hornets. Nel terzo quarto l’attacco di New Orleans balbetta e soltanto un’eccellente difesa permette agli ospiti di restare in partita. Paul e compagni dopo aver trattato benissimo il pallone in gara-1 (solamente tre turnover), nel secondo match della serie incappano in una serie di costose palle perse (ben 16 nei primi tre quarti), dando una mano a campioni in carica. I Lakers ne approfittano solo in parte, ma dopo aver chiuso il terzo periodo avanti 63-56, all’inizio dell’ultimo quarto arrivano al vantaggio in doppia cifra. La tripla di Brown porta LA al +13 a 8’30’’ dalla fine, Okafor e Paul provano a mantenere viva la speranza per gli Hornets e fanno comunque sudare Bryant e compagni. I titoli di coda così partono soltanto a 40’’ dalla sirena, quando Artest dalla lunga distanza riporta la squadra di casa a +10 e mette in cassaforte il risultato.
Los Angeles Lakers: Bynum 17 (8/11), Odom 16, Artest 15. Rimbalzi: Bynum 11. Assist: Blake 5.
New Orleans: BELINELLI 4 (2/6 da due, 0/3 da tre), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 recupero in 22’. Ariza 22 (6/12, 2/3), Paul 20, Rimbalzi: Gray 8. Assist: Paul 9.
- Manu Ginobili, 33 anni, decisivo al rientro
San Antonio-Memphis 93-87
(1-1 nella serie)
Gli Spurs ritrovano Manu Ginobili, out in gara-1 a causa di un problema al gomito destro, ma devono comunque sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sui coraggiosi Grizzlies. Memphis non riceve l’eccellente produzione di gara-1 da parte della sua coppia di lunghi Gasol-Randolph ma riesce lo stesso a rimanere aggrappata agli Spurs fino alle battute finali del match. Dopo un primo tempo non trascendentale per i padroni di casa, chiuso con un ritardo di tre lunghezze, Duncan e compagni giocano decisamente meglio nella ripresa. Memphis però non regala nulla. Gli Spurs sembrano finalmente in grado di mettere il risultato in cassaforte nella seconda parte dell’ultimo quarto e arrivano al +8 a 1’29’’ dalla sirena. I Grizzlies lottano e con la tripla di Sam Young tornano al -2 a 14’’ dalla fine, Hill dalla lunetta mette le cose a posto e fa tirare un sospiro di sollievo al pubblico dell’AT&T Center.
San Antonio: Ginobili 17 (5/10, 0/3), Hill, Jefferson, Duncan 16. Rimbalzi: Duncan 10. Assist: Parker 7.
Memphis: Young 17 (6/11, 1/2), Allen 15. Rimbalzi: Gasol 17. Assist: Conley, Mayo 4.
Belinelli conquista i playoff. Gallinari passa a Dallas
Gli Hornets battono Houston e approdano alla postseason, traguardo mai tagliato dall’azzurro. Dieci punti per Danilo e i Nuggets infliggono a Dallas il quarto k.o. di fila. Fuori Bargnani (infortunio alla caviglia destra), Cleveland si impone 104-96 in casa dei Raptors
- Marco Belinelli esulta dopo un canestro da tre
Gli Hornets di Marco Belinelli si conquistano un posto ai playoff battendo in casa Houston: per l’italiano, fermo a 5 punti in 18’ contro i Rockets, sarà la prima volta della carriera nella postseason. Vittoria anche per Denver, che si impone a Dallas con 10 punti di Danilo Gallinari. Un guaio alla caviglia destra ferma Andrea Bargnani: Toronto naufraga in casa contro Cleveland.
New Orleans Hornets-Houston Rockets 101-93
Missione compiuta. New Orleans (45-33) si guadagna un posto ai playoff battendo in casa Houston (41-38), prima delle escluse a Ovest. La terza vittoria nelle ultime 4 partite degli Hornets arriva grazie a Chris Paul, fermo a un rimbalzo dalla sua prima tripla doppia stagionale al termine di una gara dai due volti, cominciata con i padroni di casa travolti dall’attacco dei Rockets, il terzo più efficace della lega, e chiusa con la New Orleans Arena esultante per la terza postseason degli ultimi 4 anni. “E’ bellissimo – commenta a fine gara Chris Paul -. Questa squadra ha lavorato duro tutta la stagione per questo traguardo, ma ora non vogliamo fermarci. E’ stata una lunga corsa in cui siamo riusciti a superare tante difficoltà, come la perdita di David West. La gara con Houston? Il primo quarto sembrava uno scherzo, ma abbiamo combattuto”. Per Marco Belinelli, che per la prima volta in carriera giocherà i playoff, è stata una serata da ricordare a livello di squadra ma non personale: Mister B ha infilato solo due canestri (compresa la tripla che ha dato agli Hornets il primo vantaggio della gara con 5’02” da giocare nel terzo) e giocato appena 18’, con coach Williams che gli ha preferito il caldissimo Jack (19 punti dalla panchina) anche quando New Orleans aveva disperatamente bisogno di una tripla. I padroni di casa sono infatti partiti malissimo, con Houston avanti 20-4 dopo 6’ e Okafor in panchina con due falli. Belinelli paga per tutti e va a sedersi, Paul si accende e rilancia New Orleans con un 13-2 ma Martin la rispedisce indietro, portando i Rockets alla sirena avanti 38-21. I texani fanno malissimo da tre (8/16 al riposo): nel secondo quarto si scatena lo sloveno Dragic, che a 4’45” dal riposo infila dalla distanza il 53-37. Ma le prime triple a bersaglio risvegliano gli Hornets: colpiscono prima Ariza e poi Paul, a fil di sirena si aggiunge anche Jack, che spedisce New Orleans a riposo sotto 55-51. I canestri di Scola e Lowry aprono la ripresa, ma gli Hornets partono per un break in cui Belinelli infila tutti i suoi punti. Prima un layup in penetrazione che porta New Orleans sotto 63-61; poi, dopo il pari di Paul, la tripla del primo sorpasso sul 66-63. Gli Hornets aggiungono altri 4 punti, ma Houston si riprende e chiude il parziale sotto 74-71. Martin (12 punti nel primo tempo, solo 2 nel terzo quarto) si risveglia e infila il 75 pari che con 10’09” da giocare apre il sipario su una gara tiratissima, con gli Hornets tenuti a galla da Paul (ben spalleggiato da Ariza e Jack) e i Rockets da Martin e Scola. I padroni di casa sono avanti 95-93 quando comincia l’ultimo minuto: Houston sbaglia i suoi 3 tentativi, Jack prima e Paul poi sono infallibili dalla lunetta e accendono la festa di New Orleans.
New Orleans: BELINELLI 5 punti (1/2 da due, 1/3 da tre), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 recupero e una persa in 18’06”. Paul 28 (9/18, 1/2, 7/8 tl), Ariza 19, Jack 19. Rimbalzi: Landry 9, Paul 9. Assist: Paul 10.
Houston: Martin 21 (4/10, 3/7, 4/5 tl), Scola 16, Dragic 16. Rimbalzi: Scola 10, Hayes 10. Assist: Lowry 6, Lee 6.
- Kenyon Martin (a dx.) contro Dirk Nowitzk
Dallas Mavericks-Denver Nuggets 96-104
I Nuggets rispondono nel modo migliore alla sconfitta casalinga subita martedi contro Oklahoma City e affondano Dallas. Denver vince con personalità 104-96 e inguaia i Mavs che adesso si devono guardare le spalle proprio dai Thunder se vogliono mantenere la terza posizione nella Western Conference. Se la squadra texana, che ha una sola gara di vantaggio su Oklahoma City, dovesse scivolare al quarto posto, al primo turno della postseason quasi sicuramente andrebbe a sfidare proprio la truppa di George Karl. I padroni di casa, reduci da tre sconfitte consecutive, partono con il freno a mano tirato. I Mavs sembrano già con la testa ai playoff e, privi di Jason Kidd e Tyson Chandler, fanno il minimo indispensabile ma contro questi Nuggets non basta. Kenyon Martin e Nene si fanno sentire nella zona pitturata, Danilo Gallinari attacca il canestro guadagnandosi subito quattro liberi, Dallas, invece, sonnecchia in attacco. I rimbalzi offensivi tengono in scia i confusionari Mavericks nel primo quarto, ma all’inizio della seconda frazione gli ospiti provano a piazzare lo sprint. Due giochi da tre griffati dal Gallo e la produzione dalla panchina della coppia Smith-Harrington spinge la squadra del Colorado al vantaggio in doppia cifra. Nowitzki e Marion provano a limitare i danni ma Dallas sembra avere una marcia in meno rispetto a Denver e al riposo e’ sotto di 10 lunghezze. Gli ospiti ripartono con la stessa intensità e a inizio ripresa si rimettono a correre. Gallinari trova la retina dal perimetro, Chandler firma un paio di bei canestri in transizione e di colpo i Nuggets si ritrovano al +16. Dallas traballa ma non va al tappeto. L’American Airlines Center torna a essere rumoroso quando Barea con le sue serpentine spinge i Mavs alla rimonta. Terry e Nowitzki bucano la difesa di Denver, Dallas così torna in partita piazzando un parziale di 13-2 e a fine terzo quarto insegue 72-69. I Nuggets restano davanti anche all’inizio dell’ultimo periodo e provano a scappare a metà frazione arrivando al +9 grazie alla tripla di Raymond Felton. Ancora una volta Dallas risponde e a 2’50’’ dalla sirena il match è in perfetta parità. L’inerzia sembra essere passata nelle mani dei padroni di casa che sentono vicino il sorpasso, invece Denver mostra tutto il suo carattere riprendendo in mano il match. Due canestri consecutivi d Smith ridanno fiducia all’attacco dei Nuggets che segna 10 punti consecutivi e mette al sicuro il risultato, infliggendo così ai Mavericks la loro quarta sconfitta consecutiva.
Dallas: Marion 21 (10/13, 0/1), Nowitzki 20, Terry 15. Rimbalzi: Haywood 19, Marion 10. Assist: Barea 10.
Denver: GALLINARI 10 (3/6 da due, 0/1 da tre, 4/6 ai liberi), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero in 31’. Smith 23 (6/9, 3/5), Martin 18, Chandler 16. Rimbalzi: Nene 15. Assist: Lawson 8.
Gallinari sbanca Los Angeles. Vola pure Belinelli sui Pacers
Denver conquista il 6° successo di fila vincendo addirittura in casa dei Lakers per 95-90, trascinati dai 22 punti dell’ala italiana. Bryant e compagni perdono dopo 9 vittorie consecutive, e la rincorsa al primo posto ad Ovest – in testa ci sono gli Spurs – si complica. Buona prova di Belinelli (9 punti) nella sfida conquistata dagli Hornets contro Indiana. Ok Toronto anche senza Bargnani
Eccellente prestazione dei Nuggets che, guidati da un ottimo Danilo Gallinari, sbancano lo Staples Center (95-90 il punteggio) e contro i campioni in carica – reduci da nove vittorie di fila ora indietro 2 gare e mezzo ad Ovest sui San Antonio Spurs – conquistano il loro sesto successo consecutivo. I Nuggets devono fare a meno di Arron Afflalo, out a causa di un problema muscolare, così coach Karl inserisce Wilson Chandler in quintetto.
- Gallinari assalito da Gasol e Fisher
gallinari trascina i suoi — Si parte a ritmi blandi. Andrew Bynum, in uno straordinario momento di forma, si presenta subito con due schiacciate, Danilo Gallinari risponde in transizione, ma il match stenta a decollare in uno Staples Center piuttosto silenzioso. Entrambe le squadre faticano a carburare in attacco, Denver nei primi otto minuti del match tira con un brutto 3/13 dal campo, ma ci pensa il Gallo dalla lunga distanza a riportarla davanti. L’azzurro replica nelle battute finali di un quarto sicuramente poco spettacolare e i Nuggets chiudono la frazione avanti 21-20. George Karl, che deve rinunciare anche all’infortunato Chris Andersen, regala minuti al russo Mozgov, che fa il suo dovere usando il fisico contro un avversario difficile come Bynum. All’inizio del secondo quarto si mette a produrre anche Al Harrington. I Lakers faticano parecchio, soprattutto quando Kobe Bryant va a prendere fiato in panchina e Gallinari li punisce ancora una volta chiudendo un bel contropiede con una perentoria schiacciata. L’azzurro è caldissimo, attacca il canestro e va in lunetta con frequenza, Denver così rimane davanti. Il grande protagonista degli ospiti nel primo tempo è sempre il Gallo che trova un altro canestro pesante a cinque minuti dal riposo. Bryant però decide di cambiare marcia e si mette a punire la pur volonterosa difesa di Denver producendo alcune giocate da cinema. Il leader dei Lakers trascina la squadra di casa che negli ultimi minuti del match prende possesso della gara e va negli spogliatoi avanti 47-40. Un ottimo Danilo Gallinari chiude la prima frazione con 18 punti (nonostante quattro errori dalla lunetta) ben 12 in più del secondo miglior marcatore di Denver Al Harrington.
- Lamar Odom va a canestro
decide il tap in di martin — Gli ospiti partono con il piede giusto nella ripresa. Il solito Gallinari riporta sotto Denver che con i canestri dalla zona pitturata di Martin e Nene torna a una sola lunghezza dalla squadra di LA. Il Gallo trova la retina con la mano sinistra dopo un bel movimento da sotto, Odom pero’ prova ad accendere la scintilla per i Lakers. Denver continua a difendere con grande disciplina e riesce a rimanere aggrappata alla truppa di Phil Jackson chiudendo il terzo quarto sul 69 pari. Felton con sei punti in un paio di minuti fa capire al pubblico dello Staples Center che i Nuggets sono venuti a LA per vincere. Gli ospiti grazie al gioco da tre di Mozgov e al canestro di Smith vanno al+4. Phil Jackson così riporta Kobe Bryant sul parquet, ma i campioni in carica in attacco non decollano. Felton, invece, continua a produrre, Martin lo imita e i Nuggets a due minuti dalla sirena si ritrovano avanti 91-83. I Lakers non si arrendono. Bryant, Gasol e la tripla di Odom riportano LA al -2 a 15’’ dalla fine. Nene viene mandato in lunetta e dopo aver realizzato il primo libero fallisce il secondo ma Martin sgomita, conquista il rimbalzo offensivo e firma il canestro che manda k.o. Bryant e compagni.
Los Angeles Lakers: Bryant 28 (10/23, 0/4), Odom 17, Gasol 16. Rimbalzi: Bynum 16, Gasol 12. Assist: Odom 5.
Denver: GALLINARI 22 (4/7 da due, 3/6 da tre, 5/11 ai liberi), 7 rimbalzi, 3 assist, 3 recuperi in 41’. Martin 18, Felton 16. Rimbalzi: Martin 8. Assist: Lawson 8.
- Chris Paul, protagonista del successo degli Hornets
New Orleans Hornets-Indiana Pacers 108-96
Tutto facile per gli Hornets che dominano i Pacers vincendo anche più nettamente di quello che direbbe il 108-96 finale. Monty Williams vuole dimenticare in fretta la sconfitta subita venerdì tra le mura amiche con Memphis e chiede ai sui giocatori una partenza decisa. Okafor e Ariza con la loro produzione accontentano il tecnico di New Orleans, Marco Belinelli trova il canestro con una bella penetrazione e i padroni di casa prendono subito in mano le redini del gioco. Okafor domina la zona pitturata, la leadership del solito Chris Paul illumina New Orleans e Indiana va in grande difficoltà. Gli Hornets arrivano al vantaggio in doppia cifra, poi chiudono la prima frazione avanti 29-21. L’ex di turno Darren Collison prova a scuotere i Pacers ma la squadra di casa tiene alta l’intensità e continua a giocare una buona pallacanestro. Belinelli con una tripla porta gli Hornets al + 13 a quattro minuti dal riposo, Ariza e Landry si mettono a produrre e New Orleans inserisce il pilota automatico, arrivando al riposo avanti 57-44. Okafor mette a referto una doppia doppia (con ben 13 rimbalzi) già all’intervallo, coach Williams non può che ritenersi più che soddisfatto della prestazione della sua truppa. I Pacers poco brillanti del primo tempo fanno addirittura peggio nel terzo quarto. Gli ospiti, infatti, subiscono subito un parziale di 11-0, al quale contribuisce anche Belinelli con un canestro in penetrazione, e perdono definitivamente contatto con gli Hornets, arrivando al -24. Tutto diventa facile per Paul e compagni. L’azzurro trova la retina dal perimetro, Landry fa quello che vuole nella zona pitturata e New Orleans dilaga. Monty Williams così può permettersi di regalare ossigeno in panchina ai suoi titolari nell’ultimo quarto. Le seconde linee della Big Easy pero’ mostrato una certa sufficienza nella seconda parte dell’ultimo quarto. Le triple di Mike Dunleavy e Dahntay Jones mettono paura al tecnico di New Orleans che a tre minuti dalla sirena decide di non correre rischi e, sul 103-92, rimette sul parquet i suoi titolari. Gli Hornets mettono al sicuro il risultato senza nessun problema e si preparano nel modo migliore all’importantissima sfida di mercoledì contro Houston.
New Orleans: BELINELLI 9 (3/4 da due, 1/5 da tre), 2 assist in 23’. Ariza 19 (6/10, 2/3), Landry, Paul 18. Rimbalzi: Okafor 17. Assist: Paul 8.
Indiana: Granger, Dunleavy 15. Rimbalzi: Hibbert 6. Assist: Price 6.
- Il passaggio di Sonny Weems nella sfida vinta su Orlando
Toronto Raptors-Orlando Magic 102-98
Privi di Andrea Bargnani e Jose Calderon i Toronto Raptors (21-55) si tolgono una grossa soddisfazione battendo in casa con il punteggio di 102-98 gli Orlando Magic (48-29) di Dwight Howard. Anche Orlando scende in campo con varie assenze (JJ Redick, Duhon e Arenas) e ottiene in tutto soltanto 9 punti dalla panchina, ma la differenza principale è il desiderio di vincere questo match inutile per la classifica, ed è maggiore nei giovani e affamati Raptors. Già a Chicago, nella prima gara del back to back, Toronto aveva giocato bene impegnando Derrick Rose e compagni più del previsto. Contro i Magic il successo è ampiamente meritato come sottolinea Stan Van Gundy, coach di Orlando: “Hanno preso 18 rimbalzi più di noi, in contropiede è finita 14-3 per loro e abbiamo concesso 21 punti sui secondi possessi. Hanno meritato di vincere”. Orlando appare stanca nel finale in cui arriva sempre in ritardo sulle palle vaganti e sui rimbalzi lunghi che sono preda delle rapide guardie di Toronto. I Raptors hanno un uomo in più nel finale, Jerryd Bayless che dimostra spirito competitivo non comune andando a procurarsi falli, catturando rimbalzi e strappando la palla dalle mani di Howard. In tandem con Barbosa, il playmaker sostituto di Calderon si fa beffa degli avversari approfittando della superiore velocità e con anche un brillante DeRozan le guardie di Toronto dominano il confronto con il reparto dei Magic alquanto sprovvisto. Dwight Howard è il migliore in campo per i Magic e infatti quando esce a rifiatare un attimo scende il buio. Howard va in panchina nell’ultimo quarto sul +8 per Orlando e in un attimo Toronto piazza un 8-0 di parziale. “È ridicolo che io non possa nemmeno dargli una pausa per bere. Appena esce la nostra difesa svanisce e oggi abbiamo anche avuto poco attacco”, prosegue un arrabbiato Van Gundy. Oltretutto Reggie Evans, monumentale come sempre a rimbalzo (17), fa sudare ogni punto al centro dei Magic Howard che chiude con 31 punti, ma deve faticare per ogni canestro. In attacco invece Toronto vive sui funambolismi di Barbosa e DeRozan (14 punti in tandem nell’ultimo quarto) e la grinta di Bayless, ma anche un buon contributo del collettivo. Importante anche il 14/15 ai liberi di DeRozan e Bayless. “Ognuno sta giocando bene adesso – dice Bayless -. Con una buona circolazione di palla tutti sono coinvolti. È un modo divertente di giocare e un metodo efficace se vogliamo aver successo. Abbiamo avuto un percorso travagliato quest’anno, ma magari finiamo la stagione in modo positivo”. Con 29-19 nell’ultimo quarto i Raptors hanno interrotto una striscia perdente di 6 gare e archiviato con 2-1 la serie contro i Magic. Per Orlando si tratta invece della terza sconfitta nelle ultime quattro gare.
Toronto: DeRozan 24 (8/16), Bayless 23 (7/14), Barbosa 14, J. Johnson e Weems 11. Rimbalzi: Evans 17. Assist: Bayless 8.
Orlando: Howard 31 (11/20, 9/15 tl), Nelson 21, Bass e Richardson 13. Rimbalzi: Howard 9. Assist: Nelson 7.
Denver-Gallo, colpo sui Kings. Hornets, Belinelli non basta
I Nuggets passano a Sacramento grazie a una buona prova del collettivo (in doppia cifra Felton, Martin e Nene), Gallinari contribuisce con 9 punti. New Orleans invece perde in casa con Memphis che domina a rimbalzo (40-26): il bolognese lotta e mette a segno 14 punti
Danilo Gallinari contribuisce con 9 punti al successo di Denver contro Sacramento. New Orleans viene sconfitta da Memphis in casa nonostante i 14 punti di Marco Belinelli e complica la propria corsa playoff.
Sacramento Kings-Denver Nuggets 90-99
- Gallinari in schiacciata coi Kings
I Nuggets (46-29) vincono sul campo di Sacramento una gara molto aspra e fisica, superando i Kings (21-54) per 90-99. Il primo quarto è tutto di marca Kings. Con Dalembert molto attivo sotto i tabelloni, una difesa che sporca molti palloni al quintetto di George Karl e una veloce transizione in attacco, Sacramento domina il gioco e va in testa 28-21. Denver fatica a trovare ritmo in attacco e tra errori al tiro e palle perse non inizia col piede giusto. Per Gallinari il primo quarto è in salita: 0/5 al tiro con un paio di ottime occasioni da tre sprecate e un paio di turnover durante penetrazioni in cui subisce contatti giudicati puliti dalla terna arbitrale. Il suo diretto avversario Francisco Garcia è al contrario caldissimo e guida i Kings con 8 punti e 3/3 nel primo quarto.
gallo schiaccia — Le riserve di Denver rimediano subito nel secondo quarto e grazie a JR Smith, Chandler e Andersen riportano la sfida in parità. Il ritmo della gara si abbassa notevolmente e Birdman, uno di quelli con maggior energia, si distingue con 10 punti (5/5) nella seconda frazione. Denver paga qualche distrazione di troppo in difesa e i Kings ringraziano. Il Gallo ritorna in campo sul +3 per i Nuggets con 4’ da giocare nel primo tempo. Sacramento torna al comando 51-48 a metà gara grazie a due invenzioni di Tyreke Evans. Gallinari resta a secco anche nel secondo quarto in cui gioca solo 3’ e nel suo anonimo primo tempo registra anche 3 palle perse compreso un fallo “da ultimo uomo” che regala due liberi e palla ai Kings. Il Gallo è più determinato alla ripresa del gioco: penetra e sbaglia, ma Martin corregge al volo, poi l’azzurro si sblocca dalla media con un jumper fortemente voluto. Anche Martin e Nene si fanno piu’ aggressivi in attacco e Denver decolla aumentando pure l’intensità difensiva. Gallinari dà spettacolo con un cross over concluso in poderosa schiacciata. Un’altra facile schiacciata del Gallo porta la sua squadra a +11.
tutti scontenti — Tutto funziona nel terzo quarto e si assiste al vero “Denver basketball”. Gallo ormai è entrato in ritmo e infila la tripla del +15 per i Nuggets. I Kings rispondono con falli di frustrazione e il terzo quarto termina 67-79 per gli ospiti e 9 punti per Gallinari. Nel quarto periodo si assiste a un tecnico contro la panchina di Sacramento (che si lamenta per un fallo non fischiato su Cousins) e subito dopo una distorsione alla caviglia per Birdman. La gara si inasprisce parecchio e gli arbitri faticano a gestirla scontentando un po’ tutti. Nel finale arriva anche un doppio fallo tecnico a Gallinari e Dalembert a gara comunque già decisa. L’attacco dei Kings è sterile nel secondo tempo e produce solo 39 punti, mentre un buon finale di Felton garantisce il successo a Denver che allunga la striscia vincente a 5 partite.
Sacramento: Garcia 17, Evans 13. Rimbalzi: Dalembert 12. Assist: Cousins e Thornton 5.
Denver: GALLINARI 9 (3/10 da due, 1/3 da tre), 4 rimbalzi, 3 assist, 4 palle perse, 3 falli in 30’. Felton 17, Martin 14, Nene 12. Rimbalzi: Nene 12. Assist: Nene 6.
New Orleans Hornets-Memphis Grizzlies 81-93
- Marco Belinelli, 14 punti con Memphis
Questione di centimetri. Quelli che ha Memphis, che domina 40-26 la sfida a rimbalzo, e quelli che mancano a New Orleans, sconfitta in casa per la terza volta nelle ultime 5 esibizioni e raggiunta dai Grizzlies a 43 vinte e 33 perse in stagione, nel calderone che comprende anche Portland per le posizioni dalla 6ª all’8ª nella Western Conference, con Houston alla finestra 3 gare più indietro. Gli Hornets di Marco Belinelli, protagonista assoluto nel terzo quarto, affronteranno nuovamente i Grizzlies domenica 10, ma rispetto ai rivali hanno un calendario più insidioso. La sfida della New Orleans Arena si decide sotto canestro: Zach Randolph (52ª doppia doppia stagionale) e Marc Gasol fanno il bello e il cattivo tempo, ridicolizzando i lunghi degli Hornets nonostante l’impegno di Okafor. Landry, il sostituto dell’infortunato West, regge da solo l’attacco di casa nel primo tempo (16 punti sui 38 totali dei suoi), ma nella ripresa viene limitato dai falli.
spettatore — Tocca alle guardie dare una mano e, vista la brutta serata di Chris Paul (5 punti con 2/8 al tiro), Belinelli risponde presente: dopo un primo tempo abulico con 3 soli punti in 3 tiri tentati, Mister B ne infila 11 nel terzo quarto, tenendo a galla i suoi. Eppure nell’ultimo parziale fa quasi sempre da spettatore. Le cose per gli Hornets si mettono subito male, con un primo quarto chiuso sotto 23-12 tirando col 29% dal campo e catturando appena 7 rimbalzi contro i 15 dei Grizzlies. Belinelli infila i primi suoi primi 3 punti (canestro più fallo) a 10’34” dal riposo, Memphis prova a scappare toccando più volte il +15 ma gli Hornets restano lì grazie a Landry (10 punti nel parziale, 7/10 al riposo col resto della squadra fermo a 7/26), e tornano negli spogliatoi sotto 51-38.
break finale — Belinelli apre il suo gran terzo quarto con la tripla che innesca il primo tentativo di rimonta di New Orleans, che riduce il distacco a 6 punti (59-53) a 5’50” dalla terza sirena quando Mister B si ripete dall’arco. Gli ospiti partono però per un 11-1 a cui mette fine proprio Belinelli, che poi a 22” dalla sirena con un gioco da 3 punti sigilla il terzo periodo sul 71-61 Memphis. Beli va a rifiatare in panchina a 10’38” dalla fine, con Monty Williams che cerca dalle riserve i punti per tornare definitivamente a contatto. Ma il break decisivo non arriva e Memphis nel finale scappa con Randolph e Mayo (93-77 a 1’50” dalla sirena), costringendo New Orleans alla resa.
New Orleans: BELINELLI 14 punti (3/4 da due, 2/5 da tre, 2/2 liberi), 1 rimbalzo, 1 recupero, 2 perse e 2 falli in 28’06”. Landry 19 (8/13, 3/4 tl), Ariza 12, Jack 8. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Paul 13.
Memphis: Randolph 28 (10/18, 1/1, 5/6 tl), Allen 17, Gasol 13, Mayo 13. Rimbalzi: Randolph 10, Gasol 10. Assist: Conley 7, Randolph 7.