Posts tagged Cleveland Cavaliers

Chicago non si ferma più. Piovono triple a New York

Con quella sui Nets, i Bulls ottengono l’ottavo successo concecutivo, record degli ultimi sei anni. Al Garden, i Knicks battono Memphis e collezionano 20 triple (su 36 tentate), nuovo record di franchigia

Chicago e New York protagoniste positive della notte Nba, Cleveland ancora una volta tra i cattivi. I Bulls passano a Newark grazie alla prova della difesa, mentre i Knicks si prendono la vittoria interna su Memphis sommergendo gli avversari sotto una pioggia di triple. I Cavs invece vengono travolti a Portland in un match deciso già nel primo quarto.

Derrick Rose evita il contrasto di Deron Williams. Ap
Derrick Rose evita il contrasto di Deron Williams

New Jersey Nets-Chicago Bulls 73-84

Inarrestabili. La difesa di ferro tiene i Nets (22 vinte-44 perse) al minimo di punti stagionali e al 35% dal campo, e Chicago (49-18) allunga a 8 gare la striscia vincente, la più lunga in 6 anni. Per i Bulls, signori della Eastern Conference con mezza gara di vantaggio su Boston, passare al Prudential Center non è stato comunque facile: complice una serata col 40,7% dal campo, il successo degli uomini di Thibodeau è diventato realtà negli ultimi 3’57”, con un 15-4 alimentato da 6 punti di Korver e dal 2/9 al tiro concesso a New Jersey. “Affidarci alla difesa è quello che abbiamo fatto durante tutta la stagione – racconta Derrick Rose -. Se il nostro attacco non funziona, cosa che succede raramente, ci affidiamo alla difesa. Ed è quello che abbiamo fatto”. Chicago ha interrotto la striscia di 5 vittorie consecutive dei Nets mettendo la museruola a Deron Williams, tenuto a 1/12 dal campo. New Jersey era partita meglio, volando sul 10-3 dopo 3’ grazie a 8 punti di Morrow. Chicago insegue e sorpassa nel finale, arrivando alla prima sirena avanti 24-20. Senza Boozer, fuori per la quarta gara di fila, i Bulls trovano un gran contributo a rimbalzo da Asik (massimo in carriera) e nel secondo quarto toccano due volte il +10 prima di tornare negli spogliatoi avanti 43-36. Spinti dai punti di Rose e Deng, gli ospiti arrivano sul 51-37 con 7’12” da giocare, ma New Jersey non cede, nonostante la fatica in attacco, e inizia gli ultimi 12’ sotto 60-50. Outlaw apre il 15-5 che consente ai Nets di agguantare la parità sul 65 a 5’50” dalla fine. Lopez firma il 69 pari con 4’36” da giocare, poi i Bulls decollano per il break che vale la vittoria. “Avremmo potuto giocare e tirare molto meglio – ha detto Williams dei Nets -, ma loro sono davvero una buona squadra in difesa”.

New Jersey: Lopez 22 (8/15 da due, 6/7 liberi), Humphries 13, Vujacic 13. Rimbalzi: Humphries 16. Assist: Williams 11.
Chicago: Rose 21 (8/18, 0/5, 5/6 tl), Deng 19, Korver 12. Rimbalzi: Asik 16. Assist: Noah 6.

Un numero di Carmelo Anthony. Reuters
Un numero di Carmelo Anthony

New York Knicks-Memphis Grizzlies 120-99

Pioggia di triple. Sono ben 20 (su 36 tentate), nuovo record di franchigia, quelle che New York (35-32) manda a bersaglio contro Memphis (37-32), prendendosi la prima vittoria dopo tre sconfitte di fila. Protagonista assoluto della serata al Madison Square Garden è Tony Douglas, che celebra i 25 anni compiuti mercoledì con 9 triple a bersaglio dalla panchina, record di franchigia eguagliato. “Una volta iniziato a fare centro, mi sentivo come se nessuno potesse difendere su di me – ha detto Douglas -. Non importava se c’era un avversario a coprirmi: qualsiasi cosa tiravo finiva nel canestro”. I Knicks, nonostante la peggior serata di Amar’e Stoudemire (16 punti) dall’arrivo di Carmelo Anthony, tirano col 52% dal campo, buono per riprendersi il sesto posto solitario a Est, e aggiustano la difesa, che nelle ultime 3 esibizioni aveva concesso in media 117,3 punti. Memphis vince 41-35 la sfida a rimbalzo, ma chiude col 46,1% al tiro, pagando l’incapacità di difendere dal perimetro. “L’ultima volta ci avevano battuto con le triple – confessa coach Lionel Hollins -. Anche stavolta è successo lo stesso”. New York infila tre triple nel parziale d’apertura, con le ultime due buone per guadagnarsi il 29 pari alla sirena, conseguenza soprattutto dei 15 punti di Melo. Douglas fa centro 5 volte dalla distanza nel secondo quarto, contribuendo a regalare a New York 8 punti di vantaggio (59-51) al rientro negli spogliatoi. Memphis esce definitivamente di scena nel terzo periodo, martoriata dalla distanza: i Knicks fanno centro 7 volte da fuori, e le tre consecutive negli ultimi 59” aprono una voragine di 18 punti (92-74). Memphis ricuce fino a 100-88 con 6’04” da giocare, ma Melo con 7 punti consecutivi tiene i Knicks al sicuro. A 17” dalla fine Douglas firma la tripla dei record e la festa del Garden può esplodere.

New York: Douglas 29 (1/2, 9/12), Anthony 28, Billups 18. Rimbalzi: Stoudemire 9. Assist: Billups 8.
Memphis: Conley 16 (4/9, 2/3, 2/2 tl), Arthur 15, Allen 14, Randolph 14. Rimbalzi: Arthur 7. Assist: Conley 6.

Hickson cerca di frenare la corsa di Aldridge. Ap
Hickson cerca di frenare la corsa di Aldridge

Portland Trail Blazers-Cleveland Cavaliers 111-70

Senza storia. Portland (39-29) spazza via Cleveland (13-54), la peggior squadra Nba, in una sfida mai in discussione che regala alla franchigia dell’Oregon la seconda vittoria consecutiva. I Trail Blazers chiudono col 54,2% dal campo, stravincono 45-29 la sfida a rimbalzo e concedono agli avversari il 35,6% al tiro, permettendosi di far riposare i titolari nell’ultimo quarto, a gara già decisa. La vittoria in realtà Portland se l’era presa già nel primo quarto, infilando prima un 22-0 dopo il momentaneo 2-2 firmato Sessions, poi volando sul 33-4 a 1’44” dalla fine trascinata da 11 punti di Wallace, e chiudendo i conti sul 37-12, col 69% al tiro e gli avversari tenuti al 14,3%, un nuovo minimo nella stagione già disastrata dei Cavs. A Cleveland non basta il ritorno di Baron Davis (fuori da 4 partite dopo la morte della nonna che gli aveva fatto da madre) per rimettersi in carreggiata, e nel secondo quarto Portland continua a dilagare, volando sul 55-19 a 4’47” dal riposo con gli incontenibili Aldridge e Wallace. Grazie alla precisione di Sessions dalla lunetta, Cleveland chiude il primo tempo sotto di 30 (64-34): ma ai Cavs manca tutto, dalla difesa (la quarta peggiore dell’Nba) al gioco di squadra (appena 6 assist complessivi). I Blazers inaugurano la ripresa con un 9-0, poi continuano a far male toccando i 44 punti di vantaggio (87-43) con Camby a 3’15” dalla terza sirena, con la gara già da tempo segnata. Per i Cavs comunque non è un record negativo, visto che a gennaio avevano perso 112-57 in casa dei Lakers.

Portland: Aldridge 20 (9/10, 2/3 tl), Wallace 17, Matthews 14, Batum 14. Rimbalzi: Aldridge 11. Assist: Miller 6, Wallace 6.
Cleveland: Sessions 14 (4/8, 6/6 tl), Gibson 12, Harris 10. Rimbalzi: Hickson 7. Assist: Harris 3.

tratto da gazzetta.it

Comments (1) »

Belinelli caldo, bene gli Hornets. Ma che spavento per Chris Paul

L’azzurro, che parte in quintetto, firma 18 punti con 7/14 dal campo e New Orleans passa a Cleveland 96-81. Paul cade e sbatte la testa, per fortuna gli esami sono negativi e il giocatore può lasciare l’Ohio insieme ai compagni, anche se salterà la partita con Chicago

Chris Paul esce dal campo in barella col pollice alto. Ap
Chris Paul esce dal campo in barella col pollice alto

Chris Paul spaventa gli Hornets, alla fine però New Orleans può festeggiare il successo su Cleveland, 96-81 il punteggio, e tirare un sospiro di sollievo. Il playmaker degli Hornets, infatti, nel terzo quarto va ko dopo uno scontro con Ramon Sessions. Paul sbatte la testa e rimane sul parquet a lungo. Lo staff medico non vuole correre rischi e porta fuori il giocatore in barella, conducendolo direttamente alla Cleveland Clinic. Davvero una brutta immagine quella di Paul che lascia l’arena in ambulanza, ma dall’ospedale arrivano buone notizie.

SOSPIRO DI SOLLIEVO — Tutti gli esami, infatti, danno esito negativo e il giocatore riesce a raggiungere i compagni all’aeroporto e a partire con loro alla volta di Chicago. Il trauma cranico subito a Cleveland però costringerà Paul a saltare il match di lunedì con i Bulls. Tutto bene quel che finisce bene, ma New Orleans ha rischiato davvero di pagare a carissimo prezzo il successo ottenuto sul parquet dei Cavaliers. Gli Hornets comunque registrano l’ennesima prestazione di grande sostanza di un Marco Belinelli, 18 punti e cinque rimbalzi, in un ottimo momento di forma.

LA PARTITA — Gli ospiti partono con il piede giusto proprio grazie alla produzione dell’azzurro. Il bolognese, infatti, trova subito due bei canestri dal perimetro, poi realizza un tripla a metà frazione, firmando così sette dei primi 13 punti della squadra della Louisiana. L’azzurro deve vedersela con un solido difensore come Anthony Parker, ma se la cava egregiamente e gli Hornets rimangono davanti chiudendo il primo quarto in vantaggio di tre lunghezze. Con l’ingresso di Baron Davis, il giocatore con il quale Beli legò di più a Golden State, Cleveland però prende fiducia in attacco e grazie alle giocate dell’ex Clippers riprende New Orleans. Negli ultimi secondi i canestri di un caldissimo Belinelli e del solito Chris Paul permettono agli Hornets di andare al riposo avanti 51-48. I padroni di casa tornano sul parquet con grande aggressività e a inizio ripresa provano a prendere in mano le redini del match. Sessions spinge i Cavs al +4, Beli dalla lunga distanza riporta sotto New Orleans. A 4’35’’ dalla fine del terzo quarto, poi, lo scontro tra Sessions e Paul fa trattenere il respiro all’intera Quicken Loans Arena. Quando, dopo lunghissimi minuti, il match riprende, il bolognese con un altro canestro dal perimetro firma il sorpasso degli Hornets. Con il proprio leader ko, New Orleans potrebbe accusare il colpo, invece la truppa di Monty Williams risponde con grandissima personalità. Gli Hornets, infatti, piazzano un parziale di 24-8, difendono con grande energia e mettono così al sicuro il risultato. Marco Belinelli rimpingua le proprie statistiche trovando la retina dalla media distanza e firmando due liberi prima della fine del match. Arriva quindi il lieto fine per gli Hornets che portano a casa il successo e ricevono confortanti notizie sulle condizioni fisiche del loro leader.

Cleveland: Davis 17 (2/4, 4/7), Hickson, Sessions 15. Rimbalzi: Hickson 10. Assist: Davis 6.
New Orleans: BELINELLI 18 (5/9 da due, 2/5 da tre, 2/2 ai liberi), 5 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata in 41’. Okafor, West 7. Assist: Paul 11.

tratto da Gazzetta.it

Leave a comment »

Baron Davis ai Cavs!

Baron Davis

I Los Angeles Clippers hanno raggiunto un accordo con i Cleveland Cavaliers per cedere Baron Davis ed una scelta non protetta del draft del 2011 in cambio di Mo Williams e Jamario Moon.

Il Barone, che prima della stagione 2008-09 ha firmo’ un quinquennale da 65 milioni di dollari con la franchigia californiana, in stagione viaggia a 12.8 punti e 7 assist di media.

Mo Williams & Jamario Moon

Leave a comment »

Gallo non si vede, Knicks k.o. Cleveland passa all’overtime

Terza sconfitta di fila di New York, che cede 109-102 contro i Cavs. Male l’azzurro: 7 punti e solo 1/10 da fuori. Decisive le grandi prove di Mo Williams (23) e Jamison (21)

Stoudemire, a destra, in lotta  contro Varejao. Ap
Stoudemire, a destra, in lotta contro Varejao

New York ritrova una brutta abitudine, quella di perdere partite consecutive: sono 3 i k.o. di fila per Gallinari e compagni, non accadeva da metà novembre, quando la serie negativa arrivò a 6 partite. Dopo la sconfitta di misura in casa contro Boston e la batosta subita da Miami sempre al Garden la sera precedente a questa partita, i Knicks sono apparsi un pò scarichi, anche dal punto di vista della voglia, e Danilo ha pagato le sue eccellenti partite contro Celtics e Heat, giocate a un livello di fisicità clamoroso. Il Gallo mette la sua unica tripla nel buon inizio dei suoi (quella dell’8-2), ma stavolta non si accende mai, e le cifre parlano chiaro (1/10 da fuori, per lui che è entrato in questa partita con il 42.5% nelle triple nelle gare disputate a dicembre).

buon avvio — Chi ride, invece, è Cleveland, che interrompe una serie di sconfitte in doppia cifra (10, appunto). I Cavs non vincevano dal 27 novembre scorso (92-86 contro i Memphis Grizzlies), e ora finalmente sono tornati a sorridere. Il simbolo di questo successo è stato senza dubbio Varejao, assolutamente devastante per intensità e capacità di mandare fuori giri Stoudemire. I Knicks sono stati avanti per tutta la prima metà di gara, tirando bene da fuori (7/16 di squadra), raggiungendo anche i 9 punti di vantaggio con due triple consecutive di Shawne Williams (47-38 a 5’30 dall’intervallo). Non abbastanza per abbattere i Cavs, non abbandonati dal proprio pubblico e vogliosi di tornare a vincere. Tra i Knicks, viste le mancanze offensive di Gallinari, ci prova Landry Fields a ritagliarsi uno spazio da protagonista, e con 7 punti nell’ultimo quarto sembra mettere i suoi in posizione ideale per vincere (sua la tripla del sorpasso, poi segna Felton per il +4 a 52 secondi dalla fine). Cleveland resta in partita grazie a Jamison, e dopo l’ennesimo errore da fuori di Gallinari arriva il pareggio di Mo Williams, eccellente, a 3 secondi dalla fine dei regolamentari (93-93). Stoudemire si prende l’ultimo tiro per vincere, ma va corto.

supplementare — Il supplementare è tutto di Cleveland, come detto con Varejao protagonista: il centro brasiliano firma i primi quattro punti dei suoi in questo overtime, tutti su assist di Williams che poi si mette in proprio e segna il tiro del +4 (99-95) dopo un fallo offensivo di Stoudemire, che scansa via in maniera irregolare proprio Varejao portando un blocco. Alla festa di quelli dell’Ohio partecipa anche Jamison: prima il tap-in sull’errore di Varejao, poi il rimbalzo d’attacco dopo la tripla sbagliata dal suo playmaker, Mo Williams, che gli serve l’assist per l 103-97 a 1’02 dalla fine. Gallo ci prova ancora da fuori, e sbaglia inesorabilmente. Williams punisce dal cuore dell’area (105-97), e Cleveland non trema nemmeno contro la tripla di tabella di Stoudemire: dalla lunetta Williams e Parker assicurano la vittoria ai ragazzi di Byron Scott, per New York si chiude una settimana che riporta a galla alcuni dubbi tecnici.

Cleveland Cavaliers-New York Knicks 109-102 dts

Cleveland: Mo Williams 23 (6/13, 3/8, 2/2 tl), Jamison 21, Parker 17, Varejao 14, Sessions 12, Gibson 11. Rimbalzi: Varejao 17. Assist: Mo Williams 14.
New York: GALLINARI 7 (2/4, 1/10), 2 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero, 2 perse, 3 falli. Stoudemire 23 (7/18, 1/1, 6/6 tl), Felton 23 (6/12, 3/7, 2/2 tl), Chandler 13, Williams 12, Fields 11. Rimbalzi: Stoudemire 11. Assist: Felton 11.

tratto da Gazzetta.it

Leave a comment »

LeBron più forte dei fischi il “traditore” batte i Cavs

Alla prima da avversario a Cleveland contro la sua ex squadra, segna 38 punti e trascina Miami al successo (118-90). I fan lo contestano per tutta la gara, lui risponde con una prestazione maiuscola. Phoenix supera i Warriors, al nono k.o. nelle ultime 11 gare

LeBron James ha realizzato a Cleveland 38 punti, suo record stagionale. Ap
LeBron James ha realizzato a Cleveland 38 punti, suo record stagionale

LeBron James batte i fischi di Cleveland e alla prima da avversario dei Cavaliers trascina Miami alla vittoria segnando 38 punti, la sua miglior performance stagionale. Phoenix si sbarazza di Golden State, alla nona sconfitta nelle ultime 11 gare.

Cleveland Cavaliers-Miami Heat 90-118

Una valanga di fischi, la miglior prestazione stagionale e una vittoria. Alla prima da avversario in quella che era la sua Cleveland, LeBron James sfodera una gara da Mvp, abbattendosi con 38 punti sui Cavaliers, la sua ex squadra (7 vinte-11 perse in stagione), e regalando agli Heat (12-8), il team a cui dal 9 luglio “ha portato il suo talento”, il terzo successo consecutivo. Fischiato e sbeffeggiato durante tutta la gara, LeBron ha trascorso l’ultimo quarto in panchina, circondato dai poliziotti chiamati per garantire la sicurezza del nuovo nemico numero 1 della città. Ma non ce n’è stato bisogno, visto che la Quicken Loans Arena, l’ex regno di LeBron, si è limitata ad insulti e cori di scherno, come “Akron (la città Natale del due volte Mvp in carica, ndr) ti odia” udito durante una gita in lunetta. “Non ho niente di personale contro questi tifosi e mai l’avrò – ha detto James, che nel solo terzo quarto ha messo insieme 24 punti -. Era una partita di basket. Non sono deluso per i fischi, in fondo erano qui per fare il tifo per la loro squadra. Non posso dire niente di brutto su questi tifosi. Dalla stagione prima che io arrivassi, chiusa con 17 vittorie, siamo cresciuti fino alle ultime due stagioni, quando abbiamo avuto la miglior squadra della lega durante la regular season. Capisco la loro frustrazione. Io stesso ero frustrato perché non abbiamo ottenuto quello che volevamo.

'Traditore', dedicato a LeBron James. Ansa
“Traditore”, dedicato a LeBron James

Ma auguro il meglio a questa organizzazione e a questi tifosi, che sono i migliori”. Nonostante la bordata di fischi che lo ha accompagnato ad ogni tocco di palla, James è riuscito a guidare i suoi ad un successo netto grazie all’aiuto di Dwyane Wade (a un rimbalzo e un assist dalla tripla doppia) e di una squadra che ha chiuso col 57% dal campo, tenuto gli avversari al 36% e vinto 43-35 la sfida a rimbalzo. La gara prende la strada di Miami nel primo quarto, quando James con 8 punti alimenta il 16-0 degli Heat, che chiudono il parziale sul 31-23. Sessions riporta Cleveland a distanza ravvicinata (36-31) a 8’20” dal riposo, ma gli ospiti rispondono con un nuovo break che li porta prima sul 50-35 e poi negli spogliatoi avanti 59-40 con gli avversari tenuti al 28% dal campo. James si scatena nel terzo quarto, e con 24 punti regala a Miami un vantaggio talmente rassicurante (95-65) che coach Spoelstra lo tiene in panchina per quel che resta della gara. LeBron osserva gli Heat allungare sul 102-75 a 7’14” dalla fine, poi Spoelstra richiama in panchina anche Wade e Bosh e le riserve fanno il resto. Per LeBron il ritorno in quello che una volta era il suo regno non è stato certo un incubo.

Cleveland: Gibson 21 (2/8 da due, 4/6 da tre, 5/7 tiri liberi), M. Williams 11, Jamison 11, Sessions 11. Rimbalzi: Varejao 8. Assist: Sessions 7
Miami: James 38 (13/18, 2/7, 6/9 tl), Wade 22, Jones 18. Rimbalzi: Wade 9. Assist: Wade 9

Golden State Warriors-Phoenix Suns 101-107

I punti di Jason Richardson e Grant Hill (59 in due), gli assist di Steve Nash, una serata col 54,8% al tiro e la precisione quasi assoluta (21/22) dalla lunetta. Così Phoenix (9-9) riesce ad imporsi in casa di Golden State (8-11) e a conquistare la seconda vittoria nelle ultime tre esibizioni. Ai Warrios non sono bastati i 38 punti di Monta Ellis, in campo per tutti i 48’ per la seconda volta in stagione, per evitare la nona sconfitta nelle ultime 11 partite. Hill e Richardson fanno male fin dal primo quarto, Nash sforna la metà dei suoi assist totali in meno di 9’ ma Phoenix riesce a scappare solo negli ultimi 4’, con un 9-0 che vale il 31-20 alla prima sirena. Golden State però non molla: grazie ai punti di Ellis (11 nel secondo quarto), riesce più volte a tornare a -5 contro le riserve dei Suns; poi, quando in campo si rivedono i titolari, il divario si accorcia fino a due soli punti (46-44 a 1’41” dalla fine), anche se gli ospiti riescono ad andare al riposo avanti 52-49.

Steve Nash in azione. Ap
Steve Nash in azione

Phoenix costruisce un vantaggio di 9 punti (66-57) a 7’19” dalla terza sirena, ma Golden State agguanta la parità con un break ispirato da 7 punti di Ellis e il match resta equilibrato, anche se sono sempre i Suns a trovarsi in vantaggio alla sirena (75-72). Dragic con 5 punti e due assist ispira il 9-2 che fa volare gli ospiti sull’84-74 a 9’28” dalla fine, poi Dudley li trascina sul 93-79 quando restano 6’53” da giocare. Ellis suona la carica e riporta Golden State a distanza (95-92) a 3’40” dalla fine: i Warriors però non riescono a ricucire, e Phoenix con un 10/10 dalla lunetta tiene il risultato al sicuro.

Golden State: Ellis 38 (13/22, 3/5, 3/7 tl), Lee 25, Wright 10. Rimbalzi: Wright 10. Assist: Curry 7, Ellis 7, Wright 7
Phoenix: Richardson 25 (7/11, 3/4, 2/2 tl), Hill 24, Nash 13. Rimbalzi: Frye 10. Assist: Nash 16

tratto da Gazzetta.it

Leave a comment »

Cleveland fa causa a Miami per LeBron

Nel giorno del ritorno di James da avversario
i Cavaliers accusano gli Heat di mercato irregolare

CLEVELAND – Nel giorno del ritorno a Cleveland da avversario e da nemico, meglio, un nemico al quale non si deve concedere alcuno sconto, LeBron James si è visto piombare addosso la prospettiva di un’azione legale promossa dai Cavaliers. La sua ex squadra ha dato mandato a un quotato studio di avvocati del Midwest di indagare se i Miami Heat hanno violato le ferree regole Nba che disciplinano le trattative tra un free agent e un club che desidera metterlo sotto contratto. La scorsa estate LeBron aveva esaurito il suo accordo con i Cavs, che nel 2003 l’avevano ingaggiato come prima scelta trasformandolo, oltre che in un campione annunciato (il soprannome di James era «Il Predestinato»), in un eroe di casa: il fuoriclasse è infatti originario di Akron, città a 40 miglia da Cleveland, ed era passato direttamente da un college locale al dorato mondo del professionismo.

PRIME TIME– In base alle norme vigenti, James ha dovuto valutare anche la nuova proposta dei Cavalieri dell’Ohio, però in cuor suo aveva già deciso di andarsene (la leggenda metropolitana dice che ai Giochi di Pechino programmò con gli amici Wade e Bosh di ritrovarsi entro due anni a giocare assieme a Miami). Tuttavia il modo in cui s’è congedato – con un annuncio spettacolare nel prime time televisivo, senza preavvertire i Cavs della scelta, se non altro per un senso di rispetto nei loro confronti – è stato il motivo scatenante di una guerra lanciata dalle dure dichiarazioni a caldo del proprietario Dan Gilbert («Si è comportato come un codardo») e silenziosamente proseguita in questi mesi.

TIFOSI INFEROCITI – Ora che siamo al giorno del ritorno, un momento temuto perché ci sono fondati motivi per prevedere una contestazione dura da parte di 20.000 tifosi inferociti, ecco la novità della voglia di tribunale da parte dei Cavs. Gilbert, in buona sostanza, chiede a questo pool di legali, ai quali ha già versato centinaia di migliaia di dollari come acconto sulle competenze, di verificare se gli Heat si sono intromessi nelle trattative prima che fosse loro possibile contattare il giocatore. Il suo obiettivo è di presentarsi dal commissioner David Stern con la «pistola fumante» della violazione. Se provata, pioverebbero inevitabili e pesanti sanzioni. I Cavaliers si sono rifiutati di commentare questo nuovo atto della guerra contro l’ex eroe. Dal canto suo, invece, LeBron si è dichiarato del tutto tranquillo e sicuro che la questione si risolverà in una bolla di sapore: «Io non ho violato un bel nulla» ha detto ai microfoni dell’emittente Espn.

tratto da Corriere.it

Leave a comment »

Bryant trascina i Lakers, Jennings non può nulla

Per Kobe e l’ex romano 31 punti a testa, i Bucks si inchinano a Los Angeles che ha 21 punti di Shannon Brown. Vittorie esterne per Chicago, Atlanta e Portland, Cleveland supera Philadelphia

Kobe Bryant fra Andrew Bogut (6) e Brandon Jennings. Ap
Kobe Bryant fra Andrew Bogut e Brandon Jennings

I Lakers passano a Milwaukee nonostante un grande Brandon Jennings. Vittorie esterne anche per Chicago a Houston, Atlanta a Indianapolis e Portland a Memphis. Solo Cleveland, contro Philadelphia, riesce a vincere in casa.

Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers 107-118

I Lakers mettono fine a una serie di 3 vittorie per Milwaukee, ma la partita è molto difficile in casa di Brandon Jennings e compagni. L’ex oggetto misterioso della Lottomatica Roma ne mette 19 nella sola prima metà di gara, chiusa avanti dai Bucks 59-57, ma la sua sfida a distanza con Bryant non basta – alla lunga – per permettere a Milwaukee di vincere. Bogut sbaglia troppo (4/12 dal campo, 2/10 ai liberi), mentre dall’altra parte ci sono 21 punti in 21′ dalla panchina di Shannon Brown, 16 dei quali nell’ultimo quarto per mantenere un vantaggio creato da Bryant nel terzo periodo. Kobe, infatti, lì mette 13 punti di cui 7 consecutivi in un parziale di 10-0 che permette ai campioni Nba di prendere anche psicologicamente il controllo della gara (82-75 a 3’26 dall’ultima pausa).

Milwaukee: Jennings 31 (8/15, 4/11, 3/3 tl), Gooden 22, Maggette 15, Bogut 12, Salmons 10. Rimbalzi: Bogut 18. Assist: Jennings e Salmons 6.
L.A. Lakers: Bryant 31 (10/19, 0/4, 11/11 tl), Brown 21, Gasol 18, Odom 13, Fisher 10. Rimbalzi: Gasol 10. Assist: Odom 6.

Houston Rockets-Chicago Bulls 92-95

Partita decisamente ondivaga a Houston, con le due formazioni a scambiarsi parziali specialmente nel secondo e nel terzo quarto (30-15 pro Bulls nel secondo quarto, 30-14 pro Rockets nel terzo), e allora Derrick Rose decide di vincerla. Nell’ultimo quarto il playmaker dei Bulls mette 17 punti, e costruisce il vantaggio che poi si rivelerà decisivo ai danni di Houston, sempre senza Brooks e Yao. Determinante anche l’apporto di Korver, che non solo mette la tripla del +9 (89-80 a 4’31 dalla fine), ma ci mette molte altre cose importanti venendo dalla panchina (3/4 dal campo, 6 rimbalzi, 4 assist e 3 recuperi in 26′). Houston torna a -3, ma gli ospiti gestiscono la situazione dalla lunetta nell’ultimo minuto con Noah e Deng.

Houston: Scola 27 (11/17, 5/6 tl), Miller 21, Martin 18, Battier 11. Rimbalzi: Scola e Miller 5. Assist: Lowry 7.
Chicago: Rose 33 (8/15, 4/5, 3/6 tl), Deng 16, Noah 12, Brewer 11, Korver 10. Rimbalzi: Deng 10. Assist: Rose 7.

Roy Hibbert contro Al Horford. Ap
Roy Hibbert contro Al Horford

Indiana Pacers-Atlanta Hawks 92-102

Senza gli infortunati Darren Collison e Tyler Hansbrough, i Pacers vanno in difficoltà contro Atlanta, che invece sfrutta proprio la sua profondità e manca 6 uomini in doppia cifra con una perfetta gestione del pallone (26 assist, solo 7 palle perse). Gli Hawks fanno la differenza nel terzo quarto, quando con 12 punti di Josh Smith passano dal +3 al +13 (77-64 a 1′ dalla fjne del periodo, mentre sale in cattedra Al Horford per gestire la rimonta dei padroni di casa fino a -5. Il centro di Atlanta mette 6 punti in 1’30 e l’assist per il 2+1 di Johnson, chiudendo la contesa (90-78 a 5’58 dalla fine).

Indiana: Granger 22 (6/10, 1/4, 7/8 tl), Hibbert 18, Dunleavy 14, Jones 10. Rimbalzi: Hibbert 15. Assist: Ford 5.
Atlanta: Smith 25 (8/15, 1/1, 6/7 tl), Bibby 16, Horford 15, Williams, Johnson e Crawford 11. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Bibby 7.

Memphis Grizzlies-Portland Trail Blazers 99-100

Alla prima partita in quintetto della stagione, con Brandon Roy fuori per infortunio, Wesley Matthews non potrebbe dare una risposta migliore. Ci mette 22 punti già prima dell’intervallo di una partita equilibrata (7 punti il più ampio margine, a favore degli ospiti), che si trascina punto a punto fino alla fine. Nell’ultimo minuto diventa protagonista Andre Miller: prima il tiro sbagliato e corretto da Batum, poi il tiro in allontanamento dalla media distanza e i tiri liberi a chiudere il 6-0 che mette la gara nelle mani dei Blazers (99-93 a 9 secondi dalla fine). Inutili le triple finali di Gay e Conley.

Memphis: Gay 20 (7/10, 1/2, 3/3 tl), Randolph 19, Mayo 17, Conley 16. Rimbalzi: Randolph 14. Assist: Conley 6.
Portland: Matthews 30 (6/9, 5/10, 3/4 tl), Aldridge 23, Miller 19, Batum 11. Rimbalzi: Camby 17. Assist: Miller 9.

Anderson Varejao (a sin) contro Andres Nocioni. Ap
Anderson Varejao (a sin) contro Andres Nocioni

Cleveland Cavaliers-Philadelphia 76ers 101-93

Quarta sconfitta consecutiva per Philadelphia, mentre Cleveland interrompe proprio una serie di 4 k.o. in casa, facendo felice coach Scott, che pretendeva una grande applicazione specialmente nel terzo quarto, fin qui quello più difficile da affrontare per i Cavs. Proprio al rientro dagli spogliatoi, invece, i padroni di casa fanno la differenza: un parziale di 11-0 per Cleveland regala ai giocatori di Scott il vantaggio in doppia cifra (grazie al 2+1 firmato da Varejao), e da lì in poi i Cavs controllano la situazione.

Cleveland: Gibson 18 (3/7, 3/5, 3/4 tl), Graham e Moon 13, Parker e Jamison 10. Rimbalzi: Moon 8. Assist: Sessions e Gibson 8.
Philadelphia: Young 17 (8/12, 1/1 tl), Turner 16, Brand 13, Nocioni 12, Holiday 11, Williams 10. Rimbalzi: Brand 11. Assist: Holiday 10.

tratto da Gazzetta.it

Leave a comment »

Bargnani trascinatore di Toronto Gallo malconcio, Beli sottotono

Il Mago ci mette 20 punti nel travolgente successo su Cleveland. Gallinari viene limitato dal polso destro e i Knicks scivolano a Boston. Belinelli si ferma a 5 punti, ma New Orleans batte Denver

Andrea Bargnani trascina alla vittoria i suoi Toronto Raptors con 20 punti in 30′. Danilo Gallinari, limitato a 2 punti dai problemi al polso, assiste alla sconfitta dei Knicks a Boston. Marco Belinelli non va oltre 5 punti ma dà il suo contributo al succeso di New Orleans su Denver.

Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 101-81

Dopo il passo falso nel debutto stagionale contro i Knicks, Toronto regala la prima vittoria al proprio caloroso pubblico sbarazzandosi con decisione dei deludenti Cleveland Cavs privi di Mo Williams. Toronto raggiunge un vantaggio massimo di 23 punti a metà del quarto periodo e taglia il traguardo sul 101-81. Un comodo layup del brasiliano Barbosa nell’azione finale permette ai fans canadesi di aggiudicarsi la prima pizza gratis della stagione. I Cavs facilitano il compito di Bargnani e compagni con grandi dormite difensive che rendono impossibile un’eventuale rimonta. Nell’ultimo quarto, Cleveland lascia incustodito Bargnani in mezzo all’area in tre azioni consecutive e il Mago li punisce con gli ultimi due canestri della sua positiva prestazione. Con la schiacciata per il 92-69, Bargnani è di nuovo il miglior marcatore dei Raptors e va a sedersi con 20 punti di bottino personale in 30′ di gioco, ottenuti con 13 tiri (uno soltanto da tre), 5/5 dalla lunetta e qualche opportunità di uno contro uno in isolamento. L’attacco di Toronto passa dalle mani morbide del Mago, ma le responsabilità vengono distribuite equamente. Cinque giocatori chiudono con almeno 10 tiri tentati (Bargnani, Kleiza, Barbosa, Weems e DeRozan). Se l’attacco dà segnali positivi è comunque con la difesa che i Raptors dominano il match: “Dall’inizio del training camp stiamo sottolineando l’importanza di rimbalzi e difesa per avere successo – dichiara coach Jay Triano -. Stasera la squadra ha fatto quello che chiediamo”. La gara mostra una supremazia di Toronto già nel primo tempo, alla fine del quale Bargnani ha all’attivo 12 punti con 4/9 al tiro e 3/3 ai liberi e i padroni di casa conducono 46-38. Ma è nel terzo quarto che si scava il solco definitivo con il lavoro sporco ma utilissimo di Reggie Evans, 14 rimbalzi e sempre il primo ad arrivare su ogni pallone, e 13 punti dell’ottimo Linas Kleiza, pericoloso dal perimetro e anche spalle a canestro. Anche Anderson e DeRozan sono ispirati in attacco e Toronto domina il periodo 31-17. Secondo Bargnani, il centro titolare Evans è perfetto nel ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato: “Quello è il suo compito. L’allenatore glielo ha detto e lui ha capito benissimo. Quando prende un rimbalzo, passa subito fuori la palla e non prova neanche a tirare”. Così facendo, Toronto si ritrova con tante seconde opportunità di riorganizzare le azioni offensive. I Cavs hanno solo Antawn Jamison che prova a reagire con tre triple e 11 punti nel terzo quarto, mentre Sessions incappa in una gara da dimenticare (1/10 e 5 palle perse). L’ultimo quarto è normale amministrazione per i Raptors che hanno vita facile contro un’avversaria fantasma. Anche il duo Jack-Calderon totalizza un brutto 1/10 e lo spagnolo, costretto a cedere il suo ruolo di play titolare al suo compagno di reparto, autore di una pre-season più convincente, sembra aver perso fiducia al tiro. Poco importa contro Cleveland perché ci pensano Kleiza e Bargnani a fare canestro. I Raptors hanno anche molte occasioni facili in contropiede con cui ottengono 26 punti (11/15). Qualcuna la sprecano “per voler fare fin troppo spettacolo”, secondo Triano. “Nel correre saremo una delle squadre più forti della Nba – dice Bargnani -. Quello è uno dei nostri punti di forza”. Ora che il ghiaccio è rotto bisogna già pensare alla settimana difficile che attende Toronto: quattro sfide in sei giorni in trasferta contro Sacramento, Utah, Lakers e Portland.

Toronto: BARGNANI 20 punti (6/11 da 2, 1/2 da 3, 5/5 tl), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 palle perse, 1 stoppata e 2 falli in 30’. Kleiza 19, DeRozan 14, Barbosa e Weems 13. Rimbalzi: Evans 14. Assist: Calderon 7.
Cleveland: Jamison 13, Parker 10. Rimbalzi: Moon e Hickson 6. Assist: Sessions 4.

Rajon Rondo, protagonista assoluto del match. Ap
Rajon Rondo, protagonista assoluto del match

Boston Celtics-New York Knicks 105-101

I Knicks non sfigurano contro i Celtics di un sontuoso Rajon Rondo e nel finale provano a rimettere clamorosamente in piedi una partita che sembrava chiaro appannaggio della squadra di casa. Desta qualche preoccupazione però la prestazione di Danilo Gallinari, che non sembra aver ancora completamente recuperato dall’infortunio al polso destro. Il Gallo non vuole crearsi alibi ma il suo 0/6 al tiro in soli 12’ di gioco non può avere altre spiegazioni. Mike D’Antoni nel terzo quarto lascia l’azzurro sul parquet soltanto per 3’13’’, poi lo riporta in panchina e non lo inserisce più fino al termine del match. Si parte con i Knicks subito in palla. Felton e Stoudemire spingono gli ospiti all’11-2, Boston ci mette un po’ a scaldare i motori ma le penetrazioni di Rondo e i canestri di Pierce rimettono davanti i Celtics che chiudono così il primo quarto in vantaggio 27-20. Il Gallo fatica in attacco, dalla panchina però si alza Wilson Chandler e produce punti preziosi per i newyorchesi. Stoudemire e Larry Fields riprendono Boston, che però nelle battute finali del secondo quarto si riporta davanti, andando al riposo con quattro lunghezze di vantaggio, 50-46. Un primo tempo tutto sommato positivo per la truppa di Mike D’Antoni. Nella ripresa però i Celtics mettono subito la loro impronta sul match. Danilo Gallinari va ben presto in panchina (sostituito da Chandler) per rimanerci, e New York perde contatto con Boston. Produce anche “Big Baby” Davis, sempre imbeccato da un Rondo stellare. I padroni di casa sembrano poter controllare senza grossi problemi il ritorno dei Knicks nell’ultimo quarto, trovando il canestro ogni volta che New York si avvicina. A 1’45’’ dalla sirena così il match sembra chiuso, con i Celtics avanti 101-90. New York però, mentre le tribune iniziano a svuotarsi, riesce a rimanere nella partita. Gli ultimi 36’’ poi si infiammano. “Stat” trova un canestro più fallo, e a 17’’ dalla sirena firma l’incredibile tripla che porta gli ospiti al -2. Qualche brivido è lecito per i Celtics, ma Pierce dalla lunetta tranquillizza i tifosi di casa. Rondo così festeggia con un successo una partita incredibile chiusa con una tripla doppia condita da qualcosa come 24 assist. Meglio di lui, nella gloriosa storia dei Celtics, in quanto ad assist in una gara, ha fatto soltanto il leggendario Bob Cousy (28) nel 1959.

Boston: Pierce 25 (5/14, 4/6), Garnett 24, Davis 16. Rimbalzi: Pierce 14, Garnett, Rondo 10. Assist: Rondo 24.
New York: GALLINARI 2 (0/3 da due, 0/3 da tre, 2/2 ai liberi) 3 rim., 1 ass. in 12’. Stoudemire 27 (6/14, 2/3), Chandler 19, Felton 17. Rimbalzi: Fields 10. Assist: Felton 6.

Marco Belinelli e gli Hornets hanno battuto Denver. Ap
Marco Belinelli e gli Hornets hanno battuto Denver

New Orleans Hornets-Denver Nuggets 101-95

New Orleans dimostra anche contro Denver di essere una squadra da prendere con le molle. Gli Hornets, infatti, con un ottimo ultimo quarto fanno lo sgambetto a Carmelo Anthony e compagni. Marco Belinelli, dopo l’eccellente prestazione di mercoledì, si deve accontentare di cinque punti, ma dà il suo contributo giocando con diligenza in attacco e difendendo con grande aggressività, soprattutto nei momenti caldi del match. Denver prova subito a mettere le cose in chiaro con una buona partenza, ma gli Hornets riprendono gli ospiti a meta’ del primo quarto (15 pari) proprio grazie a una tripla del bolognese. Billups e lo “scontento” Anthony (che nei giorni scorsi aveva mandato il suo chiaro messaggio a Denver dichiarando: “è arrivato il momento di cambiare”) scaldano i motori, ma i padroni di casa riescono a rimanere nella scia dei Nuggets. Nel secondo quarto la panchina di New Orleans si mette a produrre, cambiando così gli equilibri del match. Marcus Thornton in particolare trova confidenza con il canestro, Monty Williams così gli regala un minutaggio più lungo, lasciando fuori Belinelli fino agli ultimo 90’’ della frazione. New Orleans, grazie alla sorprendente produzione delle sue riserve, arriva al +15 ma nel finale di tempo Billups riporta sotto Denver che comunque al riposo ha un ritardo di nove lunghezze. Nella ripresa si presenta sul parquet un Anthony molto aggressivo che nel terzo quarto prova a caricarsi la squadra sulle sue spalle. Belinelli con un canestro dal perimetro tiene i Nuggets a -10 ma appena cala l’intensità difensiva degli Hornets, Denver produce canestri a raffica. A cavallo tra la fine del terzo quarto e l’inizio dell’ultimo periodo la squadra del Colorado torna davanti e prova a prendere possesso del match. Con il rientro sul parquet di Chris Paul (e dello stesso Marco Belinellli), l’inerzia però torna nelle mani dei padroni di casa. Il playmaker di New Orleans fa quello che vuole in attacco, David West si rimette a produrre mentre in difesa Ariza e Okafor non fanno più passare nessuno. Anche Beli fa il suo e per Denver trovare il canestro diventa un’impresa. New Orleans, spinta da un super Paul, piazza un parziale di 13-2, prende in mano le redini del match e riesce a mettere k.o. Denver, conquistando così il suo secondo successo della stagione.

New Orleans: BELINELLI 5 (1/5 da due, 1/3 da tre), 2 ass., 1 rec., in 24’. Paul 18 (6/11, 0/3), West 17. Rimbalzi: Okafor 8. Assists: Paul 7.
Denver: Anthony 24 (9/15, 1/2), Billups 20. Rimbalzi: Williams 13, Anthony 10. Assist: Billups 5.

tratto da Gazzetta.it

Leave a comment »

Delonte West torna ai Boston Celtics

Delonte West in maglia Cavs

Il cerchio si chiude per Delonte West che dopo tre anni torna dove “tutto era iniziato” ovvero ai Boston Celtics squadra che nel draft 2004 lo chiamò con la scelta numero 24. Trascorse tre stagioni con la maglia dei Bianco-Verdi fu costretto a fare le valigie all’inizio dell’off-season 2007 quando (con Wally Szczerbiak, Jeff Green e Trent Plaisted) venne ceduto ai Sonics come contropartita del primo “pezzo” di Big Three ovvero Ray Allen. Qualche mese più tardi sarebbe toccato andarsene anche ad Al Jefferson (pure lui proveniente dal draft 2004) in favore di Kevin Garnett. Mentre il Big-Three vinceva un anello (2008) e ne sfiorava un secondo (2010) Delonte West si affermava (non senza difficoltà) nella rotazione dei Cavaliers come playmaker prima titolare (2009) di poi riserva (2010) al fianco di LeBron James. Ad inizio estate 2010, però, LBJ ha deciso di trasferirsi a Miami dando di fatto il via ad un progetto di ricostruzione della squadra da parte dei Cavaliers che hanno iniziato proprio cedendo l’ingaggio di West ai Minnesota Timberwolves. Il contratto di Delonte, infatti, prevedeva solo 500.000 dollari garantiti degli oltre quattro milioni in caso di taglio effettuato prima della seconda settimana di Agosto ed i Wolves, come è facile immaginare, lo hanno acquistato solo nell’ottica di rilasciarlo nei free-agent. Nonostante i problemi dentro e fuori dal campo, però, i Celtics continuano a credere in lui e lo hanno dimostrato mettendolo sotto contratto al minimo salariale per la prossima stagione. A rendere nota la notizia dell’accordo ci pensa Danny Ainge in persona che al Boston Globe afferma: “Dal momento in cui Cleveland lo ha ceduto è entrato nei nostri radar. Lo rivolevano indietro perché ha già familiarità con il nostro roster. Soprattutto conosce Paul Pierce e Rajon Rondo i quali adoravano giocare insieme a lui. Anche io sono sempre stato un suo fan. Del pacchetto di giocatori ceduti ai Sonics tre anni fa il suo addio è stato il più difficile da accettare. Rispetto ad allora adesso è sicuramente migliorato grazie all’esperienza accumulata e anche se non è ancora un giocatore perfetto noi continuiamo a credere in lui. Di sicuro rifarei lo scambio, ma quando giocava per noi mi piaceva davvero molto. Conosciamo i problemi che ha avuto fuori dal campo, ma questo non frena il nostro entusiasmo.” A proposito di “problemi” Delonte West (in carriera 10 punti, 3.7 rimbalzi e 3.1 assists) inizierà il campionato 2010/11 con 10 giorni di ritardo a causa della sanzione inflittagli dalla lega per essere risultato colpevole al processo che lo coinvolgeva in prima persona per trasporto illegale di armi da fuoco nello stato del Maryland.

tratto da joeiverson.com

Leave a comment »

Ramon Sessions ai Cavs, Josh Powell agli Hawks

Cleveland ha fatto la sua prima mossa post-LeBron spedendo Delonte West e Sebastian Telfair a Minnesota per Ramon Sessions, Ryan Hollins e una seconda scelta al draft.

Josh Powell ha firmato con gli Atlanta Hawks come free agent dopo aver trascorso le ultime due stagioni con i Los Angeles Lakers.

Leave a comment »