Posts tagged Golden State Warriors

Nba: Un po’ di firme di free agent

I Golden State Warriors hanno firmato l’ala Al Thornton dopo che era stato liberato dai Washington Wizards all’inizio di questa settimana. I Warriors hanno detto ieri che Thornton, giocherà con la nuova maglia nella prossima partita contro i Boston Celtics. Le medie di Thornton quest’anno erano di 8.0 punti, 3.2 rimbalzi e 21,8 minuti in 49 partite.

Corey Brewer si è ufficialmente liberato dal contratto con i New York Knicks e firmerà ora un triennale con i Dallas Mavericks. “E’ una grande opportunità per noi averlo in squadra” ha detto coach Rick Carlisle. “E’ una mossa importante per noi”. I Knciks hanno firmato Brewer ma hanno subito deciso di liberarlo. Su Brewer c’erano circa 12 squadre.

I Boston Celtics hanno annunciato la firma di Sasha Pavlovic che segue quella di Troy Murphy. Il giocatore ha disputato 10 partite in stagione segnando 4.6 punti di media e raccogliendo 1.6 rimbalzi con le maglie di Mavericks e Hornets.

I Memphis Grizzlies hanno raggiunto un accordo con Leon Powe. L’arrivo del giocatore sarà ufficiale nelle prossime ore. Powe in stagione ha disputato 14 gare in maglia Cavaliers (3 in quintetto) segnando 5 punti e prendendo 2.7 rimbalzi.

 

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Troy Murphy sceglie Boston

Il colpo di mercato dei Boston Celtics è Troy Murphy. Il giocatore infatti ha scelto di giocare con Ray Allen & Co rifiutando la proposta dei Miami Heat.

Murphy ha iniziato la stagione ai Nets prima di essere messo in lista inattivi in attesa di una trade che lo ha portato in California ai Golden State Warriors.

Murphy ha subito rescisso con Golden State per provare a firmare per una contender.

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Mike Bibby e Troy Murphy a Miami???

I Golden State Warriors hanno raggiunto un accordo con Troy Murphy per la rescissione del contratto. Murphy potrebbe ora andare a Miami, Boston, Orlando o Dallas. Ma la squadra dei big three è la più seria candidata.

In carriera il giocatore viaggia ad una media di 11.8 punti ed 8.5 rimbalzi. Murphy ha iniziato la stagione ai Nets per poi passare ai Warriors nelle ultime ore disponibili per la trade.

I Washington Wizards hanno trovato un accordo con Mike Bibby per liberarlo dal contratto. Il giocatore era arrivato a Washington la passata settimana nell’ambito della trade che ha portato invece agli Hawks Hinrich ed Armstrong.

Bibby potrebbe ora finire in Florida, ai Miami Heat dei Big Three.

Il giocatore ha rinunciato a tutti i 6.2 milioni di dollari previsti dal contratto per la prossima stagione pur di giocare con una squadra che possa vincere il titolo. “Ha rinunciato a tanti soldi perche vuole vincere un anello” ha detto David Falk, agente del giocatore. “Dopo 10, 11 anni di NBA, ti interessa solo vincere. Ha molte offerte interessanti sul piatto”.
Altre squadre interessate a Bibby sono i Lakers, i Celtics ed i Blazers.

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Deron Williams ai NJ Nets!

Deron Williams & Devin Harris

I New Jersey Nets hanno ottenuto finalmente un grande nome dopo il deludente mercato estivo. Si tratta della All-Star Deron Williams, approdato dagli Utah Jazz dove vanno in cambio Derrick Favors, Devin Harris e due scelte future.

Derrick Favors

“Sento che Deron Williams sia la miglior guardia nella NBA – ha affermato il general manager Billy King all’annuncio ufficiale -. Ho parlato con Deron e lui è entusiasta. Capisce dove siamo e dove vogliamo andare. In questo campionato, si vince con il playmaker”.

Inoltre i Nets hanno scambiato con Golden State l’ala Troy Murphy con Brandan Wright e Dan Gazduric.

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Belinelli c’è, gli Hornets no. Tutto facile per Golden State

Contro la sua ex squadra, “Beli” indovina una buona serata al tiro e mette a referto 15 punti, ma New Orleans soffre troppo l’assenza di Okafor. Così l’ostacolo Warriors diventa insormontabile: è l’8ª sconfitta nelle ultime 10 gare

Belinelli in azione a Golden State. Ap
Belinelli in azione a Golden State

Un buon Marco Belinelli non basta agli Hornets che non riescono a scrollarsi di dosso i recenti problemi e incassano contro Golden State la loro ottava sconfitta nella ultime 10 gare. Finisce 102-89.

inizio hornets — New Orleans parte molto bene e nel primo quarto mette in grandissima difficoltà i Warriors. Chris Paul e David West in attacco fanno quello che vogliono, gli ospiti così ci mettono pochissimo ad arrivare al vantaggio in doppia cifra. L’ex di turno Marco Belinelli entra in campo a 3’20’’ dalla fine della prima frazione, si guadagna subito due liberi (entrambi realizzati) e firma la tripla che spinge gli Hornets al +15. L’azzurro produce anche un gioco da tre punti (canestro più fallo di Reggie Williams) all’inizio del secondo periodo, Golden State però torna sotto grazie alla buona produzione della panchina. Firma canestri importanti soprattuto Vlade Radmanovic. Paul si mette a litigare con il canestro e i padroni di casa tornano davanti prima del riposo piazzando un parziale di 15-3. Monta Ellis si rimbocca le maniche, i Warriors così, dopo aver rischiato il tracollo nel primo quarto, riprendono in mano le redini del match e vanno negli spogliatoi all’intervallo avanti 58-53.

finale warriors — Willie Green e West provano a scuotere New Orleans nei primi minuti del terzo quarto, Golden State però risponde con i canestri di Stephen Curry e David Lee. La compagine californiana arriva al +12, Belinelli riporta sotto gli Hornets con un canestro dalla media distanza ma non basta. New Orleans, infatti, non riesce più ad arginare Golden State che in attacco diventa devastante. Il match sfugge di mano agli ospiti nelle battute finali del terzo quarto. All’inizio dell’ultima frazione i Warriors toccano quota +19. Il bolognese segna dalla media e trova un’altra tripla delle sue ma oramai la frittata è fatta. Golden State amministra senza nessun problema il vantaggio nella seconda parte della frazione e si permette il lusso di dare spazio alle seconde linee. New Orleans così ancora una volta deve leccarsi le ferite. Senza la presenza sotto canestro dell’infortunato Emeka Okafor gli Hornets per forza di cose pagano dazio, quando poi Paul non riesce a trovare ritmo al tiro (4/12 dal campo) i problemi si moltiplicano.

New Orleans: BELINELLI 15 (3/4 da due, 2/4 da tre, 3/4 ai liberi), 2 rimbalzi in 22’. West 15 (5/7). Rimbalzi: West 7. Assist: Paul 10.
Golden State: Ellis 21 (5/14, 2/6), Lee, Wright 16. Rimbalzi: Udoh 7. Assist: Curry 8.

tratto da Gazzetta.it

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LeBron annienta Orlando. San Antonio all’ultimo decimo beffa i Lakers

Strepitosa performance di James che infila 51 punti (massimo dell’anno) e trascina Miami alla vittoria. Lakers battuti a due decimi dalla fine da un canestro di Antonio McDyess

LeBron James formato superstar (51 punti, massimo dell’anno in Nba) trascina Miami a una preziosa vittoria a Orlando. San Antonio passa in casa dei Lakers grazie a un canestro del veterano McDyess a 2 decimi dalla fine. Successo interno per Golden State su Milwaukee.

51 punti: LeBron James in azione. Afp
51 punti: LeBron James in azione

Orlando Magic-Miami Heat 100-104

La vendetta di LeBron. In casa dei nemici Magic (31 vinte-19 perse in stagione), il due volte mvp mette insieme il massimo di punti stagionali assoluto in Nba (Kevin Durant e Blake Griffin si erano fermati a 47), regalando agli Heat (35-14) la quarta vittoria di fila con la nona gara in carriera con almeno 50 punti a referto condita da 11 rimbalzi e 8 assist (solo Michael Jordan negli ultimi 25 anni ha messo insieme un match con numeri simili). “Affrontare i Magic mi fa venire voglia di dare tutto quello che ho – spiega LeBron -. Per noi non era una normale partita di regular season, visto che questa squadra ha detto tanto su di noi durante la offseason. Volevamo venire qui e far vedere loro tutta la nostra forza”. Miami chiude col 50% dal campo e costruisce un vantaggio anche di 23 punti ad inizio ultimo quarto, ma a 8” dalla fine rischia di compromettere tutto proprio per colpa di James: con i suoi avanti 103-100, LeBron regala il possesso ai Magic, che però non riescono con Anderson a trovare la tripla del supplementare. Lo show di James era cominciato subito: 23 punti nel primo quarto (nuovo record di franchigia) con 9 tiri tutti a bersaglio, buoni per il 30-26 ospite alla prima sirena. Orlando prova a rientrare con Howard (16 punti nel primo tempo), ma Miami torna negli spogliatoi avanti 55-45, allungando nel finale con quattro punti di fila di House e Dampier. Gli ospiti corrono in avvio di ripresa, perché Nelson resta l’unica arma offensiva dei Magic (Howard nella ripresa produce un solo punto) e Wade si accende andando a fare compagnia in attacco al sempre caldissimo LeBron. Gli Heat toccano l’88-65 a 8’10” dalla fine, ma Orlando si rimette in carreggiata con un 21-4 che rende elettrizzante il finale. I padroni di casa tornano a contatto col 103-100 firmato da Nelson a 10” dalla fine, ma dopo aver sciupato la tripla del pari devono arrendersi quando Wade dalla lunetta regala agli Heat il +4 con appena 2” da giocare.

Orlando: Nelson 22 (4/7 da due, 2/5 da tre, 8/8 liberi), J. Richardson 18, Howard 17. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Nelson 6
Miami: James 51 (14/20, 3/5, 14/17 tl), Wade 14, Bosh 13. Rimbalzi: James 11, Miller 11. Assist: James 8

Golden State Warriors-Milwaukee Bucks 100-94

La coppia perfetta. Monta Ellis e Stephen Curry regalano a Golden State (21-27) la seconda vittoria consecutiva producendo 15 punti negli ultimi 4’38”. Quella contro Milwaukee (19-29), alla terza sconfitta consecutiva, è una gara tiratissima (nessuna squadra supera mai i 7 punti di vantaggio), che i Warriors mettono in cassaforte solo negli ultimi 10”, dopo che Maggette sbaglia il libero che avrebbe riportato i Bucks sotto di un punto. Curry e Ellis, su cui gli ospiti fanno fallo per cercare di guadagnare tempo, invece sono perfetti dalla lunetta, facendo esultare la Oracle Arena. Milwaukee invece si rammarica per quel 42,9% al tiro contro la penultima difesa dell’Nba, che annulla il dominio assoluto a rimbalzo (49-36). Ilyasova è scatenato nel primo quarto, e con 15 punti regala i suoi il 22-18 alla sirena. Golden State però è in partita è la gara è così equilibrata che la squadra in vantaggio cambia 11 volte in 12 minuti, con i Bucks che tornano negli spogliatoi avanti 47-46 grazie a Ilyasova. Il copione è lo stesso nel terzo quarto, con Milwaukee che al 36’ conserva un vantaggio minimo (73-72). Quando Curry e Ellis salgono in cattedra Golden State cambia marcia, e agli ospiti non bastano nemmeno 12 punti di Maggette per tenere il ritmo: i Warriors hanno 6 punti di vantaggio (94-88) a 1’15” dalla fine, Maggette prova ad accorciare ma Curry e Ellis tengono Golden State al sicuro.

Golden State: Ellis 24 (9/17, 1/5, 3/3), Curry 16, Wright 16. Rimbalzi: Biedrins 10. Assist: Ellis 6
Milwaukee: Ilyasova 23 (9/18, 1/2, 2/2 tl), Maggette 21, Delfino 20. Rimbalzi: Mbah a Moute 19. Assist: Dooling 9

Tony Parker pressato da Pau Gasol. Reuters
Tony Parker pressato da Pau Gasol

Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 88-89

Antonio McDyess giustizia i Lakers a due decimi dalla fine. Il 36enne veterano conferma che gli Spurs sono il meglio che l’Nba ha da offrire anche allo Staples Center, dove gli uomini di Gregg Popovich conquistano la vittoria numero 41 in stagione (8 sconfitte), nella sfida con i due volte campioni in carica. Una gara tirata e dominata dalle difese, decisa solo nel finale. Gasol regala dalla lunetta l’88-87 Lakers con 22” da giocare. L’ultimo possesso sembra durare una vita: Ginobili ci prova da fuori ma sbaglia, McDyess strappa il rimbalzo offensivo ma Parker spreca in penetrazione, con San Antonio che riesce comunque a guadagnarsi una rimessa a 5” dalla fine. L’ultimo tiro se lo prende Duncan, ma la palla rimbalza sul primo ferro; McDyess però spunta tra Odom e Bryant riesce a battere sirena e Lakers. “L’ultimo possesso è stato pazzo – conferma Tony Parker -, ma sono contento che McDyess abbia fatto centro. Per noi è una grande vittoria, perché i Lakers sono una squadra importante e noi dopo il k.o. con Portland volevamo dimostrare qualcosa”. I Lakers, k.o. in 3 delle ultime 4 gare casalinghe, sono comunque in crescita, con Bryant (5/18 al tiro, a un rimbalzo dalla tripla doppia) che cerca di coinvolgere i compagni, e Artest che torna in doppia cifra (13 punti) dopo 4 gare a meno di 6 punti di media. I campioni sembrano smarriti in avvio, ma gli Spurs non ne approfittano e chiudono il primo quarto avanti 22-18 nonostante 10 punti di Jefferson. Artest ritrova se stesso nel secondo quarto e guida i Lakers fino al 40-33 a 2’41” dal riposo, poi Parker e Ginobili si risvegliano (stavano tirando 2/13 insieme) e chiudono il buco fino al 42 pari dell’intervallo. Il play sforna 14 punti nel terzo quarto, ma San Antonio non riesce a scappare. Los Angeles grazie a Odom riesce a chiudere un buco che a 8’04” dalla fine era di 8 punti (79-71). Quando Gasol firma il sorpasso a 22” dalla fine lo Staples Center si illude, ma McDyess riporta i Lakers sulla terra: per i campioni il peggio sembra alle spalle, ma per battere il meglio che l’Nba ha da offrire ancora non basta.

LA Lakers: Gasol 19 (8/10, 3/4 tl), Bryant 16, Odom 16. Rimbalzi: Bynum 10. Assist: Bryant 10
San Antonio: Parker 21 (9/17, 3/3 tl), Jefferson 18, Ginobili 14. Rimbalzi: Duncan 8, McDyess 8. Assist: Ginobili 8.

tratto da Gazzetta.it

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LeBron più forte dei fischi il “traditore” batte i Cavs

Alla prima da avversario a Cleveland contro la sua ex squadra, segna 38 punti e trascina Miami al successo (118-90). I fan lo contestano per tutta la gara, lui risponde con una prestazione maiuscola. Phoenix supera i Warriors, al nono k.o. nelle ultime 11 gare

LeBron James ha realizzato a Cleveland 38 punti, suo record stagionale. Ap
LeBron James ha realizzato a Cleveland 38 punti, suo record stagionale

LeBron James batte i fischi di Cleveland e alla prima da avversario dei Cavaliers trascina Miami alla vittoria segnando 38 punti, la sua miglior performance stagionale. Phoenix si sbarazza di Golden State, alla nona sconfitta nelle ultime 11 gare.

Cleveland Cavaliers-Miami Heat 90-118

Una valanga di fischi, la miglior prestazione stagionale e una vittoria. Alla prima da avversario in quella che era la sua Cleveland, LeBron James sfodera una gara da Mvp, abbattendosi con 38 punti sui Cavaliers, la sua ex squadra (7 vinte-11 perse in stagione), e regalando agli Heat (12-8), il team a cui dal 9 luglio “ha portato il suo talento”, il terzo successo consecutivo. Fischiato e sbeffeggiato durante tutta la gara, LeBron ha trascorso l’ultimo quarto in panchina, circondato dai poliziotti chiamati per garantire la sicurezza del nuovo nemico numero 1 della città. Ma non ce n’è stato bisogno, visto che la Quicken Loans Arena, l’ex regno di LeBron, si è limitata ad insulti e cori di scherno, come “Akron (la città Natale del due volte Mvp in carica, ndr) ti odia” udito durante una gita in lunetta. “Non ho niente di personale contro questi tifosi e mai l’avrò – ha detto James, che nel solo terzo quarto ha messo insieme 24 punti -. Era una partita di basket. Non sono deluso per i fischi, in fondo erano qui per fare il tifo per la loro squadra. Non posso dire niente di brutto su questi tifosi. Dalla stagione prima che io arrivassi, chiusa con 17 vittorie, siamo cresciuti fino alle ultime due stagioni, quando abbiamo avuto la miglior squadra della lega durante la regular season. Capisco la loro frustrazione. Io stesso ero frustrato perché non abbiamo ottenuto quello che volevamo.

'Traditore', dedicato a LeBron James. Ansa
“Traditore”, dedicato a LeBron James

Ma auguro il meglio a questa organizzazione e a questi tifosi, che sono i migliori”. Nonostante la bordata di fischi che lo ha accompagnato ad ogni tocco di palla, James è riuscito a guidare i suoi ad un successo netto grazie all’aiuto di Dwyane Wade (a un rimbalzo e un assist dalla tripla doppia) e di una squadra che ha chiuso col 57% dal campo, tenuto gli avversari al 36% e vinto 43-35 la sfida a rimbalzo. La gara prende la strada di Miami nel primo quarto, quando James con 8 punti alimenta il 16-0 degli Heat, che chiudono il parziale sul 31-23. Sessions riporta Cleveland a distanza ravvicinata (36-31) a 8’20” dal riposo, ma gli ospiti rispondono con un nuovo break che li porta prima sul 50-35 e poi negli spogliatoi avanti 59-40 con gli avversari tenuti al 28% dal campo. James si scatena nel terzo quarto, e con 24 punti regala a Miami un vantaggio talmente rassicurante (95-65) che coach Spoelstra lo tiene in panchina per quel che resta della gara. LeBron osserva gli Heat allungare sul 102-75 a 7’14” dalla fine, poi Spoelstra richiama in panchina anche Wade e Bosh e le riserve fanno il resto. Per LeBron il ritorno in quello che una volta era il suo regno non è stato certo un incubo.

Cleveland: Gibson 21 (2/8 da due, 4/6 da tre, 5/7 tiri liberi), M. Williams 11, Jamison 11, Sessions 11. Rimbalzi: Varejao 8. Assist: Sessions 7
Miami: James 38 (13/18, 2/7, 6/9 tl), Wade 22, Jones 18. Rimbalzi: Wade 9. Assist: Wade 9

Golden State Warriors-Phoenix Suns 101-107

I punti di Jason Richardson e Grant Hill (59 in due), gli assist di Steve Nash, una serata col 54,8% al tiro e la precisione quasi assoluta (21/22) dalla lunetta. Così Phoenix (9-9) riesce ad imporsi in casa di Golden State (8-11) e a conquistare la seconda vittoria nelle ultime tre esibizioni. Ai Warrios non sono bastati i 38 punti di Monta Ellis, in campo per tutti i 48’ per la seconda volta in stagione, per evitare la nona sconfitta nelle ultime 11 partite. Hill e Richardson fanno male fin dal primo quarto, Nash sforna la metà dei suoi assist totali in meno di 9’ ma Phoenix riesce a scappare solo negli ultimi 4’, con un 9-0 che vale il 31-20 alla prima sirena. Golden State però non molla: grazie ai punti di Ellis (11 nel secondo quarto), riesce più volte a tornare a -5 contro le riserve dei Suns; poi, quando in campo si rivedono i titolari, il divario si accorcia fino a due soli punti (46-44 a 1’41” dalla fine), anche se gli ospiti riescono ad andare al riposo avanti 52-49.

Steve Nash in azione. Ap
Steve Nash in azione

Phoenix costruisce un vantaggio di 9 punti (66-57) a 7’19” dalla terza sirena, ma Golden State agguanta la parità con un break ispirato da 7 punti di Ellis e il match resta equilibrato, anche se sono sempre i Suns a trovarsi in vantaggio alla sirena (75-72). Dragic con 5 punti e due assist ispira il 9-2 che fa volare gli ospiti sull’84-74 a 9’28” dalla fine, poi Dudley li trascina sul 93-79 quando restano 6’53” da giocare. Ellis suona la carica e riporta Golden State a distanza (95-92) a 3’40” dalla fine: i Warriors però non riescono a ricucire, e Phoenix con un 10/10 dalla lunetta tiene il risultato al sicuro.

Golden State: Ellis 38 (13/22, 3/5, 3/7 tl), Lee 25, Wright 10. Rimbalzi: Wright 10. Assist: Curry 7, Ellis 7, Wright 7
Phoenix: Richardson 25 (7/11, 3/4, 2/2 tl), Hill 24, Nash 13. Rimbalzi: Frye 10. Assist: Nash 16

tratto da Gazzetta.it

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Boston espugna Miami I Lakers cadono a Denver

Un grande Allen lancia i Celtics, che passano 107-112 a casa di LeBron: i suoi 35 punti non bastano. Si ferma l’imbattibilità della squadra di Kobe Bryant, che è sconfitta 118-112 a casa dei Nuggets, trascinati da Anthony. Gli Hornets di Belinelli unica squadra imbattuta

Ray Allen batte a canestro LeBron James. Reuters

Ray Allen batte a canestro LeBron James

Denver si prende le luci della ribalta infliggendo ai Los Angeles Lakers la prima sconfitta stagionale dopo 8 vittorie di fila. I New Orleans Hornets di Marco Belinelli restano così l’unica squadra ancora imbattuta nella Nba (7 vittorie su 7, tornano in campo sabato). Nelle altre sfide della notte, Boston batte ancora Miami grazie al 7/9 da tre di Ray Allen; Chicago travolgente su Golden State.

Miami Heat-Boston Celtics 107-112

Una stella da sola non basta. È la lezione che Boston (7 vinte-2 perse, miglior squadra a Est) infligge a domicilio a Miami, a cui non servono i 35 punti di LeBron James per evitare la quarta sconfitta in 9 gare. Il due volte Mvp segna quanto Ray Allen (miglior performance dall’11 gennaio 2009), che però è supportato da una squadra in gran forma (54,4% dal campo): Pierce ci mette 25 punti, Garnett 16 e 13 rimbalzi, Rondo 16 assist. Le altre star di Miami invece latitano: Bosh segna 9 dei suoi 15 punti in un quarto solo, Wade chiude con 8 punti (2/12 dal campo), sua peggior prova da gennaio (ma allora aveva giocato solo 7’). Miami soffre lo strapotere sotto canestro di Garnett nel primo tempo, e Boston scappa sul 22-10 a 3’32” dalla prima sirena. Gli Heat limitano i danni grazie a House (9 punti nel primo quarto, chiuso con i Celtics avanti 27-20) e risalgono fino a 32-28 con Haslem, ma Boston piazza un 19-7 costruito sugli assist di Rondo e vola sul 51-35 a 3’55” dal riposo, dove arriva avanti 61-46 con Allen già a quota 18. Boston è sul 72-52 in avvio di ripresa, ma LeBron James suona la sveglia: il due volte Mvp si carica sulle spalle i compagni, e con 12 punti personali dimezza lo svantaggio alla terza sirena (88-78). Boston riesce a tenere gli avversari a distanza fino a 2’51” dalla fine (110-99), poi Haslem con 6 punti quasi confeziona la rimonta: gli Heat arrivano a 3 punti di distanza (110-107) a 13” dalla fine, ma Allen dalla lunetta fa esultare i Celtics.

Miami: James 35 (9/16 da due, 0/5 da tre, 17/22 liberi), Haslem 21, Bosh 15. Rimbalzi: James 10, Haslem 10. Assist: James 9
Boston: Allen 35 (6/14, 7/9, 2/2), Pierce 25, Garnett 16. Rimbalzi: Garnett 13. Assist: Rondo 16

Chicago Bulls-Golden State Warriors 120-90

Lo show del primo tempo. Chicago impiega 24’ a spazzare via la resistenza di Golden State, alla seconda partita di un back-to-back, e a conquistare la quarta vittoria stagionale (3 sconfitte), la seconda consecutiva. I Bulls, con Luol Deng e Derrick Rose in stato di grazia, chiudono con l’intero quintetto che realizza almeno 14 punti, il 54,8% dal campo e un buon 46-39 a rimbalzo. Ma è nel primo tempo che gli uomini di Thibodeau fanno la differenza: 53,1% al tiro contro 39,1% concesso ai Warriors, 26-20 a rimbalzo e 39 punti della coppia Deng (21)-Rose (18) valgono un netto 66-38 al rientro negli spogliatoi. “È cominciato tutto con la difesa, la ricerca del rimbalzo e dare tutto. È quando giochiamo così che siamo veramente pericolosi” ha detto Rose. Golden State, senza l’infortunato Lee (troppo forte il dolore al gomito destro, ferito dai denti di Wilson Chandler nella sfida contro i Knicks), si affida a Ellis e Curry ma riesce a combinare poco, visto che Chicago scappa sul 30-16 già a 2’ dalla prima sirena trascinata da Rose (12 punti) e Deng (10). I padroni di casa aprono con un 6-0 il secondo parziale e toccano 20 punti di vantaggio (40-20), poi con un 15-3 vanno a +30 (61-31) a 2’49” dal riposo. Ellis prova a riportare in partita gli ospiti con un terzo periodo da 10 punti, ma il vantaggio dei Bulls non scende mai sotto quota 20. Coach Thibodeau richiama in panchina Deng, Rose e Noah a 7’25” dalla fine della gara con Chicago avanti 103-71: il resto è tempo buono solo per le riserve. Golden State rimedia così la terza sconfitta in nove gare .

Chicago: Deng 26 (7/14, 2/5, 6/7), Rose 22, Noah 17. Rimbalzi: Deng 11. Assist: Rose 13
Golden State: Ellis 24 (10/17, 0/3, 4/4), Curry 17, D. Wright 12. Rimbalzi: D. Wright 8. Assist: Curry 6 Denver

Kobe Bryant, a sinistra, con Carmelo Anthony. Epa
Kobe Bryant, a sinistra, con Carmelo Anthony

Nuggets-Los Angeles Lakers 118-112

Kobe Bryant diventa il più giovane di sempre a tagliare il traguardo dei 26mila punti in carriera, ma ai Lakers non basta per evitare a Denver (5-4) la prima sconfitta stagionale dopo 8 successi. Sulla partita dei campioni, stesi dai 32 punti di Anthony, pesa il 33-19 incassato nell’ultimo quarto, in cui i Nuggets hanno tirato con il 12/19 dal campo tenendo gli avversari a 7/23. Lakers sul 21-16 a 2’10” dalla prima sirena, ma Anthony (11 punti nel parziale) tiene in vita Denver (26-26). I Lakers riprovano la fuga con le seconde linee (38-30 a 8’51” dal riposo), i Nuggets rispondono con un 12-0 alimentato da 8 punti di Nené buoni per il 48-44, ma Bryant (34,3% dal campo) trascina i Lakers sul 64-59 all’intervallo. Kobe apre la ripresa con 4 punti (13 per lui nel terzo quarto), dando il via alla fuga che porta Los Angeles al +14 (77-63) e sul 93-85 alla terza sirena. Dopo i due punti di Brown, i Nuggets partono per un 16-0 alimentato da 11 punti di Ty Lawson. Bryant e Brown riportano dentro gli ospiti, avanti 105-103 a 4’52” dalla fine; Denver però con 6 punti di Anthony parte per un altro break (11-0) che vale il 114-105 con 2’13” da giocare. Bryant riaccende le speranze dei campioni con 5 punti di fila, tagliando a 4 le lunghezze da recuperare con 1’27” a disposizione. Ma i campioni non segnano, e Billups a 25” dalla fine va in lunetta per il 116-110. Gasol si prende il tiro successivo ma rimedia solo una stoppata da Anthony che chiude definitivamente i giochi.

Denver: Anthony 32 (13/22, 1/3, 3/3), Nené 18, Lawson 17. Rimbalzi: Anthony 13, Lawson 5
LA Lakers: Bryant 34 (8/22, 3/10, 9/13), Brown 19, Artest 18. Rimbalzi: Gasol 20. Assist: Bryant 5

tratto da Gazzetta.it

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New York, nuova delusione Bargnani non basta a Toronto

I Knicks di Gallinari (15 punti) si arrendono in casa a Golden State dopo una sfida molto tirata: decisivi gli errori nel finale. I Raptors del romano (23 punti) cadono per mano di Charlotte: Thomas e Jackson nell’ultimo quarto si scatenano

Delusione per i Knicks di Danilo Gallinari che segna 15 punti: New York cede però in casa contro Golden State. Anche Andrea Bargnani vede perdere i suoi Toronto Raptors in casa, sconfitti da Charlotte: per il romano 23 punti.

New York Knicks-Golden State Warriors 117-122

Ancora una delusione per i Knicks di Danilo Gallinari. La compagine newyorchese si fa superare da Golden State 122-117 e incassa così la sua terza sconfitta consecutiva. Dopo il brutto passo falso di Milwaukee, Mike D’Antoni prova a mescolare le carte partendo con un quintetto basso. Wilson Chandler, forse il giocatore più in forma dei Knicks in questo inizio di stagione, parte titolare, il russo Timofey Mozgov va in panchina. Si parte con il Garden che tributa una standing ovation da brividi all’attesissimo ex David Lee. I padroni di casa all’inizio del match cercano l’uno contro uno di Amare Stoudemire e Golden State per qualche minuto paga dazio. Danilo Gallinari attacca il canestro in un paio di occasioni, si guadagna due liberi (realizzati entrambi) e trova la retina dopo un bel movimento. A metà frazione i Knicks arrivano al +7 ma iniziano a fare troppa confusione in difesa. David Lee lotta su tutti i palloni, il pubblico lo rimpiange soprattutto per questo, e trova i canestri che riportano davanti Golden State.

qualche fischio — Le penetrazioni di Ellis e Curry poi trovano impreparata la difesa di New York. I Warriors chiudono il primo quarto avanti 34-32, allungano all’inizio delle seconda frazione ma otto punti consecutivi di Stoudemire riportano sotto la compagine newyorchese. Il Garden sembra spazientito e parte anche qualche fischio, i Knicks, comunque, con un difficile canestro dal perimetro del Gallo raggiungono (47-47) gli ospiti. L’azzurro si vede fischiare in attacco il suo terzo fallo e a 3’42’’ dal riposo è costretto a tornare in panchina, Golden State negli ultimi minuti della frazione si mette a correre, piazza un parziale di 8-2 e va negli spogliatoi all’intervallo avanti 60-56.

Amare Stoudemire non è bastato ai Knicks. Ap
Amare Stoudemire non è bastato ai Knicks

naufragio — La ripresa però si apre nel modo peggiore per i Knicks. Le penetrazioni della coppia terribile di Golden State, Curry-Ellis, mettono in costante difficoltà la difesa della truppa di Mike D’Antoni. Inoltre New York fa fatica a trovare il canestro in attacco. La ricetta, ovviamente, non è di quelle migliori per cui ne viene fuori un parziale di 19-6 che mette il match nei binari preferiti dagli ospiti. Danilo Gallinari prova a fare il suo e si guadagna altri quattro liberi ma i Warriors continuano a a produrre, arrivando anche al +19. Quando dalle tribune il pubblico inizia a rumoreggiare, i Knicks tornano sotto, grazie anche ai liberi del Gallo, piazzando un contro-parziale di 15-0. Raymond Felton si inventa un gioco da quattro punti (tripla più fallo) e i Knicks che a inizio ripresa sembravano vicini al naufragio arrivano al -4. Golden State prova a rispondere e chiude la frazione avanti 89-81. Un buon inizio di quarto periodo porta i Knicks al -3 ma appena si avvicina a Golden State, la squadra di casa inizia a perdere disciplina in attacco, commette evitabili turnover ed è così costretta a subire un parziale di 7-0.

danilo lotta — Danilo Gallinari a sette minuti dalla sirena incappa nel suo quinto fallo ma coach D’Antoni, che ha bisogno di punti in attacco, lo lascia sul parquet. Il Gallo difende con energia anche con cinque falli a carico e i Knicks si mettono ad attaccare con una diversa intensità. Il match cambia radicalmente, Stoudemire e Douglas guidano la rimonta e arriva così il break di 12-0 che riporta davanti New York. Curry e Dorrell Wright però rimettono Golden State avanti di tre lunghezze. A 28’’ dalla sirena il libero di David Lee porta i Warriors al +4, Gallinari forza una tripla, trovando il ferro. Sembra arrivato il capolinea, invece, Golden State non chiude la porta. Stoudemire con una tripla ridà speranza al Garden semideserto, i liberi di Ellis riportano gli ospiti al +3 ma a 12’’ dalla fine, ma con una tripla padroni di casa potrebbero acciuffare in extremis l’overtime. Il pallone va a Chandler che non ha pazienza e con una conclusione forzatissima dalla lunga distanza non trova la retina. I Knicks così incassano la loro terza sconfitta consecutiva.

New York: GALLINARI 15 (3/4 da due, 0/5 da tre, 9/9 ai liberi). 7 rimbalzi, 3 asisst, 2 recuperi in 33’. Stoudemire 33 (8/14, 1/1), Chandler 27, Felton 20. Rimbalzi: Stoudemire 10. Assist: Felton 6.

Golden State: Lee 28 (11/17), Curry 25, Ellis 22, Wright 15. Rimbalzi: Lee 10. Assist: Curry 8.

Toronto Raptors-Charlotte Bobcats 96-101

La battaglia tra due squadre dal record identico (1-6) è vinta da Charlotte che sbanca Toronto (96-101) giocando meglio nel quarto periodo dopo tre quarti di grande equilibrio in campo. “Stiamo giocando male e siamo anche sfortunati – dice Bargnani, autore di 23 punti con 8/19 dal campo e 9 rimbalzi – già non siamo una squadra lunga, e oggi avevamo tre giocatori che ci servono indisponibili. L’energia era buona, ma nell’ultimo quarto eravamo un po’ stanchi”. Mentre Charlotte è sostenuta all’inizio da Wallace (12 punti nel primo quarto) e ottiene il massimo dai vari Thomas e Jackson nell’ultimo decisivo quarto, Toronto non tiene il passo degli avversari nel finale e concede 32 punti in 12 minuti ai Bobcats, dimostrando ancora molte lacune difensive.

palla rubata — Eppure i Raptors erano ancora in partita a 14” dalla fine, con la possibilità di pareggiare infilando una tripla. Dalla rimessa dopo il timeout, Calderon in palleggio attira la difesa e scarica un passaggio a Bargnani, semi-libero dietro l’arco. Una leggera esitazione del Mago e Stephen Jackson gli toglie la sfera della mani impedendo all’azzurro di tentare la tripla. “Una di quelle azioni che se va male hai preso una decisione sbagliata – dice Jackson che non ricorda una palla rubata a fine gara migliore di questa in tutta la sua carriera – se hai successo sei l’eroe. Bargnani ci aveva massacrato tutta la gara. Volevo mettergli pressione addosso e ho solo sfiorato la palla con il polpastrello, l’ho toccata appena“ ha spiegato Jackson vendicandosi così di un’azione in cui il Mago si era trovato a marcare uno contro uno “Captain Jack” e ne era uscito con una palla recuperata. Gerald Wallace, uno dei protagonisti principali per Charlotte, aveva urlato di chiudere su Bargnani: “Non farlo tirare, ho urlato, fai qualsiasi cosa, ma non farlo tirare. Meglio prendere una tripla da chiunque altro, ma non da Bargnani”.

La difesa di Wallace ferma Evans. Reuters
La difesa di Wallace ferma Evans

luci e ombre — Dopo aver sostenuto i Raptors con grande concretezza nel primo quarto (10 punti e 5/6 al tiro), Bargnani aveva tenuto vive le speranze con un canestro importante in layup (96-97) battendo l’intera difesa avversaria che gli aveva quasi sempre negato in precedenza canestri in penetrazione. Il maggior successo il Mago l’aveva avuto nelle conclusioni da fuori o nei movimenti spalle a canestro, ma quando decideva di attaccare il canestro veniva respinto dai lunghi avversari come Tyrus Thomas, autore di un fenomenale ultimo quarto da 12 punti. Thomas ha chiuso con anche 5 stoppate, e Wallace ne ha aggiunte 4. Purtroppo per Bargnani una piccola indecisione gli ha negato la chance di mettere la ciliegina sulla torta di una buona prestazione. Toronto ha messo in mostra luci ed ombre come al solito. In negativo continuano le palle perse evitabili in transizione. Jack e compagni vogliono correre e sono bravi a correre, ma a volte sprecano occasioni di canestri facili buttando via palloni in contropiede per un eccesso di frenesia. Da migliorare gli aiuti difensivi (pure per Bargnani), l’intensità si accende e si spegne a seconda dei quintetti schierati.

falegname — Reggie Evans è un grandissimo lottatore, ma le mani da falegname in attacco sono un punto debole evidente. Ci sono però anche note positive, come Sonny Weems e Julian Wright. Con l’assenza di Barbosa (spalla), i problemi di falli di Derozan, e Kleiza presente ma con problemi ai tendini, Weems è stato una spina nel fianco per la difesa di Charlotte e ha chiuso con 8/12 per 20 punti. Anche Julian Wright ha sicuramente guadagnato spazio per le prossime partite giocando alla morte su ogni possesso. Con un 2/2 iniziale nel secondo quarto, Wright ha preso fiducia dimostrato di poter essere utile in tanti modi e finendo con 4/7 e 9 punti. Triano ha anche dovuto fare a meno dell’influenzato Andersen e con il rookie Ed Davis ancora in fase di recupero da un infortunio, la batteria di big men è piuttosto sfornita. Si sa che Evans è buono solo per i rimbalzi, per cui rimangono Bargnani e Johnson che hanno giocato bene, ma avrebbero bisogno di maggior aiuto.

Toronto: BARGNANI 23 punti (6/14 da 2, 2/5 da 3, 5/6 tl), 9 rimbalzi, 2 assist, 5 palle perse e 2 recuperate, 1 stoppata e 0 falli in 38’. Weems 20 (8/12), Johnson 16, Jack 14, Wright 9. Rimbalzi: Evans 10. Assist: Calderon 9.

Charlotte: Jackson 20 (6/13), Wallace 19, Augustin 16, Thomas 14. Rimbalzi: Wallace 14. Assist: Augustin 7.

tratto da Gazzetta.it

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Toronto si inchina ai Warriors Per Bargnani tanta panchina

L’azzurro limitato a 21′, 14 sotto la sua media stagionale, dopo essere stato tenuto in panchina per gran parte della ripresa. Golden State, trascinata dai canestri di Curry, infligge ai Raptors la sesta sconfitta in 7 gare

Andrea Bargnani ha firmato 11 punti contro i Warriors. Reuters

Andrea Bargnani ha firmato 11 punti contro i Warriors

L’aria di casa non rigenera i Raptors che si devono rassegnare al quinto k.o. consecutivo (1-6 in totale), incassando un 109-102 contro i Warriors dell’eccellente trio Stephen Curry-Monta Ellis-David Lee. Dopo aver realizzato 9 punti con 4/10 al tiro (tra cui una bella schiacciata in rovesciata) nel primo tempo, Andrea Bargnani esce di scena a 7’49” dalla fine del terzo quarto quando commette il quarto fallo che regala due tiri liberi a Dorell Wright per il +20 di Golden State. Da quel momento, il Mago fa solo una breve apparizione in campo (entra sul parquet per 40″ a 3′ dal fischio finale) e il resto del tempo lo passa in panchina ad osservare le schiacciate spettacolari di Sonny Weems, le incursioni di Barbosa, i canestri eleganti dell’impressionante Curry (6/9 per 16 punti nell’ultimo quarto) e le invenzioni di Ellis.

la fuga — “Andrea aveva problemi di falli e il quintetto in campo stava facendo bene – è la spiegazione di Triano nel dopo gara -. Ha giocato poco per entrambi i motivi”. In totale Bargnani ha giocato 21 minuti, 14 sotto la sua media di inizio stagione. Impossibile interpellare l’azzurro dopo il match. Bargnani ha lasciato lo spogliatoio prima che fosse aperto ai media. Effettivamente il quintetto piccolo schierato per quasi tutto l’ultimo quarto, con le guardie Jack e DeRozan, Weems in ala piccola, Kleiza da quattro e Johnson centro ha ridato vita a Toronto, che è riuscita a tornare fino a -4 . “Ci hanno costretto ad abbassare il quintetto perché non riuscivamo a contenere le loro guardie. Il nostro errore principale è stato di non mettere abbastanza pressione sulla palla. Quando siamo diventati aggressivi era troppo tardi”, ha proseguito Triano. Ma dopo il danno procurato con un primo tempo sottotono dei Raptors (41-55 con 16 punti di Ellis e 10 di Curry) lo sforzo prodotto nel secondo non poteva bastare. In un’azione emblematica del secondo quarto, Reggie Evans si fa sfuggire un rimbalzo difensivo che finisce invece tra le mani di Lee e lancia i Warriors a +19 (30-49). Golden State ha dominato sotto i tabelloni con Lee e Biedrins vincendo la lotta ai rimbalzi 42-32. Per Toronto il miglior rimbalzista è risultato Kleiza con 7. Reggie Evans (poco spazio anche per lui come per il Mago) si è fermato a 6. Per Bargnani uno soltanto.

Stephen Curry, 34 punti, imprendibile per i Raptors. Reuters
Stephen Curry, 34 punti, imprendibile per i Raptors

tentativi — Ci ha provato Barbosa nel terzo quarto a dare la carica a Toronto con soluzioni personali (6 punti consecutivi) seguiti da un paio di errori e quindi l’abbandono per un lieve infortunio alla spalla sinistra. Quindi ci hanno provato Jack, Weems, Kleiza e Johnson con una bella reazione collettiva, ma alla fine la classe e la sfrontatezza di Stephen Curry hanno fatto la differenza. I Raptors avevano tenuto vive le speranze con un parziale di 12-0, tra cui due canestri in contropiede di Weems e una schiacciata al volo di Johnson (86-90 a 7’15” dalla sirena). Curry riporta i suoi a +11, quindi Toronto torna a -5 grazie a una schiacciata di Weems. Triano si ricorda per un attimo di Bargnani che entra sul 94-102 a 3’09” dalla fine per Johnson prima di un’azione offensiva. Dopo l’errore da tre di Jack, il tempo di subire una tripla del solito Curry e Bargnani viene di nuovo sostituito. Il finale è sfortunato per Monta Ellis. Una brutta caduta dopo un tiro gli procura una pesante contusione alla schiena. In mattinata si conosceranno gli esiti della radiografia. Golden State non si distrae dopo il canestro di Weems del 102-107 e Curry con freddezza firma la vittoria con un arresto e tiro frontale preciso. Stephen Curry, che nel primo tempo dopo una collisione con un cameraman era tornato in spogliatoio a fasciare la caviglia infortunata durante la pre-season, ha trascorso parte della sua infanzia a Toronto (dove nessuno ha dimenticato il tiro micidiale del padre Dell Curry che giocò con i Raptors dal 1999 al 2003) e dopo la gara ha dichiarato: “Amo questa città e mi trovo bene con questi canestri che conosco piuttosto bene. Ogni volta che torno qui è una bella sensazione.” Sulla gara Curry ha aggiunto: “Contro ogni squadra l’idea è quella di spingere sempre”. Toronto ha preso nota e cercherà di interrompere la striscia negativa contro Charlotte mercoledì.

Toronto: BARGNANI 11 punti (4/9 da 2, 1/1 da 3), 1 rimbalzo, 1 assist, 2 palle perse, 4 falli in 21’. Jack 24 (7/13, 9/10 tl), Kleiza 20 (8/16), Johnson e Weems 12. Rimbalzi: Kleiza 7. Assist: Jack 8.
Golden State: Curry 34 (12/21, 8/8 tl), Ellis 28 (10/17), Lee 14. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Curry 4.

tratto da Gazzetta.it

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