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Miami in finale con Dallas. LeBron beffa anche i Bulls

Gli Heat tornano a giocarsi il titolo Nba dopo una sofferta vittoria a Chicago (83-80) in gara-5: a tre minuti dal termine la squadra di Rose era a +12, poi James e Wade hanno guidato la straordinaria rimonta. Martedì il primo atto della finalissima

I Miami Heat battono i Chicago Bulls (83-80) anche in gara-5 allo United Center e tornano in finale per la prima volta dopo aver conquistato il campionato nel 2006. Ironia della sorte, gli avversari saranno gli stessi di allora: i Dallas Mavericks dell’assatanato Dirk Nowitzki. La prima partita si giocherà già martedì a Miami.

LeBron James, 28 punti i n gara-5 contro i Bulls. Reuters
LeBron James, 28 punti i n gara-5 contro i Bulls

rimonta finale — Ma eliminare i Bulls non è stato affatto facile. Anzi, quando a 3’14” dalla fine Chicago era avanti di 12 punti (77-65), sembrava scontato a tutti che si sarebbe tornati a Miami per giocare almeno gara-6. A tutti, ma non a coach Spoelstra, che durante un cruciale time-out esortava la squadra a ricordare come già in altre occasioni fossero stati capaci di produrre dei parziali da 12-0 e ribaltare situazioni ritenute impossibili. Così Miami tornava in campo con il piglio di chi non aveva nulla da perdere e cominciava la “remontada”. Iniziava a brillare la stella Dwyane Wade, fino a quel momento, complice anche una spalla che lo aveva fatto soffrire alla vigilia, poco preciso: aveva commesso nove turnover e infilato la miseria di 11 punti con 2/8 dal campo. Lui e il solito LeBron segnavano otto punti a testa e il gioco era fatto. Semplice, no? Non proprio. King James piazzava due triple (inclusa quella del pareggio sul 79-79), mentre Dwyane completava un gioco da quattro punti, dopo il fallo di Derrick Rose. Che poi a 26”7 dal termine falliva uno dei due liberi che avrebbe rimesso la partita in parità. Ma non solo, l’Mvp si faceva stoppare da LeBron (con fallo?) la sua ultima conclusione da tre che poteva rinviare il verdetto al supplementare.

LeBron abbraccia Derrick Rose. Afp
LeBron abbraccia Derrick Rose

lebron decisivo — Era successo tutto talmente in fretta che gli stessi giocatori facevano fatica a raccapezzarsi. Come cercava di spiegare lo stesso Wade nel dopopartita: “Non voglio mentire: non saprei dirvi come sia successo”. Ancora una volta è stato il trionfo delle difese: Miami tirava con il 39.4% e Chicago con il 35.8%. Ma gli Heat andavano in lunetta 33 volte (25 centri), contro il 15/21 dei Bulls. La spiegazione del successo di Spoelstra e i suoi ragazzi, però, sta ancora una volta nella forza di LeBron James. I suoi numeri, certo (28 punti con 5/13 da due, 3/6 da tre, 11 rimbalzi, 6 assist, 3 recuperi, 2 stoppate), ma anche una difesa forsennata. Diceva: “Ancora non mi posso rilassare. Il lavoro non è finito”. Una grossa mano giovedì sera la dava nuovamente Chris Bosh: 20 punti (7/15 dal campo) e 10 rimbalzi. Mentre Rose non riusciva a replicare la sua splendida regular season neppure in questa ultima partita. Segnava 25 punti, ma con un orribile 9/29 dal campo, anche se con 8 assist. Fermato lui, si erano arresi anche tutti gli altri. L’amarezza delle sue parole prima di congedarsi la dicevano lunga sul suo stato d’animo: “Alla fine è stata colpa mia: palle perse, tiri sbagliati, falli. Questa serie è finita”. Ma come diceva il suo allenatore, Tom Thibodeau: “Abbiamo fatto un’esperienza eccezionale: torneremo la prossima stagione più forti di quest’anno”.

Miami: James 28 (5/13 2, 3/6, 11 rimb, 6 ass, 3 rec, 2 stop); Wade 21; Bosh 20
Chicago: Rose 25; Deng 18; Brewer 10

tratto da gazzetta.it

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LeBron a valanga su Chicago e Miami vola sul 3-1

Gli Heat vincono 101-93 dopo un supplementare nella gara-4 della finale di Eastern Conference. Trascinati dai 35 punti di James e dai 22 di Chris Bosh, basta ora un’altra vittoria sui Bulls per arrivare alla seconda finalissima negli ultimi cinque anni

L'urlo di LeBron James. Ansa
L’urlo di LeBron James

E’ la vittoria che deve farti pensare di essere indistruttibile e potrebbe darti la carica giusta anche nelle finali. Perché non sembrano esserci dubbi che Miami, in questo momento, sia a un passo dal tornare a giocarsi il campionato dopo averlo vinto nel 2006. Ha battuto Chicago per 101-93 (anche se dopo un supplementare) in gara-4 delle finali dell’Est, conduce ora la serie per 3-1 e l’ultima squadra che è riuscita a recuperare un simile deficit sono stati i Boston Celtics esattamente trent’anni fa. Inoltre, i Bulls non avevano mai perso quest’anno tre incontri consecutivi. Il merito è di LeBron James che ha giocato un’altra partita fantastica (40esima volta che segna più di 30 punti nei playoff) a prescindere dalle cifre, comunque stratosferiche: 35 punti (11/26 dal campo, 13/13 dalla lunetta), 6 rimbalzi e 6 assist. Ma è la sua energia, la sua leadership, il suo gioco a 360 gradi, la sua intelligenza che fanno la differenza.

wade non va — Degli altri due grandi, solo Chris Bosh gli ha dato una mano (22 punti con 6/12 e 6 rimb.), mentre Dwyane Wade è incappato in un’altra serata storta. Ha chiuso con 14 punti (5/16) ed è rimasto in astinenza canestri anche per 33’ di fila. Per i Bulls, invece, ha deluso Derrick Rose: 23 punti, ma con 7/18 da due e 1/9 da tre. Peccato perché a un certo punto sembrava che il più giovane Mvp della Nba fosse riuscito a decodificare la difesa avversaria, risucendo a ritrovare le corsie che portavano al canestro. Miami recuperava un deficit iniziale di 11 punti, poi la partita diventava l’ennesima battaglia in cui le difese la spuntavano spesso sugli attacchi.

Dwyane Wade (a sinistra) e Mike Miller festeggiano a mlodo loro. Ap
Dwyane Wade (a sinistra) e Mike Miller festeggiano a mlodo loro

e’ gia’ festa — L’ultimo periodo offriva uno spettacolo straordinario con Miami e Chicago che andavano punto a punto. Dopo che Rose con due liberi riportava i suoi sull’85 pari a 1’10” dal termine del tempo regolamentare, sbagliavano il canestro del vantaggio sia Wade che lo stesso Rose. Mancavano 23”4 e la palla dell’ultimo possesso ce l’aveva LeBron. Incredibilmente, pero’, gli arbitri gli fischiavano un fallo in attacco. L’ultimo errore era ancora di Rose e si andava in over time. Si lottava nuovamente con il coltello fra i denti in area. Per dire, il primo canestro dal campo, dopo due liberi di Bosh, veniva segnato con 2’46” da giocare: ancora dall’ex di Toronto. Intanto si svegliava anche Wade ed era fatta. Da notare che Miami ha segnato 32/38 liberi, mentre Chicago 17/22. Ognuno faccia le sue valutazioni. Gli Heat festeggiavano come se avessero già in tasca la finale, che potrebbero conquistare domain con gara-5 che si disputerà a Chicago.

MIAMI: LeBron James 35 (11/25, 0/1, 13/13), Bosh 22, Wade 14, Miller 12. Rimbalzi: Haslem 9. Assist: James 6.
CHICAGO: Rose 23 (7/18, 1/9, 6/7), Deng e Boozer 20. Rimbalzi: Noah 14. Assist: Noah e Rose 6.

tratto da gazzetta.it

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Miami allunga il passo. Bosh si vendica di Boozer

La squadra di Spoelstra vince 96-85 e ora conduce 2-1 nella serie: il talento degli Heat punisce le dichiarazioni del lungo dei Bulls che alla vigilia del match aveva elogiato solo Wade e James e mette a referto 34 punti

LeBron James si congratula con Chris Bosh. Ansa
LeBron James si congratula con Chris Bosh

Chris Bosh punisce le incaute dichiarazioni di Carlos Boozer e trascina gli Heat al successo in gara-3. Alla vigilia della terza sfida della finale della Eastern Conference il lungo dei Bulls aveva affermato che Miami poteva contare su “due grandi giocatori”, riferendosi ovviamente a Wade e James, Bosh però dimostra di essere a tutti gli effetti il terzo membro dei “Big Three” con una prestazione eccellente. La squadra della Florida vince 96-85 e adesso conduce 2-1 nella serie.

poco incisivi — Ancora una volta Chicago fa troppo poco in attacco, soprattutto nei momenti cruciali del match, per poter avere ragione di LeBron e compagni. Boozer fa la sua parte ma Deng e soprattutto un Rose che ha bisogno di 19 tiri per mettere a referto 20 punti, steccano. I Bulls in più concedono il 51% dal campo agli Heat: con queste premesse battere Miami diventa praticamente impossibile. Nei primi minuti entrambe le squadre faticano in attacco. Le difese hanno il sopravvento e Chicago riesce nell’impresa di rallentare la coppia Wade-James. Con l’andare di minuti però ci pensa Chris Bosh a fare male alla difesa dei Bulls. Entra in partita anche Boozer, così Rose e compagni, nonostante gli evidenti problemi in attacco, riescono ad andare al riposo sotto di sole tre lunghezze. Comunque una buona notizia per coach Thibodeau. A inizio ripresa Derrick Rose firma un paio di canestri dei suoi, mandando così segnali incoraggianti ai tifosi dei Bulls. L’Mvp della Nba però non riesce a trovare ritmo in attacco, Bosh, invece, continua a segnare, gli Heat così rimangono davanti chiudendo la terza frazione in vantaggio 68-65.

Derrick Rose contro Mario Chalmers. Afp
Derrick Rose contro Mario Chalmers

bulls al tappeto — Chicago fatica a tenere il passo dei padroni di casa ma non lesina energia e lotta su tutti i possessi. I Bulls restano a -4 fino a metà dell’ultimo quarto, poi però Miami accelera e piazza lo sprint decisivo. Gli Heat segnano nove punti consecutivi, un parziale chiuso dal gioco da tre di James che in contropiede punta il malcapitato Korver e porta a casa l’inevitabile canestro più fallo. Chicago va al tappeto e non riesce più a rialzarsi, i titoli di coda sul match così partono con qualche minuto d’anticipo. “La serie è ancora lunga – ammonisce il tecnico di Miami, Erik Spoelstra – i Bulls non ci regaleranno nulla. Riuscire a segnare contro la loro difesa è qualcosa di particolarmente difficile. Sono molto soddisfatto di quello che la squadra ha fatto questa sera”. Martedì si replica, ancora a Miami.

Miami: Bosh 34 (13/18), James 22, Wade 17. Rimbalzi: Wade 9. Assist: James 10.
Chicago: Boozer 26 (8/19), Rose 20. Rimbalzi: Boozer 17. Assist: Noah 6.

tratto da gazzetta.it

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Riecco il vero LeBron. Miami piega Chicago, è 1-1

Immediato riscatto degli Heat dopo il crollo di gara-1 nelle finali Est: James trascinatore con 29 punti, coadiuvato da Wade (24). Tra i Bulls, in ombra i protagonisti del primo successo. Ora l’appuntamento è per domenica a Miami

LeBron James, 26 anni, uomo simbolo degli Heat. Reuters
LeBron James, 26 anni, uomo simbolo degli Heat

La statistica è una scienza… esatta. O quasi. Le sette volte precedenti in cui LeBron James aveva segnato meno di 20 punti si era sempre rifatto nella partita successiva con una media di 31.7. Così, anche dopo la mediocre performance di gara-1 delle finali Est contro Chicago (15 punti con 5/15), King James continua il suo trend della riscossa e in gara-2 infila 29 punti (con 12/21 dal campo), 10 rimbalzi e 5 assist. Insomma, il “vero” LeBron guida i Miami Heat al primo successo della stagione contro i Bulls per 85-75, aiutato da Dwayne Wade, anche lui sotto tono nel primo match, autore di 24 punti (con 8/16).

Un duello aereo tra Derrick Rose dei Bulls (a destra) e Chris Bosh. Afp
Un duello aereo tra Derrick Rose dei Bulls (a destra) e Chris Bosh

equilibrio — L’incontro rimane in equilibrio per tutto il primo tempo, finito quasi con lo stesso punteggio di domenica (era stato 48-48), 48-46 per gli Heat. Stavolta, però, è Miami ad allungare il passo nel terzo periodo fino a un vantaggio di +11, prima di essere ripresa sul 73 pari da Chicago. I Bulls tuttavia non riescono a centrare il canestro con la stessa facilità di gara-1 (34.1% dal campo, 3/20 da tre) e soprattutto perdono il dominio nei rimbalzi (45-41 Heat). Fanno fatica quasi tutti i protagonisti del primo successo, come Derrick Rose (21 punti con 7/23), Deng (13 con 5/15), Boozer che dimezza il suo apporto rispetto a domenica (7 punti con 3/10) e pure Noah che cattura solo 8 rimbalzi. Ma è anche la difesa degli Heat a fare un considerevole passo avanti, oltre al contributo importante di Udonis Haslem (13 punti e 5 rimbalzi in 23’). Un segnale forte, perché nell’ultimo periodo i Bulls segnano la miseria di dieci punti, solo due, con Gibson, negli ultimi 7’16”. Troppo poco per poterla spuntare.

risse — Dice bene coach Erik Spoelstra: “Queste partite sono come risse da strada, molto fisiche, il trionfo delle difese. Aspettatevi in questa serie altri quarti come l’ultimo di stasera finito 14-10 per noi”. E Tom Thibodeau, tecnico di Chicago e stratega della difesa, replica: “Poca energia in attacco, poca energia dietro, dobbiamo ripulire un sacco di errori, fare correzioni e mettere più pressione sui loro tiri”. Dunque, la ricetta del riscatto per gara-3 (domenica a Miami) è già pronta.

Chicago: Derrick Rose 21 (7/20, 0/3), Deng 13, Noah 9. Rimbalzi: Noah e Boozer 8. Assist: Rose 8.

Miami: LeBron James 29 (10/15, 2/6), Wade 24, Haslem 13, Bosh 10. Rimbalzi: James 10. Assist: James 5.

tratto da gazzetta.it

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Chicago affonda Miami. Oklahoma sfiderà Dallas

I Bulls vincono gara-1 della finale Est; Rose segna 28 punti, ma Deng e Boozer fanno la differenza. Durant trascina i suoi contro i Grizzlies. Gara-7 qualifica così i Thunder che ora nella finale di Western Conference affronteranno i Mavs di Nowitzki

Derrick Rose tra Mike Bibby (a destra) e LeBron James. Reuters
Derrick Rose tra Mike Bibby (a destra) e LeBron James

I Bulls gonfiano i muscoli, annacquano le bocche da fuoco anche dei Big Three di Miami e vincono gara-1 della loro prima finale dell’Est dal 1998. Esatto, non arrivavano così lontano nei playoff dall’ultimo titolo vinto da Michael Jordan e soci. La cosa eccezionale è che dopo aver superato i rivali in tutte e tre le partite di regular season con un margine complessivo di otto punti, domenica sera dentro lo United Center si sono imposti dilagando 103-82. Naturalmente gran parte del merito va al più giovane Mvp della storia, Derrick Rose, che segna 28 punti, anche se stavolta riceve una grossa mano da tanti suoi compagni. Innanzitutto da Lou Deng che mette dentro 21 punti (con 4/6 da tre) e riesce spesso a tamponare LeBron James (15 punti con 5/15 dal campo); dal ritrovato Carlos Boozer (14 punti e 9 rimbalzi) e da Joakim Noah che merita una menzione particolare: prende 14 rimbalzi (di cui 8 in attacco) e, nonostante la brutta percentuale al tiro (4/14 per 9 punti), è lui a guidare la carica con una grinta micidiale.

differenza rose — La partita rimane in equilibrio fino al terzo quarto inoltrato, quando i Bulls con un parziale di 10-0 allungano il passo. L’arena che fu di Jordan s’infiamma quando Noah stoppa Wade con 5’02” da giocare nel terzo, rilancia l’azione e segna in mischia da sotto per il 67-58. All’inizio dell’ultimo periodo, un contributo inaspettato lo dà la panchina e Miami sprofonda anche a meno 17. Ancora una volta, dunque, la difesa di Chicago (la migliore del campionato) mette la museruola ai suoi avversari e delle tre superstar solo Chris Bosh gioca a grandi livelli: 30 punti (con 12/18). La differenza la fanno i rimbalzi offensivi (19-6) e le seconde e anche terze opportunità che i Bulls si procurano proprio grazie a quel dominio. La cosa che deve fare più male a Miami è che il coach dell’anno, Tom Thibodeau, riesce a trovare ai suoi ragazzi persino delle magagne: “Abbiamo concesso troppe buone opportunità a LeBron, che ha spesso sbagliato. Ma quei tiri generalmente lui li mette sempre dentro. Dunque avremo un bel po’ di lavoro da fare in questi due giorni”. (dal nostro inviato Massimo Lopes Pegna)

Chicago: Rose 28 (7/15, 3/7), Deng 21, Boozer 14. Rimbalzi: Noah 14. Assist: Rose 6.
Miami: Bosh 30 (12/18), Wade 18, James 15. Rimbalzi: Bosh 6. Assist: James 6.

Oklahoma City-Memphis 105-90

L’imprevedibile corsa di Memphis arriva al capolinea. Oklahoma City, trascinata dalla sua stella Kevin Durant, mette fine alla favola dei Grizzlies vincendo gara-7 105-90 e si guadagna l’affascinante sfida con i Mavericks nella finale della Western Conference. L’Oklahoma City Arena trabocca di entusiasmo ma i Thunder ci mettono qualche minuto a carburare in attacco. Memphis dal canto suo fa il minimo indispensabile e appena Kevin Durant accelera, gli ospiti vanno in difficoltà. I padroni di casa chiudono il primo quarto avanti 21-17 e all’inizio della seconda frazione provano a piazzare lo sprint.

La grinta di Kevin Durant, 39 anni. Ap
La grinta di Kevin Durant, 39 anni

disciplina — Russell Westbrook si decide a giocare con un minimo di disciplina e a non attaccare sempre il canestro, Durant così viene messo nella condizione di prendere buoni tiri. Esattamente quello che voleva Scott Brooks. I Thunder così piazzano un parziale di 9-0 e a meta’ secondo quarto arrivano a vantaggio in doppia cifra. Il tecnico di Oklahoma City regala diversi minuti sul parquet nel primo tempo a un ottimo Nick Collison che si fa sentire sotto canestro e mostra una contagiosa voglia di difendere. Non a caso Randolph e compagni, con l’ex Kansas in campo, iniziano a sporcare le proprie percentuali al tiro. I Thunder, grazie ai 18 punti di Durant, vanno negli spogliatoi all’intervallo avanti 42-34 con la consapevolezza di aver concesso davvero poco ai Grizzlies. Memphis, infatti, tira con il 32% dal campo nei primi due quarti e riceve una produzione accettabile dal solo Mike Conley.

fluidità — Gli ospiti iniziano la ripresa con il giusto atteggiamento e ritrovano una certa fluidità in attacco. Randolph riporta Memphis al -4 a meta’ frazione ma Kevin Durant scuote la sua truppa e da’ il la al break che rompe l’equilibrio. Gli arbitri decidono di fischiare il meno possibile, facendo arrabbiare lo staff tecnico di Memphis, Oklahoma City prende fiducia e piazza il parziale di 14-2 che mette gli ospiti con le spalle al muro. I punti di Durant e le triple di un caldissimo Harden permettono così ai Thunder di chiudere la terza frazione con un vantaggio di 14 lunghezze, 72-58. La panchina di Oklahoma City tiene a distanza Memphis anche all’inizio dell’ultimo quarto e quando tornano i titolari i padroni di casa mettono al sicuro il risultato. Westbrook trova i punti che gli permettono di mettere a referto una tripla doppia, Collison continua a difendere con grande aggressività e Durant regala giocate da superstar, ai Grizzlies così non basta il coraggio per tornare in partita. I Thunder vincono e volano in finale di conference. (Simone Sandri)

Oklahoma City: Durant 39 (9/16, 4/9), Harden 17. Rimbalzi: Collison 12. Westbrook 10. Assist: Westbrook 14.
Memphis: Conley 18 (5/16, 2/3), Randolph 17. Rimbalzi: Randolph 10. Assist: Conley 6.

tratto da gazzetta.it

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Chicago liquida Atlanta. E adesso sfida LeBron

I Bulls passano alla Philips Arena 93-73 e conquistano la finale ad est, contro Miami. Gli Hawks non creano troppi problemi alla squadra di Thibodeau, che accelera dopo l’interavllo e chiude i conti con Rose (19 punti) e Boozer (23)

Derrick Rose, leader di Chicago e mvp della stagione. Afp
Derrick Rose, leader di Chicago e mvp della stagione

I Bulls si sbarazzano senza troppi problemi degli Hawks in gara-6 e conquistano così la finale della Eastern Conference. Chicago passeggia ad Atlanta, 93-73 il punteggio, e si guadagna l’affascinante sfida con gli Heat che prenderà il via domenica.

ottime soluzioni — La squadra della Windy City chiude una serie con tanti alti e bassi disputando una prestazione di grandissima sostanza. I Bulls difendono proprio come piace al coach Thibodeau e in attacco fanno girare il pallone, trovando sempre ottime soluzioni. Chicago ritrova finalmente anche il vero Carlos Boozer, un giocatore reduce da un periodo di forma non brillantissima ma dal quale non può prescindere se vuole dare filo da torcere a LeBron James e compagni. Gli Hawks fanno quello che possono ma non sembrano mai in grado di mettere davvero in difficoltà la truppa di coach Thibodeau. Chicago non ha nessuna intenzione di correre rischi con un’eventuale gara-7 e parte con a giusta intensità creando non pochi problemi alla difesa di Atlanta. Rose sceglie di non forzare ma si mette al servizio dei compagni, così a salire in cattedra sono Boozer e Deng. Johnson e Smith provano a tenere in scia i padroni di casa ma nel finale del primo quarto i Bulls arrivano al vantaggio in doppia cifra e prendono in mano le redini del match nel secondo periodo.

 Il centro Joakim Noah esce trionfante dalla Philips Arena. Epa
Il centro Joakim Noah esce trionfante dalla Philips Arena

dopo l’intervallo — Gli Hawks non lesinano impegno ma non riescono proprio a trovare ritmo in attacco e vanno negli spogliatoi all’intervallo sotto di 10 lunghezze. Boozer e Rose sentono vicina la finale della Eastern Conference e accelerano a inizio ripresa. I Bulls arrivano al +15 a metà frazione e sembrano poter controllare la gara senza troppi problemi. Anche la panchina regala una buona produzione a Tom Thibodeau così all’inizio dell’ultimo quarto gli ospiti arrivano al +20 e mettono in naftalina il risultata. Atlanta così deve arrendersi a una squadra che comunque le è oggettivamente superiore. “Arrivare alla finale della Eastern Conference è un grande risultato – sottolinea l’mvp della Nba Derrick Rose – siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto ma non abbiamo nessuna intenzione di accontentarci. Quella con gli Heat sarà una serie affascinante, loro probabilmente partono con il favore del pronostico ma a noi va bene così”.

Atlanta: Johnson 19 (6/14, 1/4), Smith 18. Rimbalzi: Pachulia 13. Assist: Johnson 4.
Chicago: Boozer 23 (10/16), Rose 19. Rimbalzi: Boozer 10. Assist: Rose 12.

tratto da gazzetta.it

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Rose prende per mano i Bulls. Atlanta cede nel finale: è 3-2

Semifinale della Eastern Conference: in gara-5 Chicago parte bene, ma gli Hawks reagiscono e vanno anche in vantaggio. A quel punto, ci pensa l’Mvp: 33 i punti con cui esalta il pubblico dello United Center

Rose batte la difesa di Atlanta. Reuters
Rose batte la difesa di Atlanta

Il solito Derrick Rose fa la differenza: Chicago così supera Atlanta 95-83 e si porta sul 3-2 nella serie. I padroni di casa partono bene, prendono in mano il controllo delle operazioni nel primo tempo ma rallentano pericolosamente nel terzo quarto. Rose però cambia marcia nell’ultima frazione, i Bulls si rimettono a correre e vanno a vincere in scioltezza.

equilibrio a metà gara — Chicago vuole subito mettere in chiaro le cose e parte con il piede sull’acceleratore. Derrick Rose e Luol Deng trovano il canestro con continuità, gli Hawks annaspano e a metà primo quarto sono già sotto di 10 lunghezze. I canestri di Bogans nel finale della frazione portano i Bulls al +15. Atlanta rischia di perdere contatto con la squadra di casa ma nel secondo quarto l’attacco di Chicago incappa in un pericoloso passaggio a vuoto. Horford e Pachulia tengono a galla gli ospiti, i Bulls poi danno una mano alla squadra della Georgia non riuscendo più a trovare il canestro da campo. Negli ultimi sei minuti del primo tempo, infatti, Rose e compagni mettono a referto solamente otto punti che arrivano tutti dalla lunetta. Atlanta così, pur senza fare cose straordinarie, torna nel match e va negli spogliatoi all’intervallo con un ritardo di sei lunghezze.

Coach Thibodeau si complimenta con Rose. Reuters
Coach Thibodeau si complimenta con Rose

finale da mvp — Gli Hawks prendono fiducia e tornano sul parquet con un atteggiamento diverso nel terzo quarto. Il sempre più sorprendente Jeff Teague suona la carica, Rose e un altalenante Carlos Boozer provano a rispondere ma l’inerzia sembra passare nelle mani della squadra ospite. Atlanta, con il canestro di Smith nel finale della frazione, torna davanti mettendo paura al pubblico dello United Center. Ma gli Hawks non riescono ad approfittare dell’appannamento dei Bulls e all’inizio dell’ultimo quarto si rimettono a fare confusione in attacco. Ci pensa il più giovane Mvp nella storia della Nba, Derrick Rose, allora, a cambiare gli equilibri del match. Il playmaker di Chicago si carica sulle spalle l’attacco dei Bulls bucando con le sue penetrazioni la difesa degli Hawks. Coach Thibodeau nell’ultimo quarto trova anche gli inaspettati punti di Taj Gibson (11 punti per lui, tutti nel quarto periodo), Chicago così distanzia gli ospiti che si sciolgono nei minuti finali. L’ennesimo canestro di Gibson porta i Bulls al +14 a 2’23’’ dalla sirena,Atlanta non ha più la forza di reagire e alza bandiera bianca.

Chicago: Rose 33 (10/19, 1/5), Deng 23. Rimbalzi: Boozer 12. Assist: Rose 9.
Atlanta: Teague 21 (8/10, 0/1), Smith 16, Johnson 15. Rimbalzi: Horford 10. Assist: Teague 7.

tratto da gazzetta.it

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Lakers umiliati da Dallas. Atlanta blocca Chicago

I Mavs chiudono 4-0 la serie con i campioni uscenti con un umiliante 122-86 in gara-4. E’ la fine di un’era. Gli Hawks impattano sul 2-2 con i Bulls prendendosi 100-88 la quarta sfida nonostante i 34 punti di Derrick Rose

L’era Phil Jackson si chiude col primo cappotto della carriera da allenatore di mister 11 anell. Dallas maltratta i Lakers con le triple e i punti dalla panchina e vola in finale di Western Conference. A Est Atlanta pareggia i conti con Chicago.

La delusione di Kobe Bryant, al primo cappotto dal '99. Reuters
La delusione di Kobe Bryant, al primo cappotto dal ’99

Dallas Mavericks-Los Angeles Lakers 122-86
(Dallas vince la serie 4-0)

La fine di un ciclo. I Lakers vengono umiliati dai Mavericks in gara-4, uscendo nel modo peggiore dalla postseason. Arriva quindi al capolinea l’avventura sulla panchina di Los Angeles (salvo clamorosi quanto inaspettati dietrofront) di Phil Jackson che incredibilmente esce di scena incassando il suo primo cappotto in carriera da allenatore. I Mavericks sfoderano l’ennesima prestazione eccellente della serie e, trascinati dalla produzione di un sontuoso Jason Terry, umiliano la squadra favorita per raggiungere alle finali Nba. Ci si aspetta un inizio arrembante da parte della squadra con le spalle al muro, i Lakers, invece i campioni in carica partono al piccolo trotto. Il solo Kobe Bryant sembra avere una minima confidenza con il canestro, Pau Gasol ancora una volta mostra una preoccupante mancanza di fiducia, Fisher e Bynum non fanno molto così Dallas controlla il match senza troppi problemi. I Mavs con un parziale di 8-0 staccano i Lakers poi rallentano ma chiudono la prima frazione avanti 27-23. Nel secondo quarto però la truppa di Phil Jackson difende in maniera imbarazzante e, tanto per complicarsi la vita ancora di più, in attacco si mette a fare una gran confusione. La panchina di Dallas anche in gara-4 fa cose straordinarie, e l’American Airlines Center diventa una bolgia. Fioccano le triple, grazie soprattutto alla precisione dalla lunga distanza di Terry e di Stojakovic, e le penetrazioni di un ottimo Barea mettono a nudo tutti i problemi difensivi della squadra di L.A. Gli ospiti non hanno la forza di reagire e il passivo si fa pesantissimo. In attacco tutto diventa facile per i Mavericks che chiudono un primo tempo praticamente perfetto con l’incredibile vantaggio di 63-39. Dallas tira con il 60% dal campo, mette a referto 11 triple e riceve qualcosa come 40 punti (uno in più di tutti quelli segnati dai Lakers) dalla propria straordinaria panchina. Il vero mattatore dei primi due quarti è Jason Terry (20 punti in 15′ con 6/7 dalla lunga distanza) ma i Lakers giocano con la testa di chi è già in vacanza e danno una grossa mano a Nowitzki e compagni. La reazione dei campioni in carica non arriva nemmeno nel terzo quarto. Ron Artest prova a svegliare i Lakers dal loro torpore ma la scintilla non arriva. Terry torna sul parquet e trova subito due triple consecutive spingendo i padroni di casa al +27. Anche Stojakovic si rimette a segnare, i Mavs chiudono il terzo quarto avanti 86-62 e all’inizio dell’ultima frazione trovano addirittura l’umiliante +30. Il match è oramai segnato ma i Lakers decidono di perdere nel modo peggiore. Odom si fa espellere per un fallo (per la verità non bruttissimo) su Nowitzki e un minuto più tardi Bynum con un intervento molto pericoloso affossa Barea e raggiunge negli spogliatoi il suo compagno. Davvero inqualificabile il comportamento del centro di L.A. Dopo l’evitabile fuori programma la gara manda i titoli di coda. Anche con le riserve delle riserve in campo i Mavs nel finale riescono ad allungare e infliggono così ai campioni in carica una delle più umilianti sconfitte incassate negli ultimi anni.

Dallas: Terry 32 (2/4, 9/10), Barea 22, Stojakovic 21. Rimbalzi: Chandler 9. Assist: Barea 8.
L.A. Lakers: Bryant 17 (7/13, 0/5), Brown 15. Rimbalzi: Gasol 8. Assist: Gasol 6.

Derrick Rose, 22 anni, 34 punti con 32 tiri. Afp
Derrick Rose, 22 anni, 34 punti con 32 tiri

Atlanta Hawks-Chicago Bulls 100-88
(2-2 nella serie)

Atlanta pareggia i conti con una prestazione di grande sostanza. I padroni di casa fanno sudare Derrick Rose che segna si 34 punti ma per farlo ha bisogno di ben 32 tiri dal campo. La squadra della Georgia così finalmente riesce a vincere un incontro casalingo nel secondo round: non succedeva dal lontano 13 maggio del 1996. Larry Drew, dopo lo scivolone in gara-3, decide di mescolare le carte e fa partire in quintetto il centro Jason Collins, relegando in panchina Marvin Williams. Per provare a rallentare l’Mvp Derrick Rose poi il tecnico di Atlanta decide di raddoppiarlo con una certa frequenza. I padroni di casa partono con la giusta intensità e Joe Johnson riesce a far male alla difesa dei Bulls nei primi minuti. Boozer e Deng rispondono ma gli Hawks restano davanti, chiudono il primo quarto in vantaggio 28-26 e tentano lo sprint nella prima metà del secondo periodo, arrivando al +7. Con il rientro in campo di Rose e Noah, Chicago si rimette a correre. Gli ospiti piazzano un parziale di 13-3 tornando prepotentemente nel match, nel finale di tempo però i canestri di Pachulia e del solito Johnson permettono ad Atlanta di andare al riposo avanti 47-46. Le iniziative del sempre più sorprendente Jeff Teague a inizio ripresa mettono in difficoltà la difesa di Chicago, i Bulls comunque possono sempre contare su Rose e su un Carlos Boozer che mostra progressi. Gli ospiti cambiano marcia nelle battute finali del terzo quarto e tornano davanti. La truppa di Tom Thibodeau sembra in grado di prendere possesso del match ma a inizio ripresa Josh Smith si mette a dominare la zona pitturata. Gli Hawks prendono fiducia, passano a condurre e piazzano lo sprint decisivo nella seconda parte dell’ultimo periodo. Il parziale di 10-0, condito da sei punti di Horford, porta i padroni di casa al vantaggio in doppia cifra a 1’25” dalla sirena. Chicago alza bandiera bianca e Atlanta così pareggia i conti nella serie. “Non mi e’ piaciuto come abbiamo giocato nei minuti finali della gara – commenta il tecnico dei Bulls Tom Thibodeau – abbiamo facilitato il compito agli Hawks”.

Atlanta: Johnson 24 (6/9, 3/5), Smith 23, Horford 20. Rimbalzi: Smith 16. Assist: Smith 8.
Chicago: Rose 34 (11/29, 1/3), Boozer 18. Rimbalzi: Noah 11. Assist: Rose 10.

tratto da gazzetta.it

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Dallas va 3-0 sui Lakers. Rose trascina Chicago

I Mavs vincono anche gara-3: nessuno nella storia ha mai rimontato dallo 0-3. Un fantastico Rose guida i Bulls al 2-1 su Atlanta

Dirk Nowitzki e Dallas spingono i Lakers campioni in carica ad un passo dall’eliminazione in semifinale di Western Conference. I Mavs sono avanti 3-0 nella serie al meglio delle 7, svantaggio mai rimontato nella storia dell’Nba. A Est Chicago si prende il 2-1 su Atlanta grazie a Derrick Rose, autore di 44 punti.

Derrick Rose imprendibile per Atlanta. Reuters
Derrick Rose imprendibile per Atlanta

Atlanta Hawks-Chicago Bulls 82-99 (serie 1-2)

Imprendibile, quasi infallibile. Derrick Rose trascina Chicago alla vittoria in gara-3 su Atlanta con una partita quasi perfetta, quella con più punti in assoluto nella sua vita Nba. Il neo eletto Mvp spazza via i dubbi sulla sua caviglia sinistra ammaccata due volte sprintando a doppia velocità nella difesa di Atlanta, colpendo con layup precisi e tiri dalla distanza che fanno sempre male. A dare una mano al fenomeno Rose una perfetta prova di squadra: Atlanta è stracciata 47-34 a rimbalzo, con 18 conquistati sotto il canestro offensivo (Noah ne prende 8, Gibson ne aggiunge 7). La panchina produce 34 punti. E la difesa tiene gli spauracchi Johnson e Crawford a 17 punti e 7/19 dal campo complessivi. “Abbiamo cercato di giocare bene in difesa, perché sappiamo che così facendo possiamo essere aggressivi in entrambe le estremità del campo” racconta Rose a fine gara. Per gli Hawks le buone notizie vengono da Jeff Teague, capace ancora una volta di non far rimpiangere l’infortunato Hinrich, e da Josh Smith, che si risveglia improvvisamente dopo il disastro delle prime due gare (21 punti complessivi con 7/25 al tiro). Ma per fermare i Bulls dello scatenato Rose non basta: il 22enne si prende la scena già nel primo quarto, in un bel duello tra play con Teague. Il direttore d’orchestra di Atlanta annulla il 6-0 iniziale di Chicago, ma il neo eletto Mvp risponde con uno show fatto di penetrazioni in velocità e tiri impossibili, che fruttano a lui 17 punti e a Chicago il 29-23 alla prima sirena. Watson, riserva di Rose, fa assaggiare ai Bulls il vantaggio in doppia cifra (33-23 1’16” dentro il secondo quarto), ma Williams prima e Johnson poi (8 punti nel quarto) tengono vivi gli Hawks, che però lasciano strada libera quando la panchina ospite sale in cattedra: trascinata da Korver (8 punti), la second unit di coach Thibodeau produce 21 punti nel primo tempo, buoni per lanciare Chicago sul 54-35 a 2’50” dal riposo. Atlanta prova a rimediare con un 6-0 chiuso da Horford, ma va comunque al riposo sotto 56-43. Gli Hawks tentano di rientrare all’inizio del terzo periodo, quando Smith infila 9 punti, ma vengono nuovamente spediti al tappto da Rose, che con 13 punti nel parziale regala ai Bulls l’80-63 alla sirena. Gli Hawks si riavvicinano fino a 86-75 a 8’22”, ma ancora Rose con 8 punti consecutivi apre l’11-0 che mette in cassaforte il trionfo di Chicago. Domenica (alle 2 di notte ora italiana) è in programma gara-4.

Atlanta: Teague 21 (8/11 da due, 0/2 da tre, 5/5 tiri liberi), Smith 17, Johnson 10, Williams 10, Horford 10. Rimbalzi: Smith 13. Assist: Smith 4.
Chicago: Rose 44 (12/20, 4/7, 8/9 tl), Gibson 13, Korver 11. Rimbalzi: Noah 15. Assist: Rose 7.

Stojakovic e Nowitzki, grandi protagonisti per Dallas. Reuters
Stojakovic e Nowitzki, grandi protagonisti per Dallas

Dallas Mavericks-Los Angeles Lakers 98-92 (serie 3-0)

L’impresa per Dallas è a una sola vittoria di distanza. Trascinati dall’incontenibile Dirk Nowitzki e dalla precisione dalla distanza di Peja Stojakovic nell’ultimo quarto, i texani si prendono anche gara-3 della sfida con i Lakers, spingendo i bi-campioni in carica ad un passo dall’eliminazione. Gli uomini di Phil Jackson dovranno fare qualcosa di storico per proseguire la corsa al three-peat: rimontare un 3-0 di svantaggio in una serie al meglio delle 7 sfide, impresa mai riuscita nella storia Nba. “Non vogliamo essere noi i primi a subire una rimonta simile – avverte Nowitzki -. In gara-4 (domenica alle 21.30 italiane, n.d.r.) ci metteremo la stessa grinta e avremo ancora il nostro pubblico ad aiutarci. Li abbiamo messi in difficoltà continuando ad attaccare e faremo lo stesso”. Il tedesco è stato ancora una volta l’uomo decisivo, ridicolizzando il fantasma di Pau Gasol. Lo spagnolo è la brutta copia del giocatore che negli ultimi due anni ha avuto un ruolo determinante nei successi dei Lakers: in difesa non è mai riuscito a contenere Nowitzki, in attacco (12 punti con 5/13 dal campo) mai a metterlo in difficoltà. I campioni pagano anche il 5/8 concesso dalla distanza nell’ultimo quarto (3/4 a Stojakovic), quando nel finale hanno permesso a Dallas di rientrare da -6. Gara tirata fin dall’avvio: Jackson sceglie Odom in quintetto al posto del sospeso Artest ma dopo un buon avvio i Lakers subiscono 11 punti da Nowitzki, e nonostante la voglia di Bynum sono sotto 29-26 alla prima sirena. Il tedesco e Terry tengono i Mavs avanti anche nel secondo periodo, ma un 13-3 negli ultimi 4’ consente a Los Angeles di andare al riposo avanti 51-47. Fisher prova l’allungo (58-51) in avvio di ripresa, ma l’immortale Kidd e Nowitzki tengono Dallas in partita. Bryant prova a prendere in mano la gara dopo aver giocato per i compagni nel primo tempo, ma il 72-66 con cui i Lakers comandano alla terza sirena è merito della difesa, che tiene i Mavs a 5/15 dal campo nel terzo periodo. Coach Jackson rimprovera Gasol a ogni time out, e trova da Brown e Bynum la grinta per allungare sul 79-71 a 9’29” dalla fine. Dallas comincia a martellare dal perimetro e si avvicina, ma a 4’33” i Lakers possono gestire ancora 6 punti di vantaggio. Stojakovic però accorcia ancora, poi Nowitzki dalla lunetta firma il sorpasso completato da Terry. L.A. è sotto 95-91 a 18” dalla fine: Fisher però spreca l’ultimo possesso con un passaggio sbagliato e Dallas può esultare. “Abbiamo giocato troppo bene per esserne usciti sconfitti” commenta amaro Phil Jackson. L’inferno per i Lakers potrebbe cominciare domenica sera.

Dallas: Nowitzki 32 (8/14, 4/5, 4/4 tl), Terry 23, Stojakovic 15. Rimbalzi: Nowitzki 9. Assist: Kidd 9.
LA Lakers: Bynum 21 (9/16, 3/3 tl), Odom 18, Bryant 17. Rimbalzi: Bynum 10. Assist: Bryant 6.

tratto da gazzetta.it

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Lakers irriconoscibili. Dallas vince e va sul 2-0

I Mavs si impongono con autorità anche in gara-2 a Los Angeles e ipotecano la semifinale Ovest. Chicago domina Atlanta e pareggia i conti a Est (1-1)

Gli irriconoscibili Lakers si fanno superare anche in gara-2 e adesso vanno Texas con le spalle al muro, Chicago, invece, si sbarazza senza grossi problemi di Atlanta e riequilibra la serie.

Derrick Rose premiato da Stern come Mvp della stagione. Afp
Derrick Rose premiato da Stern come Mvp della stagione

Chicago-Atlanta 86-73 (1-1 nella serie)

I Bulls tornano in carreggiata e dopo la sorprendente sconfitta rimediata in gara-1 conquistano il successo nel secondo match della semifinale Est. Derrick Rose prima della gara riceve dalla mani del commissioner David Stern il premio di Mvp della stagione, diventando così ufficialmente il più giovane giocatore nella storia della Nba a conquistare la prestigiosissima onorificenza. “Sono contento che tutti questi discorsi siano finiti – dice Rose – adesso posso finalmente concentrarmi soltanto sul basket”. Il playmaker di Chicago dimostra subito di non essere stato eletto Mvp per caso, giocando alla grande nel primo tempo. I Bulls dominano sotto canestro (alla fine conquisteranno 58 rimbalzi contro i 39 degli Hawks) e la partita si mette dopo pochi minuti sui binari preferiti dalla squadra di casa. Gli ospiti, eccezion fatta per un buon Jeff Teaque, litigano con il canestro e tirano con brutte percentuali, andando negli spogliatoi all’intervallo sotto di 11 lunghezze. L’ottimo Rose del primo tempo (16 punti) pero’ cala alla distanza. L’Mvp, infatti, perde ritmo in attacco e si concede qualche turnover di troppo. Nessun problema pero’ per i Bulls che trovano i canestri di Joakin Noah e di Luol Deng. Chicago arriva al +14 ma rallenta riportando in partita gli Hawks. Josh Smith spinge Atlanta fino al -6 a 4’16’’ dalla sirena ma i padroni di casa non si scompongono, piazzano un parziale di 9-2 e si riportano a distanza di sicurezza. 

Chicago: Rose 25 (9/19, 1/8), Noah 19. Rimbalzi: Noah 14, Deng 12, Boozer 11. Assist: Rose 10.
Atlanta: Teague 21 (6/12, 1/2), Johnson 16. Rimbalzi: Horford 14. Assist: Horford 6. 

Gasol dominato a rimbalzo da Chandler e Marion. Reuters
Gasol dominato a rimbalzo da Chandler e Marion

Los Angeles Lakers-Dallas 81-93

I campioni in carica si mettono nei guai con un’altra prestazione davvero insufficiente e cadono anche in gara-2 contro i Mavericks. Dallas gioca con grande personalità, sfrutta la terribile serata al tiro dalla lunga distanza della squadra di casa (0/15 da tre fino a 2’40’’ dalla sirena, 2/20 alla fine) e la scarsa produzione della panchina, e contro ogni pronostico torna in Texas avanti 2-0. Gli ospiti ci mettono poco a carburare e dopo una partenza al rallentatore si affidano a Dirk Nowitzki e prendono il comando delle operazioni. Un abulico Gasol non riesce a dettare legge nella zona pitturata, il tiro da fuori sembra non voler entrare per Kobe e compagni, così i Mavs prendono fiducia e riescono a rimanere davanti, chiudendo il primo tempo in vantaggio di due punti. Un po’ tutti si aspettano il ritorno del campioni in carica nel secondo tempo, invece Dallas si mette a difendere con grandissima disciplina nel terzo quarto e la squadra di casa fa tanta confusione. Odom non incide e lo stesso Bryant va a corrente alternata. I Mavs concedono solamente 13 punti alla truppa di Phil Jackson nel terzo quarto e aprono l’ultima frazione avanti di sei lunghezze. Nell’ultimo periodo il portoricano Barea veste i panni di Steve Nash e con le sue penetrazioni crea lo scompiglio nella difesa dei campioni in carica. Dallas continua a spingere, piazza un parziale di 9-0 che zittisce un’incredulo Staples Center, e a quattro minuti dalla sirena arriva al +15. Non c’e’ più nulla da fare per i Lakers, i Mavericks, infatti, giocano con personalità i minuti finali e fermano sul nascere il tentativo di rimonta, peraltro decisamente timido, dei Lakers. Ron Artest trova anche il modo di farsi espellere (e adesso rischia pure la squalifica in gara-3) a 24’’ dalla fine per un brutto fallo su Barea. Per i campioni in carica adesso si fa durissima. Nella storia della Nba soltanto in tre occasioni una squadra e’ riuscita a passare il turno (nel formato al meglio delle sette partite) dopo aver perso le prime due gare della serie tra le mura amiche.

L.A. Lakers: Bryant 23 (8/15, 1/5), Bynum 18. Rimbalzi: Bynum 13, Gasol 10. Assist: Fisher 5.
Dallas: Nowitzki 24 (7/13, 2/3). Rimbalzi: Marion 9. Assist: Kidd 6.

tratto da gazzetta.it

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