Archive for ottobre, 2010

Bargnani trascinatore di Toronto Gallo malconcio, Beli sottotono

Il Mago ci mette 20 punti nel travolgente successo su Cleveland. Gallinari viene limitato dal polso destro e i Knicks scivolano a Boston. Belinelli si ferma a 5 punti, ma New Orleans batte Denver

Andrea Bargnani trascina alla vittoria i suoi Toronto Raptors con 20 punti in 30′. Danilo Gallinari, limitato a 2 punti dai problemi al polso, assiste alla sconfitta dei Knicks a Boston. Marco Belinelli non va oltre 5 punti ma dà il suo contributo al succeso di New Orleans su Denver.

Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 101-81

Dopo il passo falso nel debutto stagionale contro i Knicks, Toronto regala la prima vittoria al proprio caloroso pubblico sbarazzandosi con decisione dei deludenti Cleveland Cavs privi di Mo Williams. Toronto raggiunge un vantaggio massimo di 23 punti a metà del quarto periodo e taglia il traguardo sul 101-81. Un comodo layup del brasiliano Barbosa nell’azione finale permette ai fans canadesi di aggiudicarsi la prima pizza gratis della stagione. I Cavs facilitano il compito di Bargnani e compagni con grandi dormite difensive che rendono impossibile un’eventuale rimonta. Nell’ultimo quarto, Cleveland lascia incustodito Bargnani in mezzo all’area in tre azioni consecutive e il Mago li punisce con gli ultimi due canestri della sua positiva prestazione. Con la schiacciata per il 92-69, Bargnani è di nuovo il miglior marcatore dei Raptors e va a sedersi con 20 punti di bottino personale in 30′ di gioco, ottenuti con 13 tiri (uno soltanto da tre), 5/5 dalla lunetta e qualche opportunità di uno contro uno in isolamento. L’attacco di Toronto passa dalle mani morbide del Mago, ma le responsabilità vengono distribuite equamente. Cinque giocatori chiudono con almeno 10 tiri tentati (Bargnani, Kleiza, Barbosa, Weems e DeRozan). Se l’attacco dà segnali positivi è comunque con la difesa che i Raptors dominano il match: “Dall’inizio del training camp stiamo sottolineando l’importanza di rimbalzi e difesa per avere successo – dichiara coach Jay Triano -. Stasera la squadra ha fatto quello che chiediamo”. La gara mostra una supremazia di Toronto già nel primo tempo, alla fine del quale Bargnani ha all’attivo 12 punti con 4/9 al tiro e 3/3 ai liberi e i padroni di casa conducono 46-38. Ma è nel terzo quarto che si scava il solco definitivo con il lavoro sporco ma utilissimo di Reggie Evans, 14 rimbalzi e sempre il primo ad arrivare su ogni pallone, e 13 punti dell’ottimo Linas Kleiza, pericoloso dal perimetro e anche spalle a canestro. Anche Anderson e DeRozan sono ispirati in attacco e Toronto domina il periodo 31-17. Secondo Bargnani, il centro titolare Evans è perfetto nel ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato: “Quello è il suo compito. L’allenatore glielo ha detto e lui ha capito benissimo. Quando prende un rimbalzo, passa subito fuori la palla e non prova neanche a tirare”. Così facendo, Toronto si ritrova con tante seconde opportunità di riorganizzare le azioni offensive. I Cavs hanno solo Antawn Jamison che prova a reagire con tre triple e 11 punti nel terzo quarto, mentre Sessions incappa in una gara da dimenticare (1/10 e 5 palle perse). L’ultimo quarto è normale amministrazione per i Raptors che hanno vita facile contro un’avversaria fantasma. Anche il duo Jack-Calderon totalizza un brutto 1/10 e lo spagnolo, costretto a cedere il suo ruolo di play titolare al suo compagno di reparto, autore di una pre-season più convincente, sembra aver perso fiducia al tiro. Poco importa contro Cleveland perché ci pensano Kleiza e Bargnani a fare canestro. I Raptors hanno anche molte occasioni facili in contropiede con cui ottengono 26 punti (11/15). Qualcuna la sprecano “per voler fare fin troppo spettacolo”, secondo Triano. “Nel correre saremo una delle squadre più forti della Nba – dice Bargnani -. Quello è uno dei nostri punti di forza”. Ora che il ghiaccio è rotto bisogna già pensare alla settimana difficile che attende Toronto: quattro sfide in sei giorni in trasferta contro Sacramento, Utah, Lakers e Portland.

Toronto: BARGNANI 20 punti (6/11 da 2, 1/2 da 3, 5/5 tl), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 palle perse, 1 stoppata e 2 falli in 30’. Kleiza 19, DeRozan 14, Barbosa e Weems 13. Rimbalzi: Evans 14. Assist: Calderon 7.
Cleveland: Jamison 13, Parker 10. Rimbalzi: Moon e Hickson 6. Assist: Sessions 4.

Rajon Rondo, protagonista assoluto del match. Ap
Rajon Rondo, protagonista assoluto del match

Boston Celtics-New York Knicks 105-101

I Knicks non sfigurano contro i Celtics di un sontuoso Rajon Rondo e nel finale provano a rimettere clamorosamente in piedi una partita che sembrava chiaro appannaggio della squadra di casa. Desta qualche preoccupazione però la prestazione di Danilo Gallinari, che non sembra aver ancora completamente recuperato dall’infortunio al polso destro. Il Gallo non vuole crearsi alibi ma il suo 0/6 al tiro in soli 12’ di gioco non può avere altre spiegazioni. Mike D’Antoni nel terzo quarto lascia l’azzurro sul parquet soltanto per 3’13’’, poi lo riporta in panchina e non lo inserisce più fino al termine del match. Si parte con i Knicks subito in palla. Felton e Stoudemire spingono gli ospiti all’11-2, Boston ci mette un po’ a scaldare i motori ma le penetrazioni di Rondo e i canestri di Pierce rimettono davanti i Celtics che chiudono così il primo quarto in vantaggio 27-20. Il Gallo fatica in attacco, dalla panchina però si alza Wilson Chandler e produce punti preziosi per i newyorchesi. Stoudemire e Larry Fields riprendono Boston, che però nelle battute finali del secondo quarto si riporta davanti, andando al riposo con quattro lunghezze di vantaggio, 50-46. Un primo tempo tutto sommato positivo per la truppa di Mike D’Antoni. Nella ripresa però i Celtics mettono subito la loro impronta sul match. Danilo Gallinari va ben presto in panchina (sostituito da Chandler) per rimanerci, e New York perde contatto con Boston. Produce anche “Big Baby” Davis, sempre imbeccato da un Rondo stellare. I padroni di casa sembrano poter controllare senza grossi problemi il ritorno dei Knicks nell’ultimo quarto, trovando il canestro ogni volta che New York si avvicina. A 1’45’’ dalla sirena così il match sembra chiuso, con i Celtics avanti 101-90. New York però, mentre le tribune iniziano a svuotarsi, riesce a rimanere nella partita. Gli ultimi 36’’ poi si infiammano. “Stat” trova un canestro più fallo, e a 17’’ dalla sirena firma l’incredibile tripla che porta gli ospiti al -2. Qualche brivido è lecito per i Celtics, ma Pierce dalla lunetta tranquillizza i tifosi di casa. Rondo così festeggia con un successo una partita incredibile chiusa con una tripla doppia condita da qualcosa come 24 assist. Meglio di lui, nella gloriosa storia dei Celtics, in quanto ad assist in una gara, ha fatto soltanto il leggendario Bob Cousy (28) nel 1959.

Boston: Pierce 25 (5/14, 4/6), Garnett 24, Davis 16. Rimbalzi: Pierce 14, Garnett, Rondo 10. Assist: Rondo 24.
New York: GALLINARI 2 (0/3 da due, 0/3 da tre, 2/2 ai liberi) 3 rim., 1 ass. in 12’. Stoudemire 27 (6/14, 2/3), Chandler 19, Felton 17. Rimbalzi: Fields 10. Assist: Felton 6.

Marco Belinelli e gli Hornets hanno battuto Denver. Ap
Marco Belinelli e gli Hornets hanno battuto Denver

New Orleans Hornets-Denver Nuggets 101-95

New Orleans dimostra anche contro Denver di essere una squadra da prendere con le molle. Gli Hornets, infatti, con un ottimo ultimo quarto fanno lo sgambetto a Carmelo Anthony e compagni. Marco Belinelli, dopo l’eccellente prestazione di mercoledì, si deve accontentare di cinque punti, ma dà il suo contributo giocando con diligenza in attacco e difendendo con grande aggressività, soprattutto nei momenti caldi del match. Denver prova subito a mettere le cose in chiaro con una buona partenza, ma gli Hornets riprendono gli ospiti a meta’ del primo quarto (15 pari) proprio grazie a una tripla del bolognese. Billups e lo “scontento” Anthony (che nei giorni scorsi aveva mandato il suo chiaro messaggio a Denver dichiarando: “è arrivato il momento di cambiare”) scaldano i motori, ma i padroni di casa riescono a rimanere nella scia dei Nuggets. Nel secondo quarto la panchina di New Orleans si mette a produrre, cambiando così gli equilibri del match. Marcus Thornton in particolare trova confidenza con il canestro, Monty Williams così gli regala un minutaggio più lungo, lasciando fuori Belinelli fino agli ultimo 90’’ della frazione. New Orleans, grazie alla sorprendente produzione delle sue riserve, arriva al +15 ma nel finale di tempo Billups riporta sotto Denver che comunque al riposo ha un ritardo di nove lunghezze. Nella ripresa si presenta sul parquet un Anthony molto aggressivo che nel terzo quarto prova a caricarsi la squadra sulle sue spalle. Belinelli con un canestro dal perimetro tiene i Nuggets a -10 ma appena cala l’intensità difensiva degli Hornets, Denver produce canestri a raffica. A cavallo tra la fine del terzo quarto e l’inizio dell’ultimo periodo la squadra del Colorado torna davanti e prova a prendere possesso del match. Con il rientro sul parquet di Chris Paul (e dello stesso Marco Belinellli), l’inerzia però torna nelle mani dei padroni di casa. Il playmaker di New Orleans fa quello che vuole in attacco, David West si rimette a produrre mentre in difesa Ariza e Okafor non fanno più passare nessuno. Anche Beli fa il suo e per Denver trovare il canestro diventa un’impresa. New Orleans, spinta da un super Paul, piazza un parziale di 13-2, prende in mano le redini del match e riesce a mettere k.o. Denver, conquistando così il suo secondo successo della stagione.

New Orleans: BELINELLI 5 (1/5 da due, 1/3 da tre), 2 ass., 1 rec., in 24’. Paul 18 (6/11, 0/3), West 17. Rimbalzi: Okafor 8. Assists: Paul 7.
Denver: Anthony 24 (9/15, 1/2), Billups 20. Rimbalzi: Williams 13, Anthony 10. Assist: Billups 5.

tratto da Gazzetta.it

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Miami distrugge Orlando Lakers ok, colpo di Memphis

Wade trascina gli Heat al 96-70 contro i Magic. Campioni senza problemi a Phoenix, con Phil Jackson a quota 1100 vittorie Nba. I Grizzlies sbancano Dallas

I Miami Heat stravincono la sfida contro i Magic nel derby della Florida, e mandano un messaggio molto chiaro: se difendono come contro Dwight Howard e compagni, sono dolori per tutti. Intanto i Lakers si impongono a Phoenix e consentono a Phil Jackson di vincere la partita numero 1.100 da allenatore. Tra gli altri risultati, sorprendente quello di Memphis che va a vincere a Dallas. Passano fuori casa anche Atlanta a Philadelphia e Indiana a Charlotte.

Dwyane Wade, 28 anni, in Nba dal 2003. Ap
Dwyane Wade, 28 anni, in Nba dal 2003

Miami Heat-Orlando Magic 96-70

Il secondo grande test per gli Heat, dopo la sconfitta a Boston, finisce in trionfo. Spazzando via gli avversari all’inizio del terzo periodo, con un parziale di 14-0, Miami ha letteralmente strapazzato i Magic, costretti a una seconda metà di gara da 25 punti totali e a una prestazione al tiro davvero ridicola (30.3% dal campo). Impossibile pensare di vincere contro Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh in queste condizioni. “Abbiamo eseguito davvero malissimo stasera”, ha detto a fine partita Rashard Lewis, che ha chiuso con 0/9 al tiro e nessun impatto sulla gara. S’è visto sul campo un pezzo di quello che i nuovi Big Three della Nba dovranno fare da qui in avanti: difendere duro e rinunciare a qualcosa in attacco, un po’ per uno. Stavolta è toccato a James (6/13 al tiro, anche 6 rimbalzi) e Bosh (2/9 ma 10 rimbalzi), che hanno lasciato a Wade il divertimento maggiore dal punto di viista offensivo. “Abbiamo ascoltato tutto quello che hanno detto su di noi da Orlando durante l’estate. La stagione è ancora molto lunga, ma adesso sanno che noi ci siamo e ci saremo fino alla fine”, ha detto LeBron James.

Miami: Wade 26 (7/14 da due, 2/6 da tre, 6/8 tiri liberi), James 15, Bosh e Haslem 11. Rimbalzi: Haslem 11. Assist: James 7.
Orlando: Howard 19 (8/15, 3/7 tl), Anderson 12, Nelson 10. Rimbalzi: Howard e Gortat 7. Assist: Richardson, Nelson, Duhon, Redick e Bass 1.

Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 106-114

Troppa qualità per i Lakers per potersi mettere in difficoltà a Phoenix. I campioni Nba in carica permettono a coach Phil Jackson di conquistare la vittoria numero 1.100 in carriera su 1.560, il più rapido di sempre a raggiungere questa cifra vincente (“Non riesco a immaginare un altro allenatore che abbia ottenuto risultati simili in nessuno sport, a parte forse coach John Wooden”, ha detto Kobe Bryant alla fine). I Lakers hanno aperto l’ultimo quarto con due triple di Matt Barnes per il +13 (95-82 a 9’48 dalla fine), e poi hanno gestito con le superstar. Sale di colpi anche Lamar Odom, che ci mette 6 punti per il nuovo +11 a 1’35 dalla fine (109-98), inutili le due triple finali di Jason Richardson, buone solo per il suo tabellino e per ridurre lo scarto finale.

Phoenix: Hill 21 (10/16, 0/1, 1/2 tl), Lopez 18, Richardson 17, Dragic 15, Dudley 10. Rimbalzi: Lopez 14. Assist: Nash 9.
LA Lakers: Bryant 25 (7/14, 2/5, 5/5 tl), Gasol 21, Odom 18, Artest 14, Fisher e Barnes 11. Rimbalzi: Odom 17. Assist: Gasol 9.

Un duello tra Jason Terry e Rudy Gay. Ap
Un duello tra Jason Terry e Rudy Gay

Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 90-91

La rimessa di Jason Kidd consegnata agli avversari condanna Dallas alla sconfitta interna contro i Grizzlies, bravi a rimanere sempre agganciati alla partita nel finale, malgrado la tripla di Nowitzki e il 2+1 firmato da Caron Butler abbiano provato a dargli una spallata (88-85 con 3’06” da giocare). Privi dell’infortunato Zach Randolph, i Grizzlies si sono affidati a Rudy Gay (5 punti consecutivi per rispondere a Nowiztki & co.) e a Marc Gasol, al debutto stagionale e con la caviglia sinistra non ancora al 100%. E’ proprio il centro della nazionale spagnola a mettere il tiro libero del sorpasso a 6 secondi dal termine. Poi, sull’ultima rimessa con 1″ da giocare, Kidd trova le mani di Mayo invece di un compagno, e Memphis può festeggiare.

Dallas: Nowitzki 27 (10/14, 1/1 tl), Butler 18, Terry 13, Marion 12. Rimbalzi: Chandler 9. Assist: Kidd 10.
Memphis: Gay 21 (9/16, 0/3, 3/4 tl), Mayo 20, Arthur 14, Gasol e Allen 10. Rimbalzi: Gasol 15. Assist: Conley 6.

Detroit Pistons-Oklahoma City Thunder 104-105

La prestazione fantastica di Ben Gordon, dalla panchina, non basta ai Pistons per battere Durant e i suoi Thunder. Che non vivono di solo Durant, però, e l’hanno dimostrato in questa occasione. Ibaka esce dalla panchina e porta in dote una doppia-doppia, ma soprattutto dopo la tripla di Villanueva a 7″ dalla fine per il vantaggio di Detroit, l’ultimo tiro se lo prende Jeff Green, che attacca il ferro e va a depositare i due punti della vittoria con 2.5 da giocare. “Tutti pensavano che avrebbe tirato Durant”, ha detto poi a fine gara Gordon, evidentemente sorpreso come tutta la sua squadra dalla scelta vincente di Oklahoma City.

Detroit: Gordon 32 (9/13, 2/3, 8/9 tl), Stuckey 24, Hamilton 14, Prince e Villanueva 12. Rimbalzi: Wallace 8. Assist: Stuckey 9.
Oklahoma City: Durant 30 (8/22, 1/2, 11/13 tl), Green 21, Westbrook 17, Ibaka 16, Krstic 14. Rimbalzi: Ibaka 10. Assist: Westbrook 11.

Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 101-104

Sembrava tutto facile per gli Atlanta Hawks, quando Jamal Crawford aveva segnato il +13 (91-78) con 9’15” da giocare. Gli ospiti, invece, malgrado le ottime prove di Joe Johnson e Al Horford (9/11 al tiro e 2 stoppate per il centro), hanno dovuto soffrire fino all’ultimo minuto, perché se Philly è stata tradita dal rookie Evan Turner (0/5 dal campo e 4 assist in 19 minuti) è stata invece trascinata da Andres Nocioni, autore di 11 punti in 6 minuti per arrivare a -2 (97-99) con 1’07” sul cronometro. L’uomo del match però ce l’aveva Atlanta: Josh Smith prima piazza una tripla importantissima per il nuovo +5 a 47.5 secondi dalla sirena, poi stoppa il tiro di Nocioni allo scadere, che poteva dare il pareggio.

Philadelphia: Iguodala 27 (8/14, 2/5, 5/6 tl), Brand 20, Williams 16, Nocioni 15. Rimbalzi: Brand 8. Assist: Iguodala 10.
Atlanta: Johnson 22 (5/7, 1/3, 9/12 tl), Horford 20, Crawford 19, Smith 12. Rimbalzi: Horford 12. Assist: Bibby 6.

Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 109-91

Vittoria dal gusto amaro per Golden State, che sul +23 nel terzo quarto perde Stephen Curry per infortunio. Il campione del mondo con Team USA in Turchia, autore di una partita molto pulita da 7/9 al tiro e 6 assist, ha riportato una brutta distorsione alla caviglia su uno scivolamento difensivo, quando la situazione si era messa benissimo per i suoi. Golden State, infatti, rientra dagli spogliatoi con un parziale di 21-2 con 7 proprio di Curry e 5 a testa per Monta Ellis e Dorell Wright. Clippers spazzati via, incapaci di reagire al momento difficile malgrado un’altra doppia-doppia di Blake Griffin, “entrato” benissimo in questa stagione.

Golden State: Wright 24 (3/5, 6/8), Curry 16, Ellis e Lee 15. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Ellis 11.
LA Clippers: Gordon 19 (4/8, 2/9, 5/7 tl), Davis 16, Griffin 14, Kaman 13. Rimbalzi: Griffin 10. Assist: Davis 8.

Brook Lopez sovrasta Tyreke Evans. Ap
Brook Lopez sovrasta Tyreke Evans

New Jersey Nets-Sacramento Kings 106-100

Il ritorno di Tyreke Evans dopo la partita di sospensione sembrava essere sinonimo di seconda vittoria stagionale per Sacramento, che invece ha dovuto arrendersi nel finale alla furia di Devin Harris. Con uno splendido lay-up rovesciato, infatti, Evans aveva dato ai suoi 8 punti di vantaggio a 3’40” dalla fine (97-89), ma New Jersey ha risposto con un parziale di 13-0 prendendo in mano la gara. Harris ci ha messo due tiri pesantissimi per il sorpasso e il +3 (100-97 a 30 secondi dal termine), poi Jordan Farmar ha allungato fino a +7 dalla lunetta e sempre ai tiri liberi, dopo la tripla di Garcia, a mettere in ghiaccio il risultato ci hanno pensato ancora Farmar e Outlaw con due tiri liberi a testa.

New Jersey: Lopez 29 (8/16, 13/15 tl), Harris 21, Outlaw 18, Farmar 14, Favors 10. Rimbalzi: Humpries 8. Assist: Harris 10.
Sacramento: Evans 18 (7/17, 1/2, 1/3 tl), Garcia 18 (3/6, 4/6, 0/1 tl), Landry e Udrih 14, Cousins e Jackson 12. Rimbalzi: Jackson 6. Assist: Evans 7.

Minnesota Timberwolves-Milwaukee Bucks 96-85

Quando entrambe le formazioni hanno le polveri bagnate (37.6% al tiro per Minnesota, 35.6% per Milwaukee) il controllo dei rimbalzi diventa fondamentale. E così, oltre ai 16 catturati da Love (3/13 al tiro ma 11/13 ai liberi), i 10 presi da Michael Beasley e i 9 di Darko Milicic hanno contribuito al +23 dei T’Wolves in questo settore del gioco (62-39, con 20-9 per i soli rimbalzi offensivi). Corey Maggette ha provuto a tenere in partita i suoi, ma Brandon Jennings (4/15 con 0/6 da 3 ma 7 assist) e soci erano davvero fuori fase dal punto di vista offensivo (T’Wolves avanti anche di 17 nel terzo quarto, 68-51). Troppo anche per vincere a Minneapolis, dove c’è una squadra giovane che vuole levarsi di dosso la frustrazione accumulata nelle ultime stagioni.

Minnesota: Beasley 21 (6/11, 2/3, 3/5 tl), Love 17, Ridnour 13, Johnson 12. Rimbalzi: Love 16. Assist: Ridnour 7.
Milwaukee: Maggette 23 (6/14, 1/2, 8/8 tl), Jennings 14, Gooden 12. Rimbalzi: Bogut 10. Assist: Jennings 7.

Charlotte Bobcats-Indiana Pacers 101-104

Partita decisa negli ultimi tre minuti in quel di Charlotte: Danny Granger lancia Indiana con una tripla più il fallo per accorciare sul 96-95 con tre giri di orologio da completare, Tyler Hansbrough ci mette quattro punti nell’ultimo minuto per andare sul +3 con 10 secondi da giocare e a quel punto i Bobcats devono solamente cercare il miglior tiro possibile per il pareggio. Fallita la prima possibilità con Augustin, ce n’è un’altra per Stephen Jackson, che si libera con la finta e ha un tiro eccellente da posizione centrale. La palla, però, invece della retina trova il primo ferro e per Charlotte non c’è nulla da fare.

Charlotte: Wallace 29 (7/12, 1/1, 12/18 tl), Augustin 17, Diaw 13, Thomas 11, Jackson 10. Rimbalzi: Diaw 8. Assist: Augustin e Jackson 6.
Indiana: Granger 33 (6/12, 6/11, 3/4 tl), Hibbert 13, Hansbrough 12, Dunleavy 10. Rimbalzi: Hibbert 8. Assist: Collison e Hibbert 6.

tratto da Gazzetta.it

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Magic, buona la prima Phoenix passeggia con Utah

Orlando, trascinata da Howard, batte Washington. Debutto in sordina per Wall. I Suns, guidati da Nash, vanno a vincere sul campo dei Jazz

I Magic partono con il piede giusto mentre la prima scelta assoluta John Wall fatica al suo esordio nella Nba. A Salt Lake City, invece, Phoenix supera i Jazz senza grandi problemi.

Dwight Howard, a destra, protagonista ieri sera. Ap
Dwight Howard, a destra, protagonista ieri sera

Orlando-Washington 112-83

Il tanto atteso debutto nella Nba della prima scelta assoluta allo scorso draft John Wall sicuramente non verrà considerato memorabile. I Magic, infatti, prendono subito possesso del match, tengono il piede ben premuto sull’acceleratore, e distruggono i Wizards. C’e’ anche Tiger Woods (per la prima volta all’ Amway Center dopo il celeberrimo scandalo che ha travolto la sua immagine pubblica) ad applaudire i Magic che mostrano subito di avere le carte in regola per mettere in difficoltà chiunque, Heat compresi, a Est. Washington deve rinunciare all’infortunato Gilbert Arenas e Wall fa quello che può ma Orlando si dimostra decisamente superiore già dalle prime battute. Dwight Howard nella zona pitturata detta legge, Jameer Nelson in regìa gioca con ordine mentre Vince Carter fa il bello e il cattivo tempo. A fine primo tempo così’i padroni di casa sono già avanti 58-34. Nel terzo quarto la squadra della Florida approfitta delle lacune difensive di Washington e riesce addirittura ad allungare, arrivando anche al +35. Coach Van Gundy così si può permettere il lusso di far riposare i suoi titolari nell’ultimo periodo per preparali meglio all’attesissimo derby con gli Heat in programma a Miami. Buona la prima per Orlando, quindi, meno soddisfacente, invece, l’esordio nella Nba di John Wall. La prima scelta assoluta chiude un match che vorrà cercare di dimenticare in fretta con 14 punti (ma tirando con un deludente 6/19) e nove assist (la maggior parte dei quali arriva a risultato oramai acquisito) in 35’ di gioco. “E’ stato un esordio difficile – commenta Wall – questo significa che ho ancora molto da imparare, ma lo sapevo già. Devo soltanto continuare a lavorare duramente”.

Orlando: Howard 23 (7/9), Carter 18, Nelson 16. Rimbalzi: Howard 10. Assist: Nelson 6.

Washington: Martin 17 (4/5, 1/4). Rimbalzi: Thornton 7. Assist: Wall 9.

Steve Nash in azione. Afp
Steve Nash in azione

Utah-Phoenix 94-110

Dopo il passo falso di Portland, i Suns tornano a giocare la pallacanestro della scorsa stagione a Salt Lake City e dominano i deludenti Jazz. Alvin Gentry ritrova la panchina che aveva fatto la differenza nei playoff e riceve confortanti notizie anche da Hakim Warrick, già decisamente a proprio agio nel pick and roll con Steve Nash. Utah, invece, non riesce a fare male alla difesa dei Suns dal perimetro. Sottotono soprattutto la stella Deron Williams (3/12 dal campo) ma poco incisivo anche il nuovo acquisto Raja Bell. I Suns, guidati come al solito da Nash, prendono il largo nel secondo quarto e una volta avanti difendono senza grossi problemi il proprio vantaggio, grazie anche al prezioso contributo della panchina. Ai Jazz non bastano i muscoli e i centimetri di Al Jefferson e Paul Millsap sotto canestro per tornare in partita.

Utah: Jefferson 20 (8/18), Millsap, Kirilenko 19. Rimbalzi: Millsap 13. Assist: Williams 6.
Phoenix: Warrick, Nash 18, Richardson 16. Rimbalzi: Hill 12, Warrick 11. Assist: Dragic 6.

tratto da Gazzetta.it

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Milano spreca troppo Lubiana passa al Forum

L’Armani Jeans butta via un vantaggio di 14 punti contro gli sloveni e viene punita nel finale da Ozbolt e Jagodnik. Prima sconfitta stagionale per un’italiana in Eurolega

Cinque su sei. L’Armani Jeans Milano cede in casa 76-72 all’Olimpia Lubiana e per l’Italia è la prima sconfitta stagionale in Eurolega. E’ il primo stop stagionale per l’Armani con Bucchi deve fare a meno di Pecherov, che ha patito con Treviso una lesione al polpaccio destro e la cui assenza, valutata in circa due mesi, pare destinata a essere dolorosa per gli equilibri tattici biancorossi. Lubiana è avversaria pericolosa, con un roster da 14 giocatori veri e 7 ex del nostro campionato. Il successo all’overtime sull’Efes Pilsen nella giornata inaugurale è stato il biglietto da visita continentale della squadra allenata dall’ex bolognese Jure Zdovc, unico sloveno della Jugoslavia delle meraviglie che vinse l’Europeo di Roma 1991.

rocca spiega basket — L’inizio ospite però è perlomeno deprimente: per trovare la via del primo, faticoso, canestro ci vogliono 4 minuti con Milano – comunque imprecisa – che è già avanti 7-0. A invertire la rotta slovena, uscendo dalla panchina, è Saso Ozbolt che con 9 punti quasi consecutivi accorcia sul 12-9. Un paio di attacchi pigri dell’AJ e il sorpasso è servito sul 14-12 dopo 7’. Sembra un’Armani più distratta di quella scintillante di Mosca e di quella che ha vinto facile con Treviso e nel 16-16 di fine primo quarto non ci sono punti delle guardie che hanno preso solo due tiri targati Hawkins. Quando Bucchi opta per i tre piccoli sono Jaaber e Finley a mettersi i compagni in spalle mentre Melli dimostra che non è l’intraprendenza a fargli difetto. Milano fatica un po’ nel muovere il pallone in attacco, ma gestisce meglio le forzature allo scadere dei 24 secondi dimostrando progressi nell’interpretazione delle nuove regole. Al riposo l’Armani Jeans conduce 40-32, con 11 punti di Jaaber nel secondo periodo, e con Rocca che spiega pallacanestro all’ex canturino e biellese Pinkney che a metà gara non è riuscito neanche a prendersi un tiro a differenza dell’ex scafatese Jagodnik che di tira se ne concede 9 in 11 minuti d’utilizzo.

jagodnik fa male — Avvio di ripresa sull’asse lituano e l’AJ è a +14 (46-32) al 22’, ma bastano due forzature con relativa tripla subita per trovarsi 48-42 dopo 24’. Lubiana è squadra solida e quando trova il tiro da fuori con continuità può far male come con Ilievski che con un‘azione da quattro punti accorcia sul 56-53 e con un tripla di Jagodnik si regala il vantaggio 60-58 a fine terzo quarto. Per gli sloveni 28 punti in 8 minuti abbinati ai 14 in 3 nella fase centrale del primo periodo: che la batteria di esterni di Zdvoc sappia fare male pare evidente. L’AJ non solo non trova più il tiro da fuori, ma si incaponisce anche a cercare di servire la palla dentro anche quando l’area avversaria è più affollata di un tram nell’ora di punta. L’Olimpia va a +4 con Jagodnik poi viene frenata da un paio di nefandezze di Marque Perry in serata no, ma è ancora il veterano 36enne a segnare il 68-63 con 4 minuti da giocare. Tempo di Halloween e quando il clima di riscalda sono Mancinelli e Rocca a incarnare lo spirito della mascotte “Fiero il Guerriero” e a riaprire i conti. Si entra nell’ultimo minuto sul 69-70 ed è Hawkins a firmare il sorpasso a 40” dalla fine. Ozbolt fa 2/2 ai liberi (71-72) con 26” da giocare. Jaaber sbaglia, Lubiana controlla il rimbalzo e Jagodnik non sbaglia dalla lunetta per il 71-74. Fallo su Finley che fa 1/2, Ozbolt segna da sotto e il tiro della disperazione di Finley non va a segno per la gioia dei tifosi ospiti.

Milano: Jaaber 13, Finley 12, Hawkins 11
Lubiana: Ozbolt e Jagodnik 19, Ilievski 12

tratto da Gazzetta.it

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Il Pienne Basket Caf Cgn affronta la Zepa Marostica

Domenica si gioca la sesta giornata di andata e al “Forum” (inizio alle ore 18.00) ed il Pienne Basket Caf Cgn ospita in una partita davvero impegnativa, la Zepa Marostica una formazione decisamente forte soprattutto negli esterni, capace di vincere a Bologna contro la Conad Sg. Fortitudo, dopo un tempo supplementare e che domenica scorsa ha perso in casa contro un’altra formazione in forte crescita, l’Euromobil Caorle.

Affrontiamo una squadra che gioca con grande intensità ed aggressività sfruttando un telaio composto da otto giocatori (fra i quali Giovanni Infanti che giocò a Pordenone anni addietro) che formano un gruppo già affiatato e completo con fortissimi tiratori anche da tre punti come il play D’Affuso (39%) il giovane Mabulia (38%) e Benassi (33%), ai quali sono stati affiancati due nuovi giocatori come il pivot d’esperienza Crespan proveniente da Torre de Passeri, B dilettanti e il giovane Zampinetti.

Il Pienne si trova ad affrontare questa partita, ancora a ranghi incompleti, ma la Società, sta sondando con attenzione il mercato con l’obbiettivo di dare maggior forza all’organico attuale.

Siamo reduci da una sofferta, ma importante e meritata vittoria in trasferta contro la Manica Rovereto, conquistata dopo un tempo supplementare, sintomo di una grande voglia di vincere, ma domenica dovremo giocare con una ancor maggiore capacità e reattività sia in difesa che in attacco, non dimentichiamo che la Zepa Marostica, ha sempre vinto in trasferta.

Dobbiamo mettere il cuore e l’orgoglio su ogni pallone, senza mai arrenderci ed in questo la nostra squadra dovrà veramente ricevere il sostegno e l’aiuto di tutti i tifosi, per giocare senza timore, consapevole della propria forza, e con quella determinazione, indispensabile per conquistare la vittoria contro ogni avversario.

 

Il Pienne Basket è sostenuto da:

Banca Popolare Friuladria, Turismo FVG e Caf Cgn, un Team per lo Sport.

 

 

Dirigeranno l’incontro i sig.ri:

TALLON Umberto di Bologna (BO)

CAPPATI Michele di Comacchio (FE)

 

Osservatore:

FONTANI Corrado di UDINE (UD)

 

TIZIANO VARNIER

Addetto Stampa

Pienne Basket – CAF CGN

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Gallinari vince a Toronto Belinelli fa volare New Orleans

New York passa in Canada 98-93 contro i Raptors di Bargnani, top scorer con 22 punti. Splendido l’esordio della guardia degli Hornets che superano Milwaukee 95-91

Gallinari in palleggi contro Kleiza

Danilo Gallinari vince il primo “derby italiano” dell’Nba, Ottimo anche l’esordio di Marco Belinelli il cui debutto con New Orleans è nobilitato da 18 punti e una prestazione di carattere.

Toronto-New York Kincks 93-98

Nel derby italiano ed esordio stagionale per Raptors e Knicks, Andrea Bargnani si mette maggiormente in evidenza con 22 punti, 6 rimbalzi e 2 stoppate, ma è Danilo Gallinari (12 punti e 6 rimbalzi) a portare a casa la prima vittoria (finale 93-98 per i Knicks). Italiani sempre più protagonisti nella nuova stagione Nba e lo si capisce ancor prima di aprire le ostilità. L’organizzazione dei Raptors affida a Bargnani il compito di dare il benvenuto ai tifosi canadesi: “A nome dell’organizzazione grazie per il vostro sostegno e speriamo di farvi vivere una buona stagione. Buon divertimento!”, è il messaggio del Mago sul quale si soffermano a lungo le telecamere prima della palla a due iniziale. Dell’importanza di Gallinari per i Knicks ci si accorge invece in spogliatoio. Il Gallo si accomoda in uno dei due posti riservati alla stelle (perché hanno più spazio per le interviste), l’altro è ovviamente occupato da Stoudemire. Danilo è seduto dove un anno fa c’era McGrady, dove ogni volta trovi Kobe, LeBron James e Howard. A regalare il successo ai Knicks contribuiscono maggiormente Stoudemire (19+10) e l’ottimo Chandler (22), mentre Gallinari si nota poco specialmente nel primo tempo (1/5 e 3 falli), ma infila una tripla d’autore nell’ultimo quarto che dona ai newyorchesi un +5 importante in una fase di gioco col punteggio in grande equilibrio. New York, in vantaggio anche di 16 lunghezze nel corso del primo tempo, rischia di rovinare tutto quando Toronto mette la testa avanti con 10’ da giocare grazie agli spunti di Barbosa, ma la difesa tiene e Gallinari contribuisce con 5 rimbalzi nel solo ultimo quarto. “Abbiamo tenuto un livello d’intensità difensiva alta per quasi tutta la partita”, così Gallinari spiega la chiave che ha permesso di superare Toronto. Anche nell’ultima occasione per il pareggio a 3” dalla sirena, i Raptors trovano un brutto tiro da tre di Barbosa dall’angolo ostacolato da una marcatura perfetta del suo difensore. I padroni di casa, destinati secondo gli addetti ai lavori a un campionato anonimo con zero speranze di playoff, hanno poche certezze al momento e una di queste è che Andrea Bargnani sarà il terminale offensivo principale. Il Mago interpreta nel modo giusto il suo nuovo ruolo, aggredendo il canestro avversario da subito e chiudendo il primo tempo con la bellezza di 18 punti (7/13). Peccato che la mano lo tradisca nel secondo tempo (1/8 dal campo), complice come egli stesso ammette un po’ di stanchezza.

andrea top scorer — Fa effetto vedere Bargnani raddoppiato e anche triplicato in qualche occasione, ed è comunque incoraggiante notare che l’azzurro viene utilizzato in maniera diversa dalla passata stagione. Un solo tiro da tre (a segno) e molti più palloni ricevuti intorno all’area o nella media distanza. Con la partenza di Bosh, sembrano finiti i tempi del campeggiamento dietro l’arco. Bargnani dice di trovarsi a suo agio in questo ruolo e non esita a cercare soluzioni personali. Un paio di conclusioni in traffico vanno a buon fine, un mismatch viene sfruttato con un giro-e-tiro e canestro morbido. Nel secondo tempo Bargnani perde un po’ di lucidità e sbaglia qualche conclusione fuori equilibrio, ma è in buona compagnia. Toronto chiude con il 38% al tiro e mostra le azioni migliori quando è in grado di correre e di sfruttare la freschezza atletica, altrimenti il talento limitato complica l’attacco. Il parziale di 19-4 sul finale del secondo quarto che riapre il match è propiziato da recuperi difensivi e canestri in contropiede. Un brutto terzo quarto con molti errori da entrambe le parti ci ricorda che siamo al debutto in campionato. Bargnani fa 0/4 nel periodo, Gallinari segna un bel canestro dal post basso ed entrambe le volte in cui riceve palla in quella zona del campo ottiene risultati positivi. Una soluzione che forse potrebbe essere sfruttata più spesso. I Knicks si affidano comunque alla loro stella Stoudemire che insieme a Chandler firma 15 punti determinanti nell’ultimo quarto e il risultato finale premia la squadra di D’Antoni. Per i due italiani la gara d’esordio significa anche due piccoli record: Gallinari (con il russo Mozgov) è il primo giocatore internazionale dei Knicks a vestire la maglia da titolare nella gara d’apertura dai tempi di Dikembe Mutombo, centro titolare nel 2003. Andrea Bargnani, con i suoi 22 punti, diventa il primo Raptor della storia a risultare top scorer del prima gara stagionale in tre diversi campionati (il Mago ne fece 20 contro Philadelphia nel 2007 e 28 contro Cleveland nel 2009). Dietro a Bargnani ci sono Doug Christie, Vince Carter e Chris Bosh, fermi a due partite ciascuno.

Toronto: BARGNANI 22 punti (7/20 da 2, 1/1 da 3, 5/8 tl), 6 rimbalzi, 1 palla persa e 2 stoppate. Jack 16, Barbosa e Kleiza 13. Rimbalzi: Evans 16. Assist: Calderon 7.
New York: GALLINARI 12 punti (1/4 da 2, 2/5 da 3, 4/4 tl), 6 rimbalzi, 1 assist, 1 palla recuperata, 1 stoppata e 3 falli. Chandler 22, Stoudemire 19, Felton 15. Rimbalzi: Stoudemire 10. Assist: Felton 6.

New Orleans-Milwaukee 95-91

Buona la prima per Marco Belinelli e gli Hornets. Il bolognese gioca con grande personalità, firma 18 punti e New Orleans, al termine di un match intenso e divertente, supera Milwaukee 95-91. L’azzurro si mette subito sulle orme di Carlos Delfino dando vita a una bella sfida “bolognese”. Chris Paul, dal canto suo, porta a scuola l’ex Roma Brandon Jennings. David West nei primi minuti sembra immarcabile, Belinelli fa il suo e bagna la sua prima conclusione con la maglia degli Hornets trovando canestro più fallo dopo una bella penetrazione. Beli, che si applica con grande dedizione anche in difesa, replica con un’altra penetrazione a bersaglio, poi raccoglie gli applausi del pubblico della Big Easy con un canestro dal perimetro dall’altissimo quoziente di difficoltà. L’azzurro va in panchina dopo nove minuti (sette punti con 3/3 dal campo) davvero buoni con gli Hornets avanti di sette lunghezze. I Bucks però cambiano marcia grazie alla produzione di un super Maggette (10 punti in tre minuti) e chiudono il primo quarto avanti 30-29. Monty Williams sembra avere ancora tanti dubbi sulla rotazione, visto che dopo soli 13’ di match ha già ruotato tutti e 12 i giocatori a sua disposizione. Quando però i titolari tornano sul parquet, gli Hornets riprendono in mano il pallino del match. Marco Belinelli nel secondo quarto non è fortunato, prima fallisce dal perimetro, poi trova solo il ferro con due conclusioni dalla lunga distanza. Ma non ci mette molto a tornare in carreggiata. Ben imbeccato dal solito Paul, infatti, Beli realizza da sotto. L’azzurro poi rimpingua il suo personale bottino dalla lunetta. I Bucks pero’ guidati da Andrew Bogut, rispondono colpo su colpo e all’intervallo il risultato è in perfetta parità, 47-47.

grande finale — A fine primo tempo un ottimo Marco Belinelli con 11 punti è il miglior marcatore della squadra di casa. Milwaukee rientra in campo nella ripresa con grande intensità ma David West torna a dominare proprio come a inizio partita. 12 punti in cinque minuti per il lungo di New Orleans tengono i padroni di casa aggrappati ai Bucks. Belinelli non trova la retina con due conclusioni dal perimetro ma a 4’25’’ dalla fine del quarto il bolognese, con una tripla delle sue, riporta avanti gli Hornets prima di andare a rifiatare in panchina. Jennings spinge avanti gli ospiti, Stojakovic e Paul però rispondono e New Orleans chiude la terza frazione con un parziale di 11-0 e va a condurre 78-72. Jerryd Bayless viene messo ko da un blocco di Bogut, Beli così torna sul parquet per la prima volta senza CP3 al suo fianco. Un caldissimo West commette subito il suo quinto fallo sul solito Maggette e va in panchina, due liberi dell’azzurro pero’ riportano New Orleans al +6. Quando Paul rientra gli Hornets tornano ad attaccare con disciplina. Belinelli trova la retina dalla media distanza ma le triple di Delfino riportano sotto gli ospiti. Il finale è davvero intenso. Paul si carica sulle spalle l’attacco di New Orleans e gli Hornets riescono a tenere a distanza Milwaukee. I Bucks non si arrendono, arrivano al -3 ma fanno confusione in attacco nel loro ultimo possesso. New Orleans così vince con pieno merito il suo primo match della stagione.

New Orleans: West 22 (9/14), Belinelli 18 (5/10, 1/5), Paul 17. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Paul 16. BELINELLI: 18p (5/10 da due, 1/5 da tre, 5/5 ai liberi), 6 rim, 2 ass, in 35’.
Milawukee: Delfino 19 (2/2, 5/10), Maggette 16, Jennings, Bogut, Gooden 15. Rimbalzi: Bogut 15, Gooden 11. Assist: Jennings 10.

tratto da Gazzetta.it

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Seconda giornata in Nba

L’asso dei Thunder trascina i suoi contro i Bulls (106-95). La guardia di Golden State ne fa 46, massimo in carriera eguagliato, nella vittoria contro Houston per 132-128. I Celtics cadono a Cleveland (95-87) e Miami trova il primo successo, a Philadelphia, per 97-87

Duello fra Kevin Durant , a sinistra, e Taj Gibson. Ap
Duello fra Kevin Durant , a sinistra, e Taj Gibson

Durant con i Thunder vince la sfida delle giovani superstar contro Rose e i suo Bulls, Miami prende la prima vittoria a Philadelphia e Cleveland esordisce battendo i Celtics. Primo successo anche per New Jersey, San Antonio e per Denver (benissimo su Utah), così come per Dallas e Golden State (con 46 di Ellis!) su Houston. Vittorie esterne per Atlanta a Memphis, per Sacramento a Minneapolis e per Portland in casa dei Clippers, malgrado il debutto di Blake Griffin.

Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95

La gara più interessante della notte è quella che contrappone le due formazioni vogliose di inserirsi nella lotta “che conta”, una a Ovest e l’altra a Est. Thunder-Bulls è per il momento la sfida tra Kevin Durant e la sua banda (con Westbrook e Green su tutti) e Derrick Rose che si appoggia alla foga di Noah in area aspettando il rientro dell’infortunato Boozer, uomo designato da “20 e 10”. La partita è intensa ed equilibrata, decisa solo nel finale: Rose dà l’ultimo vantaggio ai suoi (87-86) con 8’11 da giocare, Durant risponde con 5 punti per firmare il +4 (93-89 con 3’50 sul cronometro) e poi il +9 con la schiacciata dopo altri 5 punti di Westbrook (100-91 a 1’55 dalla fine). I Bulls in campo non ci sono più e Green mette anche la tripla del +13, lanciando la festa per i propri tifosi. “Questa è solo la prima di 82 gare, sappiamo come funziona. Ma vincere così, con questa difesa, può darci molta fiducia”, ha detto alla fine l’ex biellese Thabo Sefolosha, uno dei principali protagonisti dei Thunder nella propria metà campo.

Oklahoma City: Durant 30 (8/19, 1/5, 11/13 tl), Westbrook 28, Green 21, Maynor 10. Rimbalzi: Westbrook 10. Assist: Westbrook 6.
Chicago: Rose 28 (12/27, 0/4, 4/4 tl), Noah 18, Gibson 16, Deng 13. Rimbalzi: Noah 19. Assist: Rose 6.

Melvin Ely (sin), Al Jefferson (Utah, centro) e Al Harrington. Ap
Melvin Ely (sin), Al Jefferson (Utah, centro) e Al Harrington

Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88

Dopo il perfetto precampionato da 8-0, gli Utah Jazz iniziano la stagione regolare con una sberla in Colorado. Carmelo Anthony e compagni sono da subito molto incisivi, e maltrattano la difesa ospite scappando via già all’intervallo (60-40). Utah, priva di Okur, non ha trovato in Al Jefferson l’auspicato punto di forza vicino a canestro (6 punti con 2/6, con 7 rimbalzi e 3 stoppate in 31 minuti), e Denver è riuscita a far saltare gli ingranaggi perfetti di coach Jerry Sloan (22 perse contro 21 assist e 38.6% nei tiri dal campo per gli ospiti).

Denver: Anthony 23 (7/16, 9/10 tl), Afflalo 22, Billups 14, Nene 13, Harrington e Lawson 10. Rimbalzi: Williams 16. Assist: Billups 8.
Utah: Williams 17 (1/7, 2/3, 9/10 tl), Millsap 15, Bell 12, Evans 11. Rimbalzi: Millsap 8. Assist: Williams 6.

Jamario Moon esulta, a destra, Pierce è perplesso. Reuters
Jamario Moon esulta, a destra, Pierce è perplesso

Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87

Per la prima partita senza LeBron James dopo otto anni, i Cleveland Cavaliers regalano una grande soddisfazione ai propri tifosi (“Loro devono sapere che i Cavs sopravviveranno, e che qui si potrà sempre vedere una squadra vincente”, ha detto Antawn Jamison). I Celtics, certamente stanchi per l’intensa gara contro Miami della sera prima, non hanno trovato la mira da fuori (3/12 totale, Allen 0/5) e hanno avuto pochino da Shaq (7 punti, 2 rimbalzi, 3 assist in 21 minuti), mentre dall’altra parte un ottimo Sessions, colpito dall’atmosfera creata dai tifosi (“Sembrava gara-7 della finale…”) ha sostituito a dovere l’infortunato Mo Williams, come playmaker. I Cavs hanno preso in mano la gara con un 7-0 chiuso dalla tripla di Parker allo scadere dei 24” (89-84 a 2’27 dalla fine), e dopo una serie di errori da ambo le parti a chiudere il conto sono stati Varejao (2/2) e Gibsn (4/4) dalla lunetta.

Cleveland: Hickson 21 (8/11, 5/6 tl), Gibson 16, Sessions 14, Moon, Parker e Hollins 10. Rimbalzi: Varejao 10. Assist: Gibson.
Boston: Rondo 18 (7/11, 1/1, 1/2 tl), Davis 14, Pierce 13, Allen 12. Rimbalzi Garnett 15. Assist: Rondo 9.

San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109

Paul George (Indiana) e Tony Parker. Ap
Paul George (Indiana) e Tony Parker

Vittoria più difficile del previsto per San Antonio, in una versione decisamente offensiva con i tre principali protagonisti tutti in quintetto (Parker – all’ultimo anno di contratto – con Ginobili e Duncan). Gli ospiti si sono affidati a una difesa texana lontana da quella abituale e alle qualità di Granger (10/19 dal campo) e di un eccellente Hibbert, ben foraggiato dal nuovo playmaker Darren Collison (7/13 al tiro e 7 assist in 32 minuti per lui). Senza Splitter (infortunato, dovrebbe rientrare lunedì), gli Spurs aprono l’ultimo periodo con le triple di Jefferson e Ginobili e con i 6 punti consecutivi di George Hill chiudono 6 minuti da sogno per un parziale di 18-6 che rispedisce al mittente i Pacers (110-95 a 6’28 dalla fine della partita). Da qui in poi normale amministrazione per gli uomini di Gregg Popovich.

San Antonio: Duncan 23 (10/12, 3/5 tl), Ginobili 22, Parker 20, Jefferson e Anderson 16. Rimbalzi: Duncan 12. Assist: Parker 9.

Indiana: Hibbert 28 (10/17, 8/8 tl), Granger 26, Collison 19, McRoberts 11. Rimbalzi: Hibbert 9. Assist: Collison 7.

 LeBron James si distrae con Jerry Stackhouse. Reuters
LeBron James si distrae con Jerry Stackhouse

Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97

Nonostante un LeBron James da 9 palle perse, sintomo della ovvia mancanza di automatismi di questi Miami Heat (comunque destinati a crescere molto), Dwyane Wade e compagni si scrollano il peso di trovare la prima vittoria stagionale con una convincente affermazione in quel di Philadelphia. Prima di tirare i remi in barca nell’ultimo quarto, infatti, Miami ha condotto anche di 26 (80-54 alla fine del terzo periodo), grazie anche all’eccellente impatto dalla panchina di James Jones, che ha chiuso con 6/9 da tre. Tra le note positive per i 76ers c’è però l’esordio del rookie Evan Turner (7/10 dal campo, 7 rimbalzi, 4 assist e solo 2 perse in 31 minuti).

Philadelphia: Turner 16 (7/10, 2/3 tl), Willias e Young 15, Brand 12, Iguodala e Nocioni 10. Rimbalzi: Brand 9. Assist: Williams 7.
Miami: Wade 30 (9/18, 1/2, 9/12 tl), Jones 20, James 16, Bosh 15. Rimbalzi: Bosh e Wade 7. Assist: James 7.

Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86

 Caron Butler , 13 punti per lui. Ap
Caron Butler , 13 punti per lui

I Mavericks, privi del francesino Beaubois (che recupera da una frattura a un piede), giocano una grande partita in difesa (concesso il 39.7% dal campo a Charlotte, che ha chiuso con 21 perse, mentre Dallas ha avuto 12 recuperi e 5 stoppate), e concretizzano la loro chiara superiorità sui Bobcats (13-0 nei confronti tra queste due franchigie) dopo un inizio spaventoso da 16-0 nei primi 5 minuti di gioco. Charlotte riesce in un primo momento a rientrare ma viene nuovamente respinta nel terzo quarto (69-53 con 8 consecutivi di un eccellente Nowitzki a 5’48 dall’ultima pausa) e viene definitivamente stesa da 11 punti di Jason Terry nell’ultimo quarto, dopo essere rientrata a -9 grazie a Augustin e Diaw.

Dallas: Nowitzki 28 (11/13, 6/6 tl), Terry 22, Butler 13, Kidd 12. Rimbalzi: Nowitzki 13. Assist: Kidd 18.
Charlotte: Thomas 22 (8/15, 6/7 tl), Wallace 16, Jackson 14, Diaw 12, Mohammed 10. Rimbalzi: Wallace 9. Assist: Augustin 5.

Monta Ellis, protagonista con 46 punti contro Houston. Afp
Monta Ellis, protagonista con 46 punti contro Houston

Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128

Punteggio altissimo e difese allegre nella vittoria di Golden State, e Houston comincia la sua stagione con due sconfitte di misura in due giorni, dopo quella con i Lakers. Monta Ellis pareggia il suo massimo in carriera con una prestazione irreale al tiro, Curry contribuisce alla causa con il suo 9/16 dal campo e il debutto di David Lee (anche 6 assist) è dei più convincenti per il neo-coach dei Warriors, Keith Smart. Proprio Lee porta i suoi a +8 con 4’17 da giocare segnando in tap-in subendo fallo (122-114) e due tiri consecutivi di Ellis danno ai padroni di casa il +10 (2’21 sul cronometro, 126-116). I Rockets, senza Yao Ming, affidano tutte le loro speranze a Luis Scola: l’argentino segna 14 degli ultimi 16 punti dei suoi, ma da solo non può bastare.

Golden State: Ellis 46 (17/22, 1/2, 9/12 tl), Curry 25, Lee 17, D. Wright 15. Rimbalzi: Lee 15. Assist: Curry 11.
Houston: Scola 36 (14/24, 8/12 tl), Martin 28, Hayes 16, Brooks 13, Lee 11. Rimbalzi: Scola 16. Assist: Brooks 7.

Tony Allen, sin., Darrell Arthur e Maurice Evans lottano sotto canestro. Ap
Tony Allen, sin., Darrell Arthur e Maurice Evans lottano sotto canestro

Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 104-119

I nuovi Hawks di coach Larry Drew cominciano con una convincente vittoria a Memphis, dominando la partita sin dall’inizio con una prima metà di gara da 62 punti (a 50). lavorando di squadra (6 uomini in doppia cifra, 52.5% dal campo e 50% da fuori), Atlanta ha vinto proprio sulla profondità del roster e sul coinvolgimento di tanti uomini (50-28 i punti portati dalle rispettive panchine, in favore degli ospiti), approfittando così dell’assenza di Marc Gasol (caviglia sinistra) e dei problemi fisici capitati a Zach Randolph durante la partita (in campo solo 15 minuti con 1/6 al tiro e 2 rimbalzi). Piccola nota statistica: da quando i Grizzlies giocano a Memphis non hanno mai vinto la prima partita della stagione (0-10).

Memphis: Conley 23 (8/13, 1/2, 4/4 tl), Gay 21, Arthur 19, Young 17. Rimbalzi: Gay 10. Assist: Conley 8.
Atlanta: Johnson 22 (5/11, 1/5, 9/11 tl), Bibby 19, Pachulia 17, Williams 15, Crawford 13, Smith 11. Rimbalzi: Pachulia 11. Assist: Johnson 7.

Randy Foye co nquista un rimbalzo ai danni di Dante Cunning. Ap
Randy Foye co nquista un rimbalzo ai danni di Dante Cunning

Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98

Privi di due centri (Oden e Przybilla) e con un Brandon Roy da 0/8 al tiro dopo l’intervallo, i Blazers hanno resistito all’uragano Blake Griffin, al debutto nella Nba con un anno di ritardo dopo il suo infortunio al ginocchio sinistro e subito in doppia-doppia. Il sistema collaudato di Portland, con 4 uomini in doppia cifra (anche 3 stoppate per Camby, 10 rimbalzi Aldridge e Roy) e la crescita di Batum (6 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate per il francese) erano armi che i Clippers non sono riusciti a contrastare, con un Baron Davis ancora insufficiente (3/11 al tiro, 4 perse per 3 assist). Portland fa la differenza nell’ultimo quarto: un parziale di 11-0 costruito con 7 punti di LaMarcus Aldridge porta gli ospiti avanti 91-80 (3’23 da giocare), i Blazers gestiscono il vantaggio dalla lunetta e firmano il 2-0 in queste prime gare stagionali.

L.A. Clipppers: Gordon 22 (10/14, 0/3, 2/4 tl), Griffin 20 (8/14, 4/6 tl), Butler 16. Rimbalzi: Griffin 14. Assist: Foye 5.
Portland: Roy 22 (5/13, 2/6, 6/8 tl), Aldridge 19, Batum 15, Miller 14, Camby 11. Rimbalzi: Camby 14. Assist: Miller 10.

 Devin Harris, sin, va al tiro ostacolato da Austin Daye. Ap
Devin Harris, sin, va al tiro ostacolato da Austin Daye

New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98

Una gran partita di Brook Lopez, ma soprattutto una rimonta a trazione “posteriore” nel finale ha permesso ai Nets di aprire l’era Prokhorov con una vittoria. Un parziale di 15-3 confezionato dai 9 punti di Devin Harris, capace anche di servire da terra Anthony Morrow per la tripla del sorpasso a 26 secondi dalla fine, ha portato New Jersey avanti 99-95 con 16 secondi da giocare, per la gioia del Prudential Center (nuova casa dei Nets in attesa di traslocare a Brooklyn, NY). Charlie Villanueva risponde con la tripla, per i Pistons senza ovviamente l’infortunato Jerebko, ma fallisce la replica per il pareggio dopo i tiri liberi di Farmar che sanciscono il punteggio finale.

New Jersey: Lopez 25 (11/20), Harris 22, Morrow 13, Farmar e Williams 10. Rimbalzi: Favors 10. Assist: Harris 9.
Detroit: Prince 14 (5/10, 4/7 tl), Stuckey 14 (3/8, 1/2, 5/6 tl), Villanueva 14 (1/1, 4/9), Hamilton 13, Gordon 12, Maxiell 11, Bynum 10. Rimbalzi: Wallace 10. Assist: Stuckey 7.

Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117

Malgrado l’assenza del miglior giocatore della squadra (Tyreke Evans, sospeso dalla Lega dopo i suoi problemi per la sua guida spericolata…) ma con un ottimo esordio nella Nba del centro DeMarcus Cousins (5/10 al tiro, 8 rimbalzi e 5 assist in 27 minuti), i Sacramento vincono la gara di esordio stagionale per la prima volta in sette anni. Dopo che con 5 punti consecutivi di Landry gli ospiti hanno provato a scappare (111-107 a 2’24 dalla fine), i T’Wolves sono rimasti agganciati con la tripla di Ridnour e poi con Ellington e Beasley. Dopo i tiri liberi di Udrih con 6 secondi sul cronometro, però, proprio Ellington non riesce a pareggiare, e il tap-in di Johnson non evita la sconfitta a Minnesota.

Minnesota: Ridnour 20 (6/11, 2/2, 2/2 tl), Beasley 17, Telfair 15, Tolliver 14, Johnson 13, Love 11. Rimbalzi: Love 10. Assist: Ridnour e Telfair 6.
Sacramento: Garcia 22 (5/10, 2/2, 6/6 tl), Landry 22 (8/18, 6/10 tl), Cousins e Head 14, Casspi 10. Rimbalzi: Landry 11. Assist: Udrih 6

tratto da Gazzetta.it

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Eurolega, Siena passa Colpo Roma a Charleroi

Italiane a punteggio pieno dopo due turni: la Montepaschi, s’impone a Vilnius 75-79, nel finale punto a punto decisivi i recuperi e i liberi di Moss. In Belgio la Lottomatica si distende nelle battute finali e approfitta della sconfitta incassata dall’Olympiacos

Torna l’Eurolega e tornano gli impegni europei delle squadre italiane. Per la seconda giornata, oggi in campo Siena, vittoriosa a Vilnius, e Roma, che passa a Charleroi. Chiude il programma domani Armani Milano-Olimpia Lubiana.

Lester McCalebb, 25 anni. Ciam/Cast
Lester McCalebb, 25 anni

L. Rytas Vilnius–Montepaschi Siena 75-79

La prima trasferta europea della nuova Montepaschi è un punto a punto che premia Siena sul filo di lana. Rimesso in piedi un match che aveva evidenziato alcune difficoltà in avvio, i toscani hanno faticato a concretizzare la superiorità acquisita (e agevolata dal 2/16 da tre del Lietuvos) prima per la cattiva gestione dei falli di Rakovic, poi per un lungo digiuno nel quarto periodo, infine per alcune perse di Kaukenas ed errori dalla lunetta di Lavrinovic, senza cui poteva chiudere la gara molto prima. Siena patisce in avvio: non solo da palla persa ma anche sugli errori di Kaukenas, accentratore ma impreciso al ritorno nella sua Vilnius, la Montepaschi lascia il contropiede al Lietuvos. A metà campo invece, sui giochi a due Rakovic lascia sempre troppo spazio al 18enne Valanciunas, che segna 9 dei primi 13 punti casalinghi. Nelle situazioni intermedie, in transizione, Bajramovic approfitta dell’assenza di un intimidatore per attaccare l’area senese e chiudere in proprio o creare per gli altri. Con questi ingredienti i lituani scappano 19-11 all’8’30” e 25-15 al 12′. Siena risponde con un 7-0 immediato (25-22) in cui ci sono i primi punti di un Moss molto intraprendente e di un Ress importante in difesa e con le triple: due sono sue nel 4/5 da tre nel secondo quarto con qui la Montepaschi riapre la partita, pareggiandola sul 37 pari prima del riposo quando arriva anche l’energia di McCalebb. Rakovic giganteggia in avvio di terzo quarto ma al 24′ ha già quattro falli. Quando però si sblocca Kaukenas, costruisce per sé e per gli altri i canestri per l’allungo 56-60 a fine terzo quarto e 61-66 al 33′. Quasi quattro minuti a digiuno impediscono di chiudere la partita a Siena, che resta però sempre avanti: i recuperi di Moss pareggiano le perse di Kaukenas, le ridà ossigeno McCalebb (69-73 al 38′). Ma il 2/8 globale dalla lunetta di Lavrinovic rovina la gestione finale ed espone alla tripla del 74-75 a 10” dalla fine. A tre secondi e mezzo dal termine El Amin è in lunetta sul -3: dentro il primo, sul secondo sbagliato il rimbalzo è di Moss, che chiude i giochi con due tiri liberi.

Vilnius: Bjelica 18, Bajramovic 14, Valanciunas e El Amin 11
Siena: Kaukenas 16, McCalebb 14, Lavrinovic 13, Rakovic e Moss 10

Datome e Crosariol in azione a Charleroi. Ansa
Dasic e Crosariol in azione a Charleroi

Spirou Charleroi- Virtus Roma 55-64

Roma a Charleroi si distende nelle battute conclusive e passa con uno scarto generoso, rispetto a quello che si è visto. Contro i belgi (si fa per dire: 7 americani ed un portoricano nel roster), la formazione di Boniciolli non è sempre bella ma conta restare a punteggio pieno in Eurolega, anche alla luce del capitombolo dell’Olympiacos. I padroni di casa ripetono la partenza-razzo della settimana scorsa a Malaga (allora iniziarono 20 a 3) e mettono in brividi agli spaesati capitolini, al 6’ il tabellone segna 14-6. Più del punteggio, preoccupa l’atteggiamento della Virtus che getta palloni al vento ed ha poche idee in attacco. Riaffiorano i fantasmi del primo tempo di domenica a Pesaro. Washington è l’unico a tener botta ed in avvio di secondo quarto propizia il riallineamento al 14’ (21 pari), per l’americano sono 11 le segnature personali. Roma paradossalmente si ricorda di aver i 210 centimetri di Crosariol quando la “banda bassotti” fa esordire Daniel Santiago, ex di turno. Spirou in attacco disorientato ed irriconoscibile, in 7’ infila solo 2 punti. Roma sbanda di nuovo quando sembra aver invertito la rotta e con la decima palla persa spiana la strada ad un break locale di 8-0 che consente allo Charleroi dell’italiano Giovanni Bozzi di rimettere avanti il naso: 29-25 con la fiamma di Riddick. Nella ripresa Roma sembra in controllo ma non capitalizza e va a più 7 al 26’ (33-40) perché la difesa ha messo il limitatore di velocità ai belgi. E’ l’attacco però che si inceppa (pari 43 al 19’ ) e solo il risveglio di Smith, con una tripla, a consentire di chiudere il tempo avanti 46 a 43. La firma di Crosariol, che imbuca anche da fuori, sul parziale di 8 a 0 che spedisce i romani a più 6 (48-54) e spiana il successo degli ospiti in un finale in controllo.

Charleroi: Mallet 14, Hill 8, Greene 8
Roma: Washington 20, Crosariol 16, Dasic 7

tratto da Gazzetta.it

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Miami perde a Boston, Lakers vince allo scadere contro Houston

L’Nba riparte col k.o. degli Heat di Wade, James e Bosh in casa dei Celtics. I campioni in carica superano i Rockets solo grazie a una tripla di Blake nel finale, Portland travolge Phoenix

Subito una sorpresa nella prima notte di regular season Nba: Miami, con in campo i tre Re Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh, viene sconfitta a Boston. I Lakers si impongono col brivido sui Rockets, Portland travolge Phoenix.

Paul Pierce e Kevin Garnett festeggiano la vittoria di Boston. Ap
Paul Pierce e Kevin Garnett festeggiano la vittoria di Boston

Boston Celtics – Miami Heat 88-80

Si poteva immaginare che Boston avesse enormi motivazioni per questa partita: sia perché era il debutto stagionale in casa, sia perché in tantissimi la danno per troppo vecchia, e doveva invece battezzare la nascita del nuovo “Big Three”, quello nato dal mercato estivo con LeBron James e Chris Bosh a fare compagnia a Dwyane Wade. Una sfida, però, tra un sistema collaudato e una squadra – quella ospite – che ha ancora esposto un cartello bene in vista: lavori in corso. Questa differenza la si nota da subito, e parte dalla propensione dei Celtics a difendere annullando gli avversari: 16-9 nel primo quarto, +15 all’intervallo (45-30) dopo che la voragine si era allargata fino al 38-20, tenendo Miami a 11/41 dal campo (3/18 per il duo Wade-Bosh, con anche 5 perse per Dwyane). LeBron, come faceva a Cleveland, decide di fare da solo per rimettere i suoi in carreggiata: 15 punti nel solo terzo periodo, chiuso da Miami a -6 (63-57), ed è ancora molto presente con 5 punti nel parziale di 10-2 che riavvicina gli ospiti a -2 (83-80 a 1’09 dalla fine) dopo che Paul Pierce aveva riportato Boston a +11. Dopo il time-out, però, Ray Allen piazza la tripla per piegare le ginocchia agli avversari, Wade fallisce la replica e finisce qui. E poi dice: “Scusate se tutti pensavano che avremmo chiuso la stagione 82-0. Noi sapevamo che non sarebbe successo”. E coach Rivers, dei Celtics, assicura: “Miami sarà fortissima”.

Boston: Allen 20 (2/5 da due, 5/8 da tre, 1/1 liberi), Pierce 19, Davis 13, Garnett 10. Rimbalzi: Garnett 10. Assist: Rondo 17.
Miami: James 31 (7/15, 3/6, 8/12 tl), Wade 13, Bosh, House e Haslem 8. Rimbalzi: Haslem 11. Assist: Wade 6.

Pau Gasol e Kobe Bryant coi loro nuoi anelli. Ap
Pau Gasol e Kobe Bryant coi loro nuoi anelli

Los Angeles Lakers – Houston Rockets 112-110

Dopo aver festeggiato la vittoria dello scorso campionato con la consegna degli anelli, comincia col brivido la nuova stagione dei campioni in carica, che vincono una gara durissima grazie alla tripla decisiva di uno dei nuovi arrivati, Steve Blake, trovato benissimo da Kobe Bryant, piedi per terra per il canestro che vale la vittoria, a 18.8” secondi dalla fine. I Lakers erano stati addirittura dominati per metà gara, chiudendo a -11 dopo 24′ (51-62), e dovendo aspettare l’ultimo quarto per provare a prendere in mano la partita. Con 5 punti di Shannon Brown, ottimo dalla panchina, i campioni toccano il +5 (91-86 a 8’15 dalla fine), e sono ancora due sue triple a portarli al +8 (99-91) che a 5’30 dalla sirena sembra aver consegnato ai Lakers la partita. I texani, però, che hanno riaccolto Yao Ming (23′, 9 punti, 4/11 al tiro, 11 rimbalzi e 2 stoppate per la stella cinese), si affidano agli 8 punti di Scola per tornare a contatto, e l’ultimo minuto inizia sul 107-106 Lakers e con la buona difesa di Brad Miller su Pau Gasol, costretto all’errore, con l’ex centro di Chicago e Sacramento preciso anche dalla lunetta sul successivo fallo a rimbalzo di Odom, per il sorpasso. Ne segue un magnifico botta e risposta tra Gasol e Scola, e quindi la tripla di Blake che infiamma Los Angeles. Nel finale Scola sbaglia la possibilità del pareggio e Brooks, allo scadere, quella per vincere, ma dimostrano che Houston anche quest’anno se la vuole giocare a viso aperto con tutti.

L.A. Lakers: Gasol 29 (11/23, 7/9 tl), Bryant 27, Brown 16, Odom 14, Blake 10. Rimbalzi: Gasol 11. Assist: Bryant 7.
Houston: Martin 26 (5/11, 3/6, 7/7 tl), Brooks 24, Scola 18, Budinger 13. Rimbalzi: Scola 16. Assist: Brooks 9.

Portland Trail Blazers – Phoenix Suns 106-92

Con un quarto periodo da +20 (31-11 il parziale), i Blazers capovolgono la situazione e comiciano la stagione nel migliore dei modi contro un avversario della propria fascia (la “seconda” della Western Conference). Grande protagonista il francese Nicolas Batum (8/17 dal campo per lui), che nel 18-1 di parziale che ha chiuso i conti negli ultimi 5 minuti ha contribuito con 11 punti con 3 triple a segno, tra cui le ultime due per fissare il punteggio con il +14 finale a 22 secondi dalla sirena.

Portland: Roy 24 (5/14, 4/6, 2/2 tl), Batum 19, Camby e Matthews 13, Miller 10. Rimbalzi: Batum 11. Assist: Miller 9.
Phoenix: Nash 26 (8/15, 2/4, 4/5 tl), Richardson 22, Warrick 10. Rimbalzi: Richardson e Frye 6. Assist: Nash 6.

tratto da Gazzetta.it

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Il Pienne Basket prova tre giocatori

Il Pienne Basket con l’obbiettivo di rinforzare la squadra, ha convocato in prova tre giocatori, che si alleneranno con la prima squadra sia oggi che domani.

Gli atleti sono: Luca Lazzaro (1990, 196 cm ruolo 3-4), proveniente dalla Reyer (Lega Due), Sasha Dacic  (1980, 210 cm ruolo 5) proveniente da Matera, serie A Dilettanti e Kristic Predrag (1984, 206 ruolo 4-5) proveniente dalla Angelico Biella, Serie A,.

 

Ufficio Stampa

Pienne Basket Caf Cgn

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