Gigi Datome ha deciso: giocherà nella Nba con la maglia dei Detroit Pistons. Lo ha annunciato lo stesso giocatore sulla sua pagina Facebook. “Ho deciso di diventare un giocatore dei Detroit Pistons – scrive Datome -. Penso che possa essere il posto giusto per permettermi di fare un ulteriore salto di qualità nella mia carriera e per realizzare il sogno di una vita. Sono molto eccitato all’idea di unirmi al gruppo dei giocatori di Detroit”. “Voglio ringraziare la mia famiglia, il Presidente Toti, tutta la Virtus Roma – aggiunge l’azzurro – e con lei i suoi tifosi per il loro continuo supporto e augurare alla Virtus il meglio per il futuro”. Datome è il sesto italiano che va a giocare nella Nba dopo Esposito (Toronto), Rusconi (Phoenix), Bargnani (Toronto), Belinelli (ora ai San Antonio Spurs) e Gallinari (Denver)
Archive for NBA
Movimenti mercato NBA – aggiornamenti
AFFARI UFFICIALI
Nate Robinson dai Bulls ai Nuggets
Wes Johnson dai Sixers ai Lakers
Nick Young dai Sixers ai Lakers
Ronny Turiaf dai Clippers ai Wolves
Andrei Kirilenko dai Wolves ai Nets
Chauncey Billups dai Clippers ai Pistons
Andrew Bynum dai Sixers ai Cavs
Jordan Farmar dall’Efes ai Lakers
Tyler Hansbrough dai Pacers ai Raptors
Gigi Datome da Roma ai Pistons
Chris Kaman dai Mavs ai Lakers
Randy Foye dai Jazz ai Nuggets
J.J. Hickson dai Blazers ai Nuggets
Carlos Delfino dai Rockets ai Bucks
Josh Smith dagli Hawks ai Pistons
Dwight Howard dai Lakers ai Rockets
Oj Majo dai Mavs ai Bucks
Jose Calderon dai Raptors ai Mavs
Paul Millsap dai Jazz agli Hawks
Andre Iguodala dai Nuggets ai Warriors
Chris Copeland dai Knicks ai Pacers
Marco Belinelli dai Bulls agli Spurs
Earl Clark dai Lakers ai Cavaliers
Tyreke Evans dai Kings ai Pelicans
Grevis Vazquez dai Pelicans ai Kings
Robin Lopez dai Pelicans ai Blazers
Caron Butler e Eric Bledsoe dai Clippers ai Bucks
J.J. Redick dai Bucks ai Clippers
Jared Dudley dai Suns ai Clippers
Al Jefferson dai Jazz ai Bobcats
Andrea Bargnani ai Knicks
Kevin Martin dai Thunder ai Timberwolves
Doc Rivers dai Celtics ai Clippers
Steve Novak, Marcus Camby e Quentin Richardson ai Raptors
Jr Smith diventa free agent
Brian Shaw da vice Pacers a head coach Nuggets
David Joerger da vice Grizzlies a head coach Grizzlies
Mike Dunleavy Jr dai Bucks ai Bulls
Andrej Kirilenko diventa free agent
Paul Pierce, Jason Terry e Kevin Garnett ai Nets
Gerald Wallace, Kris Humphries, Kris Joseph ai Celtics
AFFARI NON UFFICIALI
RUMORS
Dallas, una storica prima volta. Vince a Miami: è campione Nba
I texani conquistano il titolo andando a vincere gara-6 in Florida: James fallisce ancora, Wade è menomato, Terry ispira il 105-95 dell’AA Arena. Nowitzki è l’mvp delle finali
- Nowitzki alza il trofeo: Mavericks campioni Nba
Dirk Nowitzki imbocca di corsa il tunnel degli spogliatoi. E’ appena suonata la sirena che ha sancito il trionfo dei Dallas Mavs (95-105) in gara-6 e che ha regalato ai texani il primo titolo Nba della loro storia. Forse l’emozione per il trionfo è troppa. E’ lui l’mvp delle finali 2011, meritato, almeno quanto se lo avesse vinto Terry, 27 punti nel match decisivo, una partita girata dai Mavs con un break di 29-8 a cavallo di primo e secondo quarto. Il tedesco ha chiuso con la peggior partita della serie (21 punti e 11 rimbalzi ma 9/27 al tiro) ma ha saputo segnare i canestri della sicurezza nel finale. Ancora sconcertante la prova di LeBron: 9 punti nei primi 4’12”, 12 nel resto della gara, giocata quasi da spettatore non pagante, vagando per il campo, senza personalità. Wade (17 con 6/16) era evidentemente sì e no al 50% con i problemi a un’anca che lo hanno frenato. Stava al Prescelto fare la differenza. E ancora una volta ha toppato. Queste finali verrano ricordate soprattutto per il fallimento di LBJ.
- Cuban e la panchina di Dallas in festa
PRIMO QUARTO — Ci sono molti tifosi di Dallas sugli spalti. Dopo averlo negato nella conferenza stampa prepartita, Spoelstra parte con Chalmers al posto di Bibby. Che apre con due “airball”. LeBron mette in opera i buoni propositi: aggredisce il canestro ma è una tripla allo scadere dei 24” a sbloccarlo. Mette altri due tiri da fuori e Miami è sopra 14-10 dopo 4’30” con 9 punti del Prescelto, faticando però a contenere le penetrazioni di Barea (4 punti e 1 assist). Gli Heat allungano con 6 punti di Bosh (20-11), con Nowitzki che anticipa di qualche secondo l’abituale riposo commettendo il 2° fallo. Ma un 5-0 tutto di Terry, con Dallas passata a zona, riporta i Mavs a -2 (22-20 a -4’10”), gran bel segnale visto che i padroni di casa avevano segnato in 10 dei primi 12 possessi. Spoelstra farebbe bene a ripassare l’attacco alla zona, perché i 4’ finali del quarto sono imbarazzanti dal punto di vista offensivo per Miami, che continua a sparacchiare da tre senza prenderci, mentre dall’altra parte Cardinal (tripla), Terry (9 punti nel quarto) e Stevenson (tripla) lanciano i texani sul +8. Solo il trepunti di House a 3” dalla sirena permette a Miami di chiudere sotto di 5 (27-32) con Dallas che tira col 65% dal campo. Wade (4 con 2/5) è chiaramente frenato dall’anca, molto meno esplosivo rispetto al solito.
- Nowitzki e Kidd premiati a fine gara
SECONDO QUARTO — Anche gli Heat provano la zona, con scarsi risultati. Altre due triple, entrambe di Stevenson, unite ai pasticci in attacco degli Heat (6 perse) fanno volare i Mavs a +12 (28-40 dopo 2’18”), con un break che ora diventa di 29-8 (con Nowitzki che ha 2 soli punti…). Sull’orlo del precipizio, gli Heat trovano la forza di reagire e piazzano un 7-0 uscendo dal timeout (altra tripla di House), tornando a -5 (35-40). Ora i Mavs faticano e il parziale di Miami diventa di 14-0 con un’altra tripla di House per il sorpasso 42-40 a -6’25”, il tutto con James in panchina. Partita decisamente schizofrenica, con rissa sfiorata durante il timeout, Haslem e Chalmers da una parte, Chandler e Stevenson (strano…) dall’altra. Ne escono 3 tecnici (due contro Miami, uno contro Dallas). Gli Heat attaccano il canestro ma in difesa House è un disastro e Terry ne approfitta con 5 punti in fila per riportare sopra i Mavs (49-51 a -2’23”). Al riposo è 51-53, con Dirk che ha 3 punti con 1/12(!), mentre Terry ne ha 17 con 8/10. LeBron, uscito dalla partita dopo il buon inizio per i 7’ passati in panca, ne ha 11, Wade 9 con 6 rimbalzi e 6 assist. I Mavs tirano col 49% ma 7/14 dall’arco, gli Heat col 50 ma 4/11 da 3. Pesantissimo il 17-4 Dallas nei punti da palle perse dagli avversari.
TERZO QUARTO — Il tedesco apre subito con 4 punti e i texani vanno a +7 (56-63) con Miami (soprattutto LeBron) ancora confusionaria e indecisa in attacco. I padroni di casa restano aggrappati alla gara con le unghie ma Dallas pare in totale controllo (65-72 a -3’06”) con King James inspiegabilmente a zero tiri (e punti) nel quarto. A -1’28” il Prescelto trova il primo canestro e poco dopo i primi liberi (15/26 per gli Heat sin qui) della sua enigmatica gara. Ma una tripla di Kidd e un jumper di Mahinmi sulla sirena danno ai Mavs il +9 (72-81) all’ultimo intervallo.
- James e Wade grandi delusi
QUARTO PERIODO — Miami risale a -4 con LeBron a rifiatare in panca, ma Barea replica dall’arco e Dallas è nuovamente a + 8 (77-85 a -9’30”), nonostante Nowitzki sia a 4/20. Terry e ancora il portoricano siglano il +12 che sa di titoli di coda a 8’ dalla fine con i cori “Let’s go Mavs” dei tifosi texani che riecheggiano nell’AA Arena. Un paio di canestri di James ridanno speranza a Miami (87-94 a -5’32”) con Chalmers che si mangia il contropiede del -5. Arriva il momento del tedesco: due tiri da fuori e i tifosi (?) di Miami prendono prematuramente la via di casa. Mancano 2’29” e siamo 99-89. Ormai è solo questione di far scorrere il cronometro. Che sancisce il trionfo, strameritato, di Dallas.
Ettore Messina ha detto sì. Entrerà nello staff dei Lakers
Il tecnico italiano sarà “consulente” del nuovo head coach del club di Los Angeles, Mike Brown. Manca solo l’ufficialità
Manca ancora l’ufficialità ma è questione di ore. Ettore Messina farà parte dello staff dei Los Angeles Lakers a partire dalla stagione NBA 2011/2012. Fonti vicine all’allenatore italiano confermano che mancherebbe solo la firma, con l’incarico di “consultant to the head coach”: l’accordo è stato raggiunto ieri. Un ruolo di prestigio, come il pedigree e l’importanza del nome lasciavano presagire. Si conclude, quindi, nel modo più felice e in maniera repentina il tanto atteso sbarco in Nba del coach già sulla panchina azzurra.
- Ettore Messina sceglie l’esperienza americana
lusinghe — Il nome di Messina non è nuovo al pubblico americano, perché già accostato a varie franchigie Nba (Toronto, New Jersey) negli scorsi anni, mai però le offerte si erano concretizzate. Negli ultimi giorni la svolta, susseguente all’inaspettata firma di Mike Brown come nuovo allenatore dei Lakers: a Brown Messina è legato da profonda conoscenza. Il rapporto fra i due è solido e basato sulla stima reciproca tanto che nelle passate stagioni il neo coach dei Lakers, allora alla guida dei Cleveland Cavaliers di Lebron James, era solito raggiungere in estate il coach italiano per due o tre settimane in ritiro, per un interscambio professionale.
curriculum d’eccellenza — La condizione attuale di Ettore Messina, libero da ogni vincolo contrattuale dopo l’esperienza con il Real Madrid, e la naturale ambizione di tentare l’avventura entusiasmante tra i pro lo hanno fatto un obiettivo naturale per tante squadre americane. I San Antonio Spurs, lo scorso aprile, lo avevano invitato a trascorrere una settimana nel Texas, mentre recentemente anche Dallas ed Indiana sembravano interessate. La chiamata di Brown, che lo ha voluto fortemente al suo fianco, non è tardata. La possibilità di far parte di una delle squadre più prestigiose di sempre, il confronto con una nuova realtà e lo stimolo di allenare grandi campioni come Kobe Bryant, Paul Gasol e Ron Artest hanno convinto Ettore Messina ad accettare la proposta. Per l’ex coach di Virtus e Benetton, dopo 4 Eurolega vinte ( 2 con Bologna, 2 con CSKA Mosca), 1 coppa Saporta, 4 scudetti italiani, 7 coppa italia, 4 campionati russi, 2 coppa di lega russa, e un argento con la Nazionale Italiana agli europei, è l’inizio una nuova avventura ambiziosa.
Walsh lascia la presidenza dei Knicks
Donnie Walsh non sarà il presidente dei Knicks la prossima stagione, ma solo consulente della franchigia della Grande Mela.
Di seguito il comunicato ufficiale della franchigia newyorchese.
“Dopo una serie di colloqui sul suo futuro ruolo a New York, i Knicks e Donnie Walsh hanno raggiunto un accordo sul fatto che Donnie non sarà più il presidente della franchigia ma opererà da consulente per la stagione 2011-12- In poco tempo con i Knicks, Donnie Walsh ha avuto un grande impatto che durerà per molti anni ancora. Ringraziamo Donnie per le sue qualità. Non cercheremo un nuovo presidente o GM. Al momento Glen Grunwald, vice presidente dei Knicks, sarà GM ad interim. Siamo sicuri del futuro radioso dei Knicks negli anni a venire”.
I Lakers ritireranno la maglia di Shaq
I Los Angeles Lakers hanno deciso di ritirare la maglia di Shaquille O’Neal, la numero 34. “Non c’è ancora una data certa ma sicuramente lo faremo” ha detto John Black, portavoce della franchigia.
Raptors, Jay Triano non sarà il coach della squadra
I Toronto Raptors hanno fatto sapere di aver esercitato la clausola presente nel contratto di Jay Triano che rimarrà in Canada ma non nel ruolo di capo allenatore.
Triano diventerà “consulente ed assistente speciale del presidente e del general manager”.
Shaq si ritira dopo 19 stagioni!!!
«Shaq» annuncia il ritiro su Twitter
Shaquille O’Neal, 39 anni, in un video: «Sono 19 anni ormai, sto per smettere. Grazie, ci sentiamo presto»
O’Neal alla firma del contratto con i Boston Cektics nel 2010 (Ap) |
«E’ fatta. Diciannove anni. Voglio ringraziarvi tanto, questo perché voglio dire a voi per primi che sto per ritirarmi. Grazie, ci sentiamo presto». Un messaggio video postato Twitter è l’annuncio del suo prossimo addio al basket da parte di Shaquille O’Neal, uno dei personaggi più amati della Nba. Quattro titoli e sei diverse maglie in una carriera di quasi vent’anni nell’olimpo del basket professionistico che ne hanno fatto un personaggio dentro e fuori il parquet, tra apparizioni tv, esibizioni da rapper e grandi successi, per i quali è nella lista dei 50 più grandi giocatori di sempre nella Nba. O’Neal, ora 39enne, è attualmente il più anziano giocatore in attività della Nba. E il suo fisico, quest’anno, ha mostrato di non reggere più come un tempo i ritmi della Nba. Un handicap non da poco per uno dei centri più imponenti e insieme tecnici della storia del basket.
Contro l’ex compagno: Shaquille O’Neal e Kobe Bryant (Reuters) |
I TRIONFI – Gigante di 2 metri e 16 centimetri, scarpe numero 57, quasi 150 chili, Shaquille O’Neal ha cominciato la carriera professionistica nel 1992 come prima scelta degli Orlando Magic. Passato ai Lakers nel ’96, insieme a Kobe Ryant ha regalato alla squadra di Los Angeles tre titoli Nba consecutivi. Nel 2004 O’Neal ha poi firmato per i Miami Heat e con loro ha vinto il titolo nel 2006. Altre tre squadre nella parte finale della sua carriera: Phoenix Suns, Cleveland Cavaliers e, quest’anno, Boston Celtics, ma la sua ultima stagione è stata contrassegnata da parecchi infortuni. La statistica globale nella carriera Nba assegna a «Shaq» 23.7 punti di media a partita e 10.9 rimbalzi. Con la maglia della nazionale Usa, O’Neal ha vinto il Mondiale del 1994 in Canada e l’oro olimpico ai Giochi di Atlanta nel 1996.