Posts tagged Los Angeles Lakers

Già smentite le voci su Melo ai Lakers? Ma se si inserissero anche i Bobcats?

Sembra che le voci sull’interessamento dei Lakers a Carmelo Anthony siano false perchè Buss, il proprietario dei gialloviola ha sempre detto che vuole puntare su Bynum per il futuro di L.A. Inoltre a Denver vorrebbero contropartite maggiori anche se Bynum centro che può diventare dominante ha solo 23 anni  e su di lui si potrebbe costruire un progetto a lungo termine.

Ma se si inserissero gli Charlotte Bobcats in una trade a 3??

Jordan non ha mai fatto mistero di ammirare molto Artest. Le voci di una sua possibile cessioni esistono da settimane. Nella trade i Lakers spedirebbero Bynum a Denver e Artest a Charlotte e i Nuggets acquisterebbero anche uno tra Wallace o Jackson dai Bobcats. In questo modo le “pepite” potrebbero contare anche su un giocatore capace di colmare in parte il vuoto in termine di punti fatti lasciato da Melo.

Mancano 2 settimane alla trade deadline…stiamo a vedere…

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Carmelo Anthony, i Lakers ci provano

Come riporta Chris Broussard, i Los Angeles Lakers hanno contattato i Denver Nuggets per Carmelo Anthony.
La franchigia bicampione della NBA avrebbe proposto uno scambio con il centro Andrew Bynum. Non e’ ancora chiaro se nell’eventuale trade rientrerebbero altri giocatori. Sicuramente non Lamar Odom, a cui i Nuggets non sono interessati.
Come riporta la fonte vicina alla trattativa, al momento la trade a tre tra Knicks, T-Wolves e Nuggets ha sicuramente piu possibilita’ di essere portata a termine.

 

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LeBron annienta Orlando. San Antonio all’ultimo decimo beffa i Lakers

Strepitosa performance di James che infila 51 punti (massimo dell’anno) e trascina Miami alla vittoria. Lakers battuti a due decimi dalla fine da un canestro di Antonio McDyess

LeBron James formato superstar (51 punti, massimo dell’anno in Nba) trascina Miami a una preziosa vittoria a Orlando. San Antonio passa in casa dei Lakers grazie a un canestro del veterano McDyess a 2 decimi dalla fine. Successo interno per Golden State su Milwaukee.

51 punti: LeBron James in azione. Afp
51 punti: LeBron James in azione

Orlando Magic-Miami Heat 100-104

La vendetta di LeBron. In casa dei nemici Magic (31 vinte-19 perse in stagione), il due volte mvp mette insieme il massimo di punti stagionali assoluto in Nba (Kevin Durant e Blake Griffin si erano fermati a 47), regalando agli Heat (35-14) la quarta vittoria di fila con la nona gara in carriera con almeno 50 punti a referto condita da 11 rimbalzi e 8 assist (solo Michael Jordan negli ultimi 25 anni ha messo insieme un match con numeri simili). “Affrontare i Magic mi fa venire voglia di dare tutto quello che ho – spiega LeBron -. Per noi non era una normale partita di regular season, visto che questa squadra ha detto tanto su di noi durante la offseason. Volevamo venire qui e far vedere loro tutta la nostra forza”. Miami chiude col 50% dal campo e costruisce un vantaggio anche di 23 punti ad inizio ultimo quarto, ma a 8” dalla fine rischia di compromettere tutto proprio per colpa di James: con i suoi avanti 103-100, LeBron regala il possesso ai Magic, che però non riescono con Anderson a trovare la tripla del supplementare. Lo show di James era cominciato subito: 23 punti nel primo quarto (nuovo record di franchigia) con 9 tiri tutti a bersaglio, buoni per il 30-26 ospite alla prima sirena. Orlando prova a rientrare con Howard (16 punti nel primo tempo), ma Miami torna negli spogliatoi avanti 55-45, allungando nel finale con quattro punti di fila di House e Dampier. Gli ospiti corrono in avvio di ripresa, perché Nelson resta l’unica arma offensiva dei Magic (Howard nella ripresa produce un solo punto) e Wade si accende andando a fare compagnia in attacco al sempre caldissimo LeBron. Gli Heat toccano l’88-65 a 8’10” dalla fine, ma Orlando si rimette in carreggiata con un 21-4 che rende elettrizzante il finale. I padroni di casa tornano a contatto col 103-100 firmato da Nelson a 10” dalla fine, ma dopo aver sciupato la tripla del pari devono arrendersi quando Wade dalla lunetta regala agli Heat il +4 con appena 2” da giocare.

Orlando: Nelson 22 (4/7 da due, 2/5 da tre, 8/8 liberi), J. Richardson 18, Howard 17. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Nelson 6
Miami: James 51 (14/20, 3/5, 14/17 tl), Wade 14, Bosh 13. Rimbalzi: James 11, Miller 11. Assist: James 8

Golden State Warriors-Milwaukee Bucks 100-94

La coppia perfetta. Monta Ellis e Stephen Curry regalano a Golden State (21-27) la seconda vittoria consecutiva producendo 15 punti negli ultimi 4’38”. Quella contro Milwaukee (19-29), alla terza sconfitta consecutiva, è una gara tiratissima (nessuna squadra supera mai i 7 punti di vantaggio), che i Warriors mettono in cassaforte solo negli ultimi 10”, dopo che Maggette sbaglia il libero che avrebbe riportato i Bucks sotto di un punto. Curry e Ellis, su cui gli ospiti fanno fallo per cercare di guadagnare tempo, invece sono perfetti dalla lunetta, facendo esultare la Oracle Arena. Milwaukee invece si rammarica per quel 42,9% al tiro contro la penultima difesa dell’Nba, che annulla il dominio assoluto a rimbalzo (49-36). Ilyasova è scatenato nel primo quarto, e con 15 punti regala i suoi il 22-18 alla sirena. Golden State però è in partita è la gara è così equilibrata che la squadra in vantaggio cambia 11 volte in 12 minuti, con i Bucks che tornano negli spogliatoi avanti 47-46 grazie a Ilyasova. Il copione è lo stesso nel terzo quarto, con Milwaukee che al 36’ conserva un vantaggio minimo (73-72). Quando Curry e Ellis salgono in cattedra Golden State cambia marcia, e agli ospiti non bastano nemmeno 12 punti di Maggette per tenere il ritmo: i Warriors hanno 6 punti di vantaggio (94-88) a 1’15” dalla fine, Maggette prova ad accorciare ma Curry e Ellis tengono Golden State al sicuro.

Golden State: Ellis 24 (9/17, 1/5, 3/3), Curry 16, Wright 16. Rimbalzi: Biedrins 10. Assist: Ellis 6
Milwaukee: Ilyasova 23 (9/18, 1/2, 2/2 tl), Maggette 21, Delfino 20. Rimbalzi: Mbah a Moute 19. Assist: Dooling 9

Tony Parker pressato da Pau Gasol. Reuters
Tony Parker pressato da Pau Gasol

Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 88-89

Antonio McDyess giustizia i Lakers a due decimi dalla fine. Il 36enne veterano conferma che gli Spurs sono il meglio che l’Nba ha da offrire anche allo Staples Center, dove gli uomini di Gregg Popovich conquistano la vittoria numero 41 in stagione (8 sconfitte), nella sfida con i due volte campioni in carica. Una gara tirata e dominata dalle difese, decisa solo nel finale. Gasol regala dalla lunetta l’88-87 Lakers con 22” da giocare. L’ultimo possesso sembra durare una vita: Ginobili ci prova da fuori ma sbaglia, McDyess strappa il rimbalzo offensivo ma Parker spreca in penetrazione, con San Antonio che riesce comunque a guadagnarsi una rimessa a 5” dalla fine. L’ultimo tiro se lo prende Duncan, ma la palla rimbalza sul primo ferro; McDyess però spunta tra Odom e Bryant riesce a battere sirena e Lakers. “L’ultimo possesso è stato pazzo – conferma Tony Parker -, ma sono contento che McDyess abbia fatto centro. Per noi è una grande vittoria, perché i Lakers sono una squadra importante e noi dopo il k.o. con Portland volevamo dimostrare qualcosa”. I Lakers, k.o. in 3 delle ultime 4 gare casalinghe, sono comunque in crescita, con Bryant (5/18 al tiro, a un rimbalzo dalla tripla doppia) che cerca di coinvolgere i compagni, e Artest che torna in doppia cifra (13 punti) dopo 4 gare a meno di 6 punti di media. I campioni sembrano smarriti in avvio, ma gli Spurs non ne approfittano e chiudono il primo quarto avanti 22-18 nonostante 10 punti di Jefferson. Artest ritrova se stesso nel secondo quarto e guida i Lakers fino al 40-33 a 2’41” dal riposo, poi Parker e Ginobili si risvegliano (stavano tirando 2/13 insieme) e chiudono il buco fino al 42 pari dell’intervallo. Il play sforna 14 punti nel terzo quarto, ma San Antonio non riesce a scappare. Los Angeles grazie a Odom riesce a chiudere un buco che a 8’04” dalla fine era di 8 punti (79-71). Quando Gasol firma il sorpasso a 22” dalla fine lo Staples Center si illude, ma McDyess riporta i Lakers sulla terra: per i campioni il peggio sembra alle spalle, ma per battere il meglio che l’Nba ha da offrire ancora non basta.

LA Lakers: Gasol 19 (8/10, 3/4 tl), Bryant 16, Odom 16. Rimbalzi: Bynum 10. Assist: Bryant 10
San Antonio: Parker 21 (9/17, 3/3 tl), Jefferson 18, Ginobili 14. Rimbalzi: Duncan 8, McDyess 8. Assist: Ginobili 8.

tratto da Gazzetta.it

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Impresa Clippers, Lakers k.o. San Antonio travolge Denver

Il derby di Los Angeles finisce in rissa (cacciati Griffin e Odom, Davis e Artest) ma anche con la quarta vittoria nelle ultime 5 gare per la squadra di Del Negro, capace di rimontare da -12 con un gran ultimo quarto. Oggi 13 incontri: torna Gallinari dopo sei gare di assenza e c’è il derby “italiano” fra Belinelli e Bargnani

I Clippers di Blake Griffin ed Eric Gordon sorprendono i Lakers nel derby di Los Angeles. San Antonio travolge Denver con 30 punti di Tony Parker e arriva a 35 vittorie in 41 partite. Oggi negli Stati Uniti è il Martin Luther King Day e l’Nba propone ben 13 partite: alle 19 ora italiana New York-Phoenix, con l’annunciato ritorno di Danilo Gallinari dopo 6 gare di assenza. Alle 21 New Orleans-Toronto, il derby italiano tra Marco Belinelli (reduce da due gare di stop) e Andrea Bargnani.

Momenti di tensione allo Staples Center. Ap
Momenti di tensione allo Staples Center

Los Angeles Clippers-Los Angeles Lakers 99-92

Sorpresa allo Staples Center. I Clippers (14 vinte-25 perse) di Vinny Del Negro si confermano una delle squadre più calde dell’Nba, arrivando a 4 vittorie nelle ultime 5 gare (compresa una su Miami) con un successo sui rivali cittadini Lakers (30-12), fermati dopo sette vittorie consecutive. Il derby di Los Angeles finisce con una rissa, iniziata a 5.7 secondi dalla fine tra il solito fenomenale Blake Griffin (26ª doppia doppia consecutiva) e Lamar Odom, mentre Randy Foye centra i liberi della sicurezza Clippers (99-90). Oltre a Griffin e Odom, gli arbitri cacciano Baron Davis e Ron Artest, mandando su tutte le furie coach Phil Jackson: “Posso capire l’espulsione di Griffin e Odom – ha detto il tecnico con 11 anelli -, ma cacciare Ron è stato ridicolo. Non capisco come gli arbitri prendano le loro decisioni”. La rissa finale comunque non cancella lo show dei Clippers, capaci di rimontare da -12 con un gran ultimo quarto sotto l’abile regia di Baron Davis. Griffin e Jordan sotto canestro vincono il confronto diretto con Andrew Bynum e Pau Gasol (30-21 a rimbalzo per i due Clippers), Eric Gordon infila al cospetto di Kobe Bryant la sesta gara stagionale con almeno 30 punti, la difesa tiene i campioni in carica al 41,3% dal campo con 3/20 da fuori. I Clippers sono sul 27-19 a 59” dalla prima sirena, ma i Lakers tornano in partita con un 10-0 a cavallo dei due quarti e il match si trascina in equilibrio fino al riposo, dove i campioni arrivano sul 45-44 grazie a un libero di Bryant. Kobe infila 12 punti nel terzo parziale e ispira lo strappo dei Lakers, avanti 67-55 a 3’05” dalla sirena. Griffin, limitato dai falli nel primo tempo (2 punti), trova il ritmo giusto e con 6 punti consecutivi avvia la rimonta dei Clippers, completata proprio dalla prima scelta al draft 2009, autore del sorpasso (83-82) a 4’09” dalla sirena finale. I Lakers provano a reagire, ma Gasol commette solo falli, la vena di Bryant si esaurisce (solo punti dalla lunetta negli ultimi 12’) e i Clippers si mettono al sicuro.

LA Clippers: Gordon 30 (9/13 da due, 4/7 da tre, 0/2 liberi), Griffin 18, Davis 14. Rimbalzi: Griffin 15, Jordan 15. Assist: Davis 8
LA Lakers: Bryant 27 (7/10, 1/7, 10/13 tl), Bynum 18, Gasol 13. Rimbalzi: Bynum 13. Assist: Bryant 5

Tony Parker contro Arron Afflalo. Ap
Tony Parker contro Arron Afflalo

San Antonio Spurs-Denver Nuggets 110-97

Prova di forza. Travolgendo Denver con un risultato ipotecato già alla fine del primo tempo, San Antonio tocca quota 35 vittorie in 41 partite, arrivando a 15 successi consecutivi all’AT&T Center. Merito di una squadra, la migliore dell’Nba, che trova sempre il modo di far male agli avversari: il gran protagonista stavolta è Tony Parker (seconda volta in stagione sopra quota 30 punti), ma Ginobili ci mette gli assist, Duncan i rimbalzi, la panchina 34 punti e Jefferson una gran difesa su Carmelo Anthony, in ombra con appena 12 punti e 5/17 dal campo. “Sappiamo che è uno dei migliori dell’Nba – ha detto Parker di Melo -. Per questo abbiamo raddoppiato e triplicato spesso su di lui. Ma Richard ha giocato una grande partita in difesa su di lui”. La star di Denver (23-17) resta l’uomo con la valigia in mano: i Nuggets hanno dato ai Nets il permesso di parlare direttamente col giocatore (martedì), per convincerlo a firmare il prolungamento triennale del contratto che sbloccherebbe la trade (coinvolta anche Detroit). Ma Melo tentenna, sperando nella chiamata dei Knicks. Intanto Denver, miglior attacco dell’Nba, a San Antonio chiude col 43% al tiro e interrompe una striscia di 3 successi. Eppure, sotto la spinta di Nené, i Nuggets avevano chiuso il primo quarto avanti 24-20, portandosi grazie all’ispirato Harrington (7 punti nei primi 5’ sul parquet) sul 32-20 a 9’31” dal riposo. Ginobili però prende per mano gli Spurs e con 8 punti in 3’ li riporta sotto 37-34. Poi passa il testimone a Parker, che infila 10 punti in quel che resta del parziale proseguendo la striscia di 14 tiri a bersaglio, interrotta da Jefferson sul 55-41. Gli Spurs vanno al riposo avanti 57-45 col 59% al tiro, i Nuggets provano a rimboccarsi le maniche nella ripresa, ma in avanti possono contare sul solo Nené e galleggiano sempre tra i 10 e i 15 punti di svantaggio, venendo ricacciati indietro ogni volta che provano ad avvicinarsi. Parker continua a far male, gli Spurs si tengono al sicuro con le triple (11 in totale) e mettono le mani sulla vittoria.

San Antonio: Parker 30 (9/13, 2/2, 6/6 tl), Ginobili 18, Neal 14, Hill 14. Rimbalzi: Duncan 16. Assist: Ginobili 7.
Denver: Harrington 18 (2/5, 4/8, 2/2 tl), Nené 17, Afflalo 14. Rimbalzi: Nené 7. Assist: Bllups 4, Nené 4, Smith 4.

tratto da Gazzetta.it

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Beli non va, Hornets k.o. I Lakers sbancano Toronto

L’azzurro, autore di 6 punti (due triple in avvio e poco altro in attacco) è l’anello debole della difesa. Los Angeles si impone 120-110 in casa dei Raptors privi per la seconda volta nelle ultime 3 partite di Bargnani, bloccato stavolta da un guaio alla caviglia destra

 Chris Paul (3) contro Jason Maxiell. Ap
Chris Paul contro Jason Maxiell

Due soli punti a referto, ma quelli decisivi. Jason Maxiell, ala dei Pistons, ha messo il sigillo sulla nona vittoria stagionale dei suoi, un 111-108 rifilato dopo un supplementare agli Hornets di Marco Belinelli. A 7” dalla fine dell’overtime, con Detroit avanti di un punto, il 27enne al 6° anno intercetta la rimessa che Trevor Ariza, aveva indirizzato verso David West, lotta col lungo di New Orleans fin sotto il canestro avversario e riesce a strappargli la palla che trasforma nella schiacciata della sicurezza. Per gli Hornets (16-11) è la quinta sconfitta esterna consecutiva: la difesa, la migliore dell’Nba, concede il 62,7% al tiro dal riposo in avanti agli avversari dopo il 43% del primo tempo e non riesce a contenere Tayshaun Prince e Ben Gordon, che segna 24 dei suoi 25 punti dopo l’intervallo. E la colpa è anche di Belinelli: l’azzurro, autore di 6 punti (due triple in avvio e poco altro in attacco) è l’anello debole della difesa degli Hornets, con Prince e Gordon che per fare danni passano spesso e volentieri dalle sue parti. Tanto che coach Williams lo tiene fuori quando conta di più, negli ultimi 2’ del supplementare.

N.O. PROVA LA FUGA — La gara difensiva di Belinelli si fa dura fin dall’inizio, quando dalle sue parti passa Tracy McGrady, titolare al posto dell’infortunato Stuckey. TMac segna 4 punti che lanciano il 6-0 iniziale di Detroit, ma Mister B si riscatta con la tripla che regala agli Hornets il primo vantaggio (7-6), replicata da quella del 10-8. Il 20-20 della prima sirena è però figlio degli exploit di West da una parte (10 punti) e Prince dall’altra (11). Regna l’equilibrio nel secondo quarto, anche perché quando gli ospiti provano l’allungo, i padroni di casa trovano punti preziosi da Bynum (11 in 11’ per il play nel primo tempo). A New Orleans la fuga però riesce nel finale, con un 8-0 che rispedisce gli Hornets negli spogliatoi avanti 51-41.

IL RISVEGLIO DI GORDON — Detroit, con Bynum al posto dell’infortunato McGrady, torna in partita con un 9-0 da fuori firmato due volte da Gordon (1 solo punto e 0/7 dal campo nei primi 24’) e una da Villanueva. Coach Williams chiama timeout, e decide di ripartire senza Belinelli. New Orleans resta davanti grazie a West e Paul (9 punti nel periodo), ma i Pistons fanno malissimo da fuori (7/13 dopo l’1/6 del primo tempo) e con i caldissimi Gordon e Prince riducono a 6 (78-72) i punti da recuperare al 36’. Detroit sorpassa (82-81) a 9’48” dalla fine con Gordon, ma New Orleans non molla. Gli Hornets a 2’03” dalla sirena perdono Okafor per falli, ma sono avanti 99-95 con 34” da giocare: Gordon però firma il 100 pari con 21” sul cronometro, poi Prince stoppa Paul che si era preso l’ultimo tiro in penetrazione.

VOGLIA DETROIT — Belinelli è in campo per l’inizio del supplementare, ma dopo aver sbagliato l’unico tiro preso dopo l’intervallo, assiste impotente al 5-0 Pistons firmato Gordon, che chiude con un libero extra ottenuto dopo un fallo dell’italiano. Beli si riscatta fornendo a West (6 degli 8 punti degli Hornets nell’overtime sono suoi) l’assist che rimette in moto New Orleans, ma a 1’54” dalla sirena viene richiamato in panchina. Gli ospiti intanto si riprendono, e a 15” dalla fine sono avanti 108-107. Bynum colpisce in penetrazione con 7” da giocare ma sbaglia il libero supplementare, lasciando agli Hornets il possesso del sorpasso. Ma a tenere davanti Detroit ci pensa Maxiell.

Detroit: Prince 28 (11/14 da due, 1/2 da tre, 3/5 liberi), Gordon 25, Bynum 21. Rimbalzi: Prince 12. Assist: Bynum 9
New Orleans: BELINELLI 6 punti (0/3 da due, 2/3 da tre), 3 rimbalzi, 2 assist, 1 palla recuperata, 1 persa e 3 falli in 28’54”. West 32 (12/21, 8/9 tl), Paul 23, Okafor 13. Rimbalzi: Okafor 12. Assist: Paul 10

Kobe Bryant contro DeMar DeRozan. Reuters
Kobe Bryant contro DeMar DeRozan

Toronto Raptors-Los Angeles Lakers 110-120

I Los Angeles Lakers superano i Raptors (110-120) privi dell’infortunato Andrea Bargnani nella sfida domenicale all’Air Canada Centre di Toronto. Lakers a Toronto significa il primo “sold out” della stagione dei Raptors, i cui spettatori sono in calo rispetto al passato. Bargnani è in dubbio fino a pochi minuti dall’ingresso in campo delle due squadre. Il test dell’ultima ora nella palestra di allenamento al terzo piano dell’ACC dà esito negativo. La caviglia destra ferma Bargnani che lascia posto in quintetto al rookie Ed Davis.

equilibrio in avvio — I Raptors tengono testa ai Lakers all’inizio e concludono l’equilibrato primo quarto con un gran crescendo, subito dopo il ritorno di Kobe Bryant in panchina. La difesa dei Lakers snobba Amir Johnson e lui risponde con 12 punti (6/6), frutto di canestri dal post alto e di una schiacciata al volo. Toronto gioca con buona determinazione e chiude il primo quarto avanti 34-28. Il pubblico si diverte, anche perché Bryant è uno spettacolo tutto da godere tranne per DeRozan, che viene ridicolizzato dalla superstar. L’ex Southern California, che ha partecipato da ragazzino al camp estivo di Kobe, non è in grado di tenere l’uno contro uno di Bryant che lo battezza sulla linea di fondo e suscita gli ululati di gioia dei fans. Calderon affianca bene Johnson (3/3 e 3 assist) e i Raptors tirano col 60%.

la svolta — L’ago della bilancia comincia a pendere verso la squadra ospite nel secondo quarto. Toronto perde Johnson (che va in spogliatoio zoppicando) per qualche minuto, i Lakers si risvegliano con un parziale di 14-3 e si preoccupano di inserire Bynum, appena rientrato dal lungo infortunio. È ovviamente solo questione di tempo prima che i Lakers prendano il sopravvento. I rimbalzi nel secondo quarto sono a loro favore 17-6. L’attacco di Toronto si blocca contro la difesa schierata. Le migliori opportunità per trovare punti preziosi capitano quando Barbosa si lancia a canestro in transizione e subisce falli a ripetizione. I Lakers dominano il secondo quarto (29-15) con un attacco bilanciato, Pau Gasol autore di 10 punti e una positiva risposta da parte di Bynum, che i Raptors possono fermare solo commettendo falli. Barbosa prende sfondamento da Bryant, ma Bynum stoppa Calderon sul suono della sirena e Toronto insegue 49-57 all’intervallo.

DeRozan in difesa contro Andrew Bynum. Reuters
DeRozan in difesa contro Andrew Bynum

fuga los angeles — Con 7 punti veloci di Bryant all’inizio del secondo tempo, i Lakers scappano via (52-68), ma la reazione di Toronto non tarda ad arrivare. È proprio DeRozan, pessimo in difesa, a tenere vive le speranze di Toronto quando decide finalmente di attaccare il canestro. I Raptors provano a correre e mettono in difficoltà gli avversari riportandosi a -4 (72-76). Con 19 punti di uno scatenato DeRozan e un fantastico canestro da oltre metà campo di Barbosa sulla sirena la partita è ancora aperta dopo tre quarti (79-86), anche se le triple di Shannon Brown sono un problema per i Raptors. Joey Dorsey contribuisce con qualche buona giocata al posto dello sperduto Ed Davis, ma la forza dei Lakers viene fuori alla distanza. Toronto prova anche la zona che i Lakers attaccano con pazienza. I canestri di Kleiza e Wright impediscono ai Lakers di scappar via, ma Bynum fa valere la sua stazza in attacco contro Amir Johnson, unico lungo in campo. I campioni Nba vincono come da copione, anche se i Raptors escono dal campo a testa alta. DeRozan chiude con 23 punti (11/11 ai liberi), Calderon con una doppia doppia da 20+12 e Kleiza contribuisce con 26 punti (12 nell’ultimo quarto) e 10 rimbalzi. I Lakers lasciano il Canada soddisfatti per la prestazione di Bynum: 16 punti, 7 rimbalzi, 1 stoppata, 4/6 dal campo, 8/10 dalla lunetta in 17 minuti.

Toronto: Kleiza 26 (11/21), DeRozan 23 (6/12, 11/11 tl), Calderon 20 (8/14), Johnson 14, Barbosa 11. Rimbalzi: Kleiza 10. Assist: Calderon 12.
LA Lakers: Bryant 20 (6/12), Gasol 19 (9/15), Bynum 16, Brown 14. Rimbalzi: Barnes 9. Assist: Bryant e Gasol 4.

tratto da Gazzetta.it

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Terrence Williams ai Rockets, Vujacic ai Nets e Joe Smith ai Lakers

Scambio a tre fra Houston Rockets, New Jersey Nets e Los Angeles Lakers. Terrence Williams vola a Houston in cambio di un first round pick nel 2012, Sasha Vujacic lascia Los Angeles per la prima volta dal 2004 (+ un first round pick nel 2011) e va nel New Jersey in cambio di Joe Smith.

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Belinelli non si ferma più E Gasol diventa Mister 100%

Gli Hornets vincono a Sacramento e restano in testa alla Western Conference con San Antonio: 12 punti per Belinelli, decisivo dalla lunetta nel finale. Successo per i Lakers sui Warriors con un Gasol perfetto al tiro, a Detroit contro Washington servono i supplementari

Belinelli al tiro contro i King: chiuderà con 12 punti. Ap
Belinelli al tiro contro i King: chiuderà con 12 punti

Undicesimo successo in 12 gare per New Orleans, che con un successo a Sacramento per 71-75 rimane in testa alla Western Conference insieme ai San Antonio Spurs (che hanno concesso proprio agli Hornets la loro unica sconfitta stagionale). Ottava partita chiusa in doppia cifra per Marco Belinelli, importante nel secondo quarto quando i suoi si sono ritrovati anche a -9, e poi nel finale con i due tiri liberi che hanno chiuso i conti. Non è una bella partita, anzi: gli ospiti la portano a casa tirando con il 32.2% dal campo, ma costringendo i padroni di casa comunque sotto il 40% (38.7%) e soprattutto a 21 palle perse, limitando al minimo l’impatto di Tyreke Evans (4/12 al tiro, ma 7 rimbalzi, 5 assist e 4 recuperi con 3 perse).

difesa — L’impronta difensiva degli Hornets di Monty Williams sta caratterizzando in positivo la loro stagione (solo Cleveland, perdendo 108-101, è riuscita ad andare sopra i 100 contro CP3 & Co.), ed è stata la chiave per passare anche alla Arco Arena. Insieme, ovviamente, alla regia di Paul, capace di smazzare 14 dei 20 assist della squadra e di condire la sua prova con 7 rimbalzi, 5 recuperi e sole 2 perse, facendo passare quasi in secondo piano il 2/12 dal campo.

l’asse paul-west — Sì perché il braccio armato preferito da Paul non è il suo, ma quello di David West: è a lui che il playmaker recapita gli assist n° 13 e 14, per i tiri dalla media che valgono il +5 a 42.7 secondi dalla fine (73-68) a completare un parziale di 7-0 iniziato con la tripla di Ariza (indovinate di chi era l’assist). Sacramento, che aveva toccato il massimo vantaggio con Luther Head a 5’39 dalla fine del secondo quarto (31-22), trova il canestro+fallo di DeMarcus Cousins, che riporta i suoi a -2 (71-73 a 32.4 secondi dalla sirena), ma sull’errore di Chris Paul nel possesso successivo si rivela capitale il rimbalzo d’attacco di David West.

il beli — Belinelli sbaglia i suoi primi due tiri dal campo, ma come detto è nel secondo quarto che è molto importante. Segna i suoi primi due punti a 6’29 dalla fine del periodo (26-20), poi firma la tripla sull’assist di Paul per il -5 a 3’55 dall’intervallo (32-27) e quindi cattura il suo terzo rimbalzo della gara per innescare il contropiede che porta Chris Paul a segnare, con il fallo, per pareggiare a quota 36. Nel terzo quarto, Marco raccoglie il decimo assist di Chris Paul per mettere la tripla del -1 a 3’54 dalla fine del terzo quarto (52-51) e va in doppia cifra con il tiro del +3 (55-52) con 2’44 da giocare prima dell’ultima pausa. Infine, dopo il rimbalzo offensivo di West nel finale, chiude il conto dalla lunetta con 6.4 secondi sul cronometro, dopo aver subito il sesto fallo di Cousins.

Sacramento: Greene 15 (5/9, 1/6, 2/2 tl), Head 11, Evans e Landry 9. Rimbalzi: Greene e Dalembert 10. Assist: Evans 5.
New Orleans: BELINELLI 12 (2/8, 2/4, 2/2 tl), 4 rimbalzi, 2 perse, 33 minuti. West 17 (8/19, 1/2 tl), Ariza 16. Rimbalzi: Okafor 12. Assist: Paul 14.

Pau Gasol, a destra, lorra con Jeff Adrien. AP
Pau Gasol, a destra, lotta con Jeff Adrien

Los Angeles Lakers-Golden State Warriors 117-89

I Lakers non hanno minimamente corso rischi contro Golden State, spianandosi subito la strada verso la vittoria numero 12 in 14 gare. I gialloviola spengono le bocche da fuoco avversarie (Monta Ellis tenuto a 5 punti con 2/10 dal campo in 23′) e volano via nella prima metà di gara: 37-21 alla fine del primo quarto, 69-41 a metà gara. Non c’è più nulla da dire a livello agonistico, Golden State regala 18 minuti di celebrità a Jeremy Lin, il ragazzo che stupì tutti alla Summer League: per lui 13 punti in 18 minuti con 4/9 dal campo, 3 rimbalzi, 2 assist e altrettanti recuperi. Intanto, Phil Jackson ha detto che i Lakers sono alla ricerca di un lungo per ovviare agli infortuni di Bynum e Ratliff.

L.A. Lakers: Gasol 28 (10/10, 8/8 tl), Bryant 20, Brown 17, Odom 15. Rimbalzi: Odom 10. Assist: Blake 6.
Golden State: D. Wright 16 (5/14, 0/3, 6/6 tl), Curry e Lin 13. Rimbalzi: Adrien 10. Assist: Ellis e Bell 3.

Detroit Pistons-Washington Wizards 115-110 dts

Washington, ancora senza John Wall (infortunato al piede sinistro) ma con un eccellente Arenas (tolto il tiro da fuori, 1/8, ma già in doppia-doppia alla fine del terzo quarto, come McGee) va vicinissima alla prima vittoria esterna della stagione, dopo 5 k.o. Invece, dopo il 102-98 firmato da Blatche a 1’54 dalla fine, i liberi di Maxiell e i 2 punti di Villanueva rimandano tutto al supplementare, dove si scatena Richard Hamilton. Suoi i primi 12 dei 13 punti messi a segno dai Pistons nel prolungamento, compresi i tiri liberi del +4 (114-110) a 12 secondi dalla fine, punendo la palla persa di Arenas. Per i Pistons, dopo un inizio da 0-5, è la quinta vittoria nelle ultime 8 gare.

Detroit: Hamilton 27 (11/18, 0/3, 5/6 tl), Villanueva 25, Stuckey 15, Maxiell 14, Gordon 10. Rimbalzi: Villanueva 11. Assist: Stuckey 7.
Washington: Blatche 20 (9/19, 03, 2/4 tl), McGee 20 (9/12, 0/1, 2/4 tl), Arenas 19, Young 18, Hinrich 12. Rimbalzi: McGee 16. Assist: Arenas 16.

tratto da Gazzetta.it

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Bryant trascina i Lakers, Jennings non può nulla

Per Kobe e l’ex romano 31 punti a testa, i Bucks si inchinano a Los Angeles che ha 21 punti di Shannon Brown. Vittorie esterne per Chicago, Atlanta e Portland, Cleveland supera Philadelphia

Kobe Bryant fra Andrew Bogut (6) e Brandon Jennings. Ap
Kobe Bryant fra Andrew Bogut e Brandon Jennings

I Lakers passano a Milwaukee nonostante un grande Brandon Jennings. Vittorie esterne anche per Chicago a Houston, Atlanta a Indianapolis e Portland a Memphis. Solo Cleveland, contro Philadelphia, riesce a vincere in casa.

Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers 107-118

I Lakers mettono fine a una serie di 3 vittorie per Milwaukee, ma la partita è molto difficile in casa di Brandon Jennings e compagni. L’ex oggetto misterioso della Lottomatica Roma ne mette 19 nella sola prima metà di gara, chiusa avanti dai Bucks 59-57, ma la sua sfida a distanza con Bryant non basta – alla lunga – per permettere a Milwaukee di vincere. Bogut sbaglia troppo (4/12 dal campo, 2/10 ai liberi), mentre dall’altra parte ci sono 21 punti in 21′ dalla panchina di Shannon Brown, 16 dei quali nell’ultimo quarto per mantenere un vantaggio creato da Bryant nel terzo periodo. Kobe, infatti, lì mette 13 punti di cui 7 consecutivi in un parziale di 10-0 che permette ai campioni Nba di prendere anche psicologicamente il controllo della gara (82-75 a 3’26 dall’ultima pausa).

Milwaukee: Jennings 31 (8/15, 4/11, 3/3 tl), Gooden 22, Maggette 15, Bogut 12, Salmons 10. Rimbalzi: Bogut 18. Assist: Jennings e Salmons 6.
L.A. Lakers: Bryant 31 (10/19, 0/4, 11/11 tl), Brown 21, Gasol 18, Odom 13, Fisher 10. Rimbalzi: Gasol 10. Assist: Odom 6.

Houston Rockets-Chicago Bulls 92-95

Partita decisamente ondivaga a Houston, con le due formazioni a scambiarsi parziali specialmente nel secondo e nel terzo quarto (30-15 pro Bulls nel secondo quarto, 30-14 pro Rockets nel terzo), e allora Derrick Rose decide di vincerla. Nell’ultimo quarto il playmaker dei Bulls mette 17 punti, e costruisce il vantaggio che poi si rivelerà decisivo ai danni di Houston, sempre senza Brooks e Yao. Determinante anche l’apporto di Korver, che non solo mette la tripla del +9 (89-80 a 4’31 dalla fine), ma ci mette molte altre cose importanti venendo dalla panchina (3/4 dal campo, 6 rimbalzi, 4 assist e 3 recuperi in 26′). Houston torna a -3, ma gli ospiti gestiscono la situazione dalla lunetta nell’ultimo minuto con Noah e Deng.

Houston: Scola 27 (11/17, 5/6 tl), Miller 21, Martin 18, Battier 11. Rimbalzi: Scola e Miller 5. Assist: Lowry 7.
Chicago: Rose 33 (8/15, 4/5, 3/6 tl), Deng 16, Noah 12, Brewer 11, Korver 10. Rimbalzi: Deng 10. Assist: Rose 7.

Roy Hibbert contro Al Horford. Ap
Roy Hibbert contro Al Horford

Indiana Pacers-Atlanta Hawks 92-102

Senza gli infortunati Darren Collison e Tyler Hansbrough, i Pacers vanno in difficoltà contro Atlanta, che invece sfrutta proprio la sua profondità e manca 6 uomini in doppia cifra con una perfetta gestione del pallone (26 assist, solo 7 palle perse). Gli Hawks fanno la differenza nel terzo quarto, quando con 12 punti di Josh Smith passano dal +3 al +13 (77-64 a 1′ dalla fjne del periodo, mentre sale in cattedra Al Horford per gestire la rimonta dei padroni di casa fino a -5. Il centro di Atlanta mette 6 punti in 1’30 e l’assist per il 2+1 di Johnson, chiudendo la contesa (90-78 a 5’58 dalla fine).

Indiana: Granger 22 (6/10, 1/4, 7/8 tl), Hibbert 18, Dunleavy 14, Jones 10. Rimbalzi: Hibbert 15. Assist: Ford 5.
Atlanta: Smith 25 (8/15, 1/1, 6/7 tl), Bibby 16, Horford 15, Williams, Johnson e Crawford 11. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Bibby 7.

Memphis Grizzlies-Portland Trail Blazers 99-100

Alla prima partita in quintetto della stagione, con Brandon Roy fuori per infortunio, Wesley Matthews non potrebbe dare una risposta migliore. Ci mette 22 punti già prima dell’intervallo di una partita equilibrata (7 punti il più ampio margine, a favore degli ospiti), che si trascina punto a punto fino alla fine. Nell’ultimo minuto diventa protagonista Andre Miller: prima il tiro sbagliato e corretto da Batum, poi il tiro in allontanamento dalla media distanza e i tiri liberi a chiudere il 6-0 che mette la gara nelle mani dei Blazers (99-93 a 9 secondi dalla fine). Inutili le triple finali di Gay e Conley.

Memphis: Gay 20 (7/10, 1/2, 3/3 tl), Randolph 19, Mayo 17, Conley 16. Rimbalzi: Randolph 14. Assist: Conley 6.
Portland: Matthews 30 (6/9, 5/10, 3/4 tl), Aldridge 23, Miller 19, Batum 11. Rimbalzi: Camby 17. Assist: Miller 9.

Anderson Varejao (a sin) contro Andres Nocioni. Ap
Anderson Varejao (a sin) contro Andres Nocioni

Cleveland Cavaliers-Philadelphia 76ers 101-93

Quarta sconfitta consecutiva per Philadelphia, mentre Cleveland interrompe proprio una serie di 4 k.o. in casa, facendo felice coach Scott, che pretendeva una grande applicazione specialmente nel terzo quarto, fin qui quello più difficile da affrontare per i Cavs. Proprio al rientro dagli spogliatoi, invece, i padroni di casa fanno la differenza: un parziale di 11-0 per Cleveland regala ai giocatori di Scott il vantaggio in doppia cifra (grazie al 2+1 firmato da Varejao), e da lì in poi i Cavs controllano la situazione.

Cleveland: Gibson 18 (3/7, 3/5, 3/4 tl), Graham e Moon 13, Parker e Jamison 10. Rimbalzi: Moon 8. Assist: Sessions e Gibson 8.
Philadelphia: Young 17 (8/12, 1/1 tl), Turner 16, Brand 13, Nocioni 12, Holiday 11, Williams 10. Rimbalzi: Brand 11. Assist: Holiday 10.

tratto da Gazzetta.it

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Boston espugna Miami I Lakers cadono a Denver

Un grande Allen lancia i Celtics, che passano 107-112 a casa di LeBron: i suoi 35 punti non bastano. Si ferma l’imbattibilità della squadra di Kobe Bryant, che è sconfitta 118-112 a casa dei Nuggets, trascinati da Anthony. Gli Hornets di Belinelli unica squadra imbattuta

Ray Allen batte a canestro LeBron James. Reuters

Ray Allen batte a canestro LeBron James

Denver si prende le luci della ribalta infliggendo ai Los Angeles Lakers la prima sconfitta stagionale dopo 8 vittorie di fila. I New Orleans Hornets di Marco Belinelli restano così l’unica squadra ancora imbattuta nella Nba (7 vittorie su 7, tornano in campo sabato). Nelle altre sfide della notte, Boston batte ancora Miami grazie al 7/9 da tre di Ray Allen; Chicago travolgente su Golden State.

Miami Heat-Boston Celtics 107-112

Una stella da sola non basta. È la lezione che Boston (7 vinte-2 perse, miglior squadra a Est) infligge a domicilio a Miami, a cui non servono i 35 punti di LeBron James per evitare la quarta sconfitta in 9 gare. Il due volte Mvp segna quanto Ray Allen (miglior performance dall’11 gennaio 2009), che però è supportato da una squadra in gran forma (54,4% dal campo): Pierce ci mette 25 punti, Garnett 16 e 13 rimbalzi, Rondo 16 assist. Le altre star di Miami invece latitano: Bosh segna 9 dei suoi 15 punti in un quarto solo, Wade chiude con 8 punti (2/12 dal campo), sua peggior prova da gennaio (ma allora aveva giocato solo 7’). Miami soffre lo strapotere sotto canestro di Garnett nel primo tempo, e Boston scappa sul 22-10 a 3’32” dalla prima sirena. Gli Heat limitano i danni grazie a House (9 punti nel primo quarto, chiuso con i Celtics avanti 27-20) e risalgono fino a 32-28 con Haslem, ma Boston piazza un 19-7 costruito sugli assist di Rondo e vola sul 51-35 a 3’55” dal riposo, dove arriva avanti 61-46 con Allen già a quota 18. Boston è sul 72-52 in avvio di ripresa, ma LeBron James suona la sveglia: il due volte Mvp si carica sulle spalle i compagni, e con 12 punti personali dimezza lo svantaggio alla terza sirena (88-78). Boston riesce a tenere gli avversari a distanza fino a 2’51” dalla fine (110-99), poi Haslem con 6 punti quasi confeziona la rimonta: gli Heat arrivano a 3 punti di distanza (110-107) a 13” dalla fine, ma Allen dalla lunetta fa esultare i Celtics.

Miami: James 35 (9/16 da due, 0/5 da tre, 17/22 liberi), Haslem 21, Bosh 15. Rimbalzi: James 10, Haslem 10. Assist: James 9
Boston: Allen 35 (6/14, 7/9, 2/2), Pierce 25, Garnett 16. Rimbalzi: Garnett 13. Assist: Rondo 16

Chicago Bulls-Golden State Warriors 120-90

Lo show del primo tempo. Chicago impiega 24’ a spazzare via la resistenza di Golden State, alla seconda partita di un back-to-back, e a conquistare la quarta vittoria stagionale (3 sconfitte), la seconda consecutiva. I Bulls, con Luol Deng e Derrick Rose in stato di grazia, chiudono con l’intero quintetto che realizza almeno 14 punti, il 54,8% dal campo e un buon 46-39 a rimbalzo. Ma è nel primo tempo che gli uomini di Thibodeau fanno la differenza: 53,1% al tiro contro 39,1% concesso ai Warriors, 26-20 a rimbalzo e 39 punti della coppia Deng (21)-Rose (18) valgono un netto 66-38 al rientro negli spogliatoi. “È cominciato tutto con la difesa, la ricerca del rimbalzo e dare tutto. È quando giochiamo così che siamo veramente pericolosi” ha detto Rose. Golden State, senza l’infortunato Lee (troppo forte il dolore al gomito destro, ferito dai denti di Wilson Chandler nella sfida contro i Knicks), si affida a Ellis e Curry ma riesce a combinare poco, visto che Chicago scappa sul 30-16 già a 2’ dalla prima sirena trascinata da Rose (12 punti) e Deng (10). I padroni di casa aprono con un 6-0 il secondo parziale e toccano 20 punti di vantaggio (40-20), poi con un 15-3 vanno a +30 (61-31) a 2’49” dal riposo. Ellis prova a riportare in partita gli ospiti con un terzo periodo da 10 punti, ma il vantaggio dei Bulls non scende mai sotto quota 20. Coach Thibodeau richiama in panchina Deng, Rose e Noah a 7’25” dalla fine della gara con Chicago avanti 103-71: il resto è tempo buono solo per le riserve. Golden State rimedia così la terza sconfitta in nove gare .

Chicago: Deng 26 (7/14, 2/5, 6/7), Rose 22, Noah 17. Rimbalzi: Deng 11. Assist: Rose 13
Golden State: Ellis 24 (10/17, 0/3, 4/4), Curry 17, D. Wright 12. Rimbalzi: D. Wright 8. Assist: Curry 6 Denver

Kobe Bryant, a sinistra, con Carmelo Anthony. Epa
Kobe Bryant, a sinistra, con Carmelo Anthony

Nuggets-Los Angeles Lakers 118-112

Kobe Bryant diventa il più giovane di sempre a tagliare il traguardo dei 26mila punti in carriera, ma ai Lakers non basta per evitare a Denver (5-4) la prima sconfitta stagionale dopo 8 successi. Sulla partita dei campioni, stesi dai 32 punti di Anthony, pesa il 33-19 incassato nell’ultimo quarto, in cui i Nuggets hanno tirato con il 12/19 dal campo tenendo gli avversari a 7/23. Lakers sul 21-16 a 2’10” dalla prima sirena, ma Anthony (11 punti nel parziale) tiene in vita Denver (26-26). I Lakers riprovano la fuga con le seconde linee (38-30 a 8’51” dal riposo), i Nuggets rispondono con un 12-0 alimentato da 8 punti di Nené buoni per il 48-44, ma Bryant (34,3% dal campo) trascina i Lakers sul 64-59 all’intervallo. Kobe apre la ripresa con 4 punti (13 per lui nel terzo quarto), dando il via alla fuga che porta Los Angeles al +14 (77-63) e sul 93-85 alla terza sirena. Dopo i due punti di Brown, i Nuggets partono per un 16-0 alimentato da 11 punti di Ty Lawson. Bryant e Brown riportano dentro gli ospiti, avanti 105-103 a 4’52” dalla fine; Denver però con 6 punti di Anthony parte per un altro break (11-0) che vale il 114-105 con 2’13” da giocare. Bryant riaccende le speranze dei campioni con 5 punti di fila, tagliando a 4 le lunghezze da recuperare con 1’27” a disposizione. Ma i campioni non segnano, e Billups a 25” dalla fine va in lunetta per il 116-110. Gasol si prende il tiro successivo ma rimedia solo una stoppata da Anthony che chiude definitivamente i giochi.

Denver: Anthony 32 (13/22, 1/3, 3/3), Nené 18, Lawson 17. Rimbalzi: Anthony 13, Lawson 5
LA Lakers: Bryant 34 (8/22, 3/10, 9/13), Brown 19, Artest 18. Rimbalzi: Gasol 20. Assist: Bryant 5

tratto da Gazzetta.it

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Belinelli batte Miami Bene Gallo, Bargnani k.o.

Gli Hornets di Belinelli superano gli Heat del trio stellare Wade-James-Bosh. Vince anche Gallinari contro i Wizards e per i Knicks è il secondo successo consecutivo. Toronto e Bargnani mettono in difficoltà i Lakers ma non basta

Esaltante vittoria degli Hornets di Belinelli sugli Heat di Wade, James e Bosh. Secondo successo consecutivo per i Knicks di Danilo Gallinari contro i Wizards (112-91) mentre Andrea Bargnani con i suoi Raptors non riesce a fermare la corsa dei Lakers.

Ariza si complimenta con Marco Belinelli. Reuters
Ariza si complimenta con Marco Belinelli

New Orleans Hornets – Miami Heat 96-93

Record di franchigia per gli Hornets di Marco Belinelli, in campo per 31′ nella vittoria contro gli Heat del trio Wade-James-Bosh, costretto al secondo k.o. stagionale. La prova strepitosa di Emeka Okafor vicino a canestro, e quella di un Chris Paul assolutamente leader e tornato ormai definitivamente ai suoi livelli dopo una stagione complessa per problemi fisici, portano il 5-0 nel record all’esordiente coach Monty Williams. Il primo quarto è già tutto un programma: 11 punti per Okafor, 9 assist per Paul e anche 6 punti consecutivi per Jason Smith all’interno di un parziale che vede gli Hornets andara avanti 29-15 con 30 secondi da giocare nel periodo. La tripla di James Jones, trovato sullo scarico da Chris Bosh, fa -4 per Miami a 3 minuti dalla fine del secondo quarto (41-37), ma non è tempo di rimonta. Gli Hornets infatti tornano a +9, e lo fanno grazie alla schiacciata di Belinelli sull’assist di Ariza (46-37 con 1’46 prima dell’intervallo). La difesa di Miami sale di colpi nell’ultimo quarto e gli Heat si riportano a contatto: Paul trova Belinelli con l’ennesimo assist, e Marco firma il tiro del +5 (84-79 a 4’56 dalla fine), e poi è ancora protagonista nel bene e nel male. Prima nel male, concedendo a Wade 3 tiri liberi per un fallo sul tiro da fuori e consentendo agli Heat di tornare a -1, poi nel bene, conquistandosi i tiri liberi per riportare i suoi avanti (91-90 a 50 secondi dalla fine) dopo il sorpasso di LeBron James. Il finale è tutto a base di triple: prima quella di Trevor Ariza dall’angolo che fa esplodere il palazzo (94-90 a 14 secondi dalla fine), poi la risposta di Bosh per il -1, e poi, sull’ultimo possesso, Wade all’ultimo momento invece di tirare scarica per Eddie House, che ci prova ma sbaglia il settimo tiro da 3 su sette tentati in questa gara.

New Orleans: BELINELLI 8 (3/5, 0/2, 2/2 tl), 3 assist, 1 rimbalzo, 1 persa in 31′. Okafor 26 (12/13, 2/3 tl), West 15, Paul e Ariza 13, Smith 12. Rimbalzi: Okafor 13. Assist: Paul 19.
Miami: Wade 28 (6/13, 1/5, 13/13 tl), James 20, Bosh 15, Ilgauskas 10. Rimbalzi: Wade 10. Assist: James 10.

New York Knicks – Washington Wizards 112-91

Gallinari sembra oramai essersi messo alle spalle i problemi al polso ed è protagonista di una buona partita. Reduce dalla bella prova di Chicago, la truppa di Mike D’Antoni non vuole abbassare la guardia contro una squadra come Washington. Nel primo quarto i Wizards comunque danno filo da torcere ai padroni di casa. Andray Blatche nei primi minuti sembra Karl Malone, nella zona pitturata non sbaglia mai. Il lungo di Washington, infatti, firma ben 16 dei primi 22 punti messi a referto dalla squadra della capitale. New York risponde con le penetrazioni di Felton. Danilo Gallinari firma i primi punti dei Knicks (la solita tripla), poi trova il canestro dal perimetro. Washington comunque rimane avanti e chiude la prima frazione in vantaggio 27-26. Gli ospiti ritrovano anche Gilbert Arenas (al rientro in una gara di regular season dopo 10 mesi), ma a metà del secondo quarto incappano in un passaggio a vuoto in attacco che li allontana dai Knicks. Il solito Toney Douglas inizia le danze con un paio di triple, Wilson Chandler fa esplodere il Garden con una schiacciata da cinema e produce anche un energetico Ronny Turiaf. La squadra newyorchese così mette la freccia e con un parziale di 19-4 tenta di scappare via. Washington prova a limitare i danni ma va negli spogliatoi sotto 58-49 nonostante sprazzi di buona pallacanestro. A inizio ripresa si vedono anche un paio di penetrazioni dello Speedy Gonzalez di Washington, la prima scelta assoluta John Wall, un po’ troppo altalenante nel primo tempo. Gallinari risponde attaccando il canestro e trovando due punti con un bel movimento. L’azzurro firma un’altra tripla portando i Knicks al vantaggio in doppia cifra, poi replica sempre dalla lunga distanza. La squadra di D’Antoni sembra poter inserire il pilota automatico ma Washington ha una reazione d’orgoglio, tornando sotto con i canestri di Blatche e Wall. Nell’ultimo minuto della frazione però due costosi turnover permettono ai Knicks di chiudende il terzo quarto avanti 81-73 e con l’inerzia del mach nelle proprie mani. Si scalda Gilbert Arenas il quale firma ben 14 punti nei primi sei minuti dell’ultimo quarto ma New York trova buone soluzioni offensive contro la zona di Washington. Gallinari realizza la tripla del 100-88 a 5’26’’ dalla sirena; e’ il colpo del ko per i Wizards che alzano bandiera bianca. I padroni di casa aumentano il proprio vantaggio nelle battute finali e conquistano così il loro secondo successo consecutivo.

New York: GALLINARI 16 (2/4 da due, 4/9 da tre, 0/1 ai liberi), 4 rim., 2 ass., 2 stop. in 30’. Douglas 19 (5/11, 3/8), Stoudemire 18. Rimbalzi: Douglas 10. Assist: Felton 10.
Washington: Blatche 22 (9/16, 0/1), Arenas 18. Rimbalzi: McGee 8. Assist: Wall 7.

Wright e Bargnani lottano con Gasol. Reuters
Wright e Bargnani lottano con Gasol

Los Angeles Lakers – Toronto Raptors 108-103

I Lakers restano imbattuti con 6-0 di record, ma devono sudare più del previsto per respingere l’assalto dei battaglieri Raptors, sconfitti per 108-103 al termine di una sfida molto coinvolgente. Andrea Bargnani, ben marcato da Lamar Odom, non incide come nelle precedenti uscite e si ferma a 14 punti di bottino personale. La differenza alla fine viene fatta dalle troppe palle perse di Toronto, otto nel solo primo quarto oltre a un paio che costano caro nel finale. I Lakers invece, che devono sistemare qualche sbavatura difensiva, si affidano a Gasol e Bryant che nell’ultimo combattuto quarto producono le giocate chiave. A 4’20” dal fischio finale, con il suo unico canestro dal campo nel quarto periodo, Bargnani porta Toronto a -3, ma nelle fasi cruciali la freddezza dei gialloviola ha la meglio contro la frenesia di Toronto che si scompone dopo aver giocato ad armi pari fino a quel punto. Il Mago sbaglia due tiri affrettati, imitato dai compagni. Solo Calderon (finalmente autore di una grande gara) continua a trovare punti in penetrazione, poi butta un passaggio al vento. Bargnani e DeRozan commettono un errore ciascuno dalla lunetta. Toronto si disunisce, mentre i Lakers usano tutta la loro esperienza e classe per chiudere la partita. Risultato finale a parte, Toronto esce dal campo a testa alta con segnali positivi per il futuro: magari è destinata ad avere un record negativo a fine stagione, ma è una squadra che gioca duro e non molla senza aver lottato fino alla fine. Contro i Lakers ha impressionato l’energia del secondo quintetto che prima dell’intervallo ha raddrizzato un incontro che sembrava sfuggire di mano.

Toronto era partita bene grazie alle incursioni di DeRozan (prodotto di USC e carico come una molla) e Kleiza e alla difesa distratta dei Lakers. Il parziale di 22-8 dei Lakers aiutato da 8 turnover di Toronto sposta l’equilibrio in favore dei campioni Nba. In quel frangente, Kobe Bryant raggiunge e supera Jerry West al secondo posto nella lista dei giocatori della franchigia con più canestri dal campo. Va meno bene a Bargnani, che fatica a liberarsi dalla marcatura di Odom e chude il primo quarto con 1/2 al tiro. Kleiza sembra morso da una tarantola e va fuori giri. Il vantaggio dei Lakers dopo un quarto è di 33-20. Gran parte del merito è da dare al 4/4 da tre di Steve Blake, ottimo acquisto per Phil Jackson. Bargnani parte male anche nel secondo quarto, stoppato da Ratliff quando riesce finalmente a battere Odom in palleggio. Dopo un errore dalla media esce per tirar fiato. Con l’ingresso di Calderon avviene la svolta. Il play spagnolo ha tanti difetti, ma sa ragionare e rallentando l’attacco di Toronto crea opportunità per sé e per i compagni. Soprattutto Leandro Barbosa, autore di un brillante secondo quarto da 15 punti e 3/3 da tre. Le riserve di Toronto sorprendono LA con una difesa a zona, ma soprattutto tanta energia e grinta da vendere. Gasol tiene in piedi i Lakers (14 punti nel primo tempo), ma Toronto segna 38 punti in 12’ e la sua panchina travolge quella avversaria (34-9 per le riserve nel secondo qarto). Con una sequenza entusiasmante Toronto chiude il primo tempo 55-55 grazie a una tripla del brasiliano, un bel canestro in alleyoop di Bargnani su lungo passaggio di Calderon in contropiede e un jumper dello spagnolo. Nel terzo quarto si vedono le cose migliori da parte del Mago, che segna una tripla in transizione per il +3 Toronto e si procura un fallo seguito da 2/2 ai liberi. Un altro ottimo canestro di Bargnani con partenza veloce in palleggio verso il centro area porta i Raptors ancora a +3 (72-75). Ma allo Staples Center sono Calderon e Amir Johnson (12+15) i migliori in campo per i Dinos. Toronto non ha giocato una partita perfetta, quella necessaria per sperare di battere Kobe e compagni, ma ha dominato i Lakers a rimbalzo (49-31 con 15 di Johnson, ma anche 14 di Reggie Evans) ed ha avuto ancora segnali incoraggianti dal giovane DeRozan.

Toronto: BARGNANI 14 punti (4/10 da 2, 1/2 da 3, 3/4 tl), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 palla recuperata e 3 perse, 2 falli in 37’. Barbosa 17, DeRozan 15, Calderon 17, Johnson 12, Weems 23, DeRozan 16, Jack 14. Rimbalzi: Johnson 15. Assist: Calderon 8.
LA Lakers: Gasol 28 (12/22), Bryant 23 (6/12), Blake 14, Brown 12. Rimbalzi: Odom 9. Assist: Bryant 6.

tratto da Gazzetta.it

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